Dal 12 ottobre 2023 al 18 febbraio 2024 al Pirelli Hangar Bicocca di Milano è possibile ammirare la prima retrospettiva italiana dedicata a James Lee Byars.
La mostra raccoglie una selezione di opere scultoree e monumentali riunite negli spazi di Pirelli Hangar Bicocca grazie alla collaborazione con il Museo Nacional Centro de arte Reina Sofía e The Estate of James Lee Byars. Le opere sono allestite site-specific sotto la curatela di Vicente Todolí, storico curatore delle mostre personali dell’artista, che ripropone il metodo espositivo di James Lee Byars di adattare il suo corpus di opere allo spazio che le accoglieva creando così ogni volta un’installazione complessivamente unica.
L’artista
James Lee Byars (1932 – 1997) è stato uno degli artisti più innovativi e visionari del Novecento, ha creato opere originali e provocatorie influenzando generazioni successive di altri artisti nell’ambito dell’arte concettuale e performativa. Le sue performance – situazioni in cui l’artista coinvolgeva vari tipi di spettatori in luoghi diversi, come città, musei o templi – sono viste come episodi fondamentali della storia dell’arte del secondo dopoguerra.
Sin dagli esordi, James Lee Byars orienta la propria vita e carriera artistica verso un’esistenza nomade, stabilendosi per diversi periodi a Detroit, Kyoto, New York, Los Angeles, Berlino, Berna, Venezia e Il Cairo e intrecciando relazioni e collaborazioni con una rete internazionale di artisti e curatori. Sviluppa inoltre uno stretto rapporto con l’Italia, in particolar modo con Venezia, dove nel 1975 ha realizzato la celebre performance The Holy Ghost. Nel 1985 compie il primo viaggio in Giappone dove rimane affasciato dalle forme espressive tradizionali, dagli aspetti cerimoniali e religiosi antichi e dal teatro No.
L’indagine sull’effimero e la relazione transitoria con lo spettatore, aspetti centrali della pratica di Byars, trovano ispirazione negli antichi testi sacri buddisti secondo i quali tutte le cose visibili sono illusioni, manifestazioni temporanee della realtà che è indefinita e vuota.
Proprio per l’approccio interdisciplinare e multimediale, il suo lavoro non è mai stato ricondotto a un singolo movimento, ma è piuttosto interpretato come una sintesi di pratiche orientali e di correnti artistiche occidentali come l’arte concettuale, il Minimalismo, Fluxus, la performance e l’happening.
La mostra
Racchiusa nell’architettura delle Navate di Pirelli Hangar Bicocca, la mostra appare come un’unica installazione pervasa da una palette di colori – oro, rosso e nero – tipici della poetica dell’artista.
La mostra si sviluppa in ordine non cronologico, con due opere iconiche in apertura e chiusura del percorso espositivo: The Golden Tower (1990) e Red Angel of Marseille (1993), distintive del particolare approccio di Byars alle dimensioni e al volume.
Diverse installazioni di Byars vengono presentate per la prima volta nella configurazione originariamente concepita dall’artista per mostre precedenti. È il caso delle teche di vetro dorate che contengono la serie di “libri” di marmo insieme a The Giant Angel with TheHuman Head (1983) e The Devil and His Gifts (1983). I lavori, provenienti da importanti collezioni e istituzioni internazionali, intrecciano materiali raffinati come marmo, foglia d’oro, cristallo, vetro e seta con geometrie archetipe e oggetti di stampo barocco, generando rimandi simbolici ed estetici tra forma e contenuto.
Esemplare è uno dei suoi lavori più storici presentati in mostra: Hear TH FI TO IN PH Around This Chair And It Knocks You Down (1977). L’opera si compone di una tenda in seta nera che ospita una sedia d’oro dell’Ottocento sopra un tappeto ricamato. La seduta vuota illuminata da una luce verticale e la preziosità dell’ambiente rimandano a immaginari provenienti da diverse tradizioni orientali.
Fonti
Comunicato stampa James Lee Byars Pirelli Hangar Bicocca
