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Marcel Duchamp e la seduzione della copia a Venezia

Marcel Duchamp
de ou par Marcel Duchamp ou Rrose Sélavy
(Boîte-en-valise) (da o di Marcel Duchamp o Rrose Sélavy [Scatola in una valigia]),
1935-1941

Dal 14 ottobre 2023 al 18 marzo 2024, la Collezione Peggy Guggenheim presenta la mostra “Marcel Duchamp e la seduzione della copia”.

La mostra è curata da Paul B. Franklin, studioso indipendente residente a Parigi e esperto di Marcel Duchamp. Questa è la prima mostra dedicata a Duchamp dal museo veneziano. L’esposizione comprende circa sessanta opere realizzate da Duchamp tra il 1911 e il 1968, alcune provenienti dalla Collezione Peggy Guggenheim e altre da istituzioni museali italiane e statunitensi.

La mostra si concentra sulla relazione tra Duchamp e Peggy Guggenheim, con Duchamp che diventa un mentore e consigliere per la mecenate. La mostra esplora come Duchamp abbia abbandonato la pittura a 31 anni per dedicarsi a diverse attività creative, compresa la riproduzione accurata delle sue opere. Questo approccio ha sfidato la distinzione tradizionale tra originale e copia nell’arte.

L’artista

Marcel Duchamp (1887–1968) è noto per aver costantemente sfidato le convenzioni dell’arte e rifiutato di rispettare le gerarchie culturali e commerciali consolidate. Egli ha dichiarato che “Un duplicato o una ripetizione meccanica hanno lo stesso valore dell’originale”. Nelle sue opere, ha dimostrato questa affermazione proponendo un nuovo paradigma per la storia dell’arte moderna, in cui alcune copie e i loro originali generano forme analoghe di piacere estetico.

Fotografo non identificato, Marcel Duchamp con un esempio incompleto della Scatola in una valigia nella residenza di Peggy Guggenheim, 440 East 51st Street, New York, agosto 1942. Pubblicato in “Artist Descending to America”
Marcel Duchamp, L.H.O.O.Q., settembre 1964, ready made rettificato: stampa litografica offset a colori con aggiunte in grafite e guazzo, edizione 28 di 35. Collezione Attilio Codognato, Venezia © Association Marcel Duchamp, by SIAE 2023

Nonostante abbia creato alcuni dei dipinti più noti del XX secolo, Duchamp abbandona la pittura da cavalletto a trentun anni, nel 1918. Nei successivi cinquant’anni, si dedica a una serie di attività creative, molte delle quali all’epoca non considerate vera arte. Inoltre, riproduce ripetutamente le sue opere in tecniche e dimensioni diverse, diffondendo il suo corpus di opere senza generare nulla di indiscutibilmente nuovo e aggirando con grande abilità il mercato dell’arte e la sua voracità.

La mostra

La mostra “Marcel Duchamp e la seduzione della copia” esplora gli approcci adottati dall’artista per duplicare le proprie opere senza soccombere alla copia pura e semplice. Organizzata intorno a vari temi tra loro correlati, la mostra presenta circa sessanta opere realizzate tra il 1911 e il 1968, con un focus sulla “Boîte-en-valise” (Scatola in una valigia, 1935–1941), una raccolta innovativa di riproduzioni e repliche in miniatura dei lavori di Duchamp. Questa esposizione offre una visione completa dell’ossessione di Duchamp per la replica come mezzo specifico di espressione artistica e mostra come le sue creazioni abbiano sfidato le classificazioni artistiche dell’epoca.

Nell’era digitale contemporanea, in cui i confini tra l’originale e la copia, il reale e il falso, il materiale e l’immateriale sono sempre più sfumati, i quesiti sollevati da Duchamp negli anni dieci sulla creazione artistica e la riproduzione continuano a essere estremamente pertinenti.

Il percorso espositivo

Nella prima sala Paul B. Franklin racconta come Marcel Duchamp inizia a dedicarsi all’arte quando è ancora adolescente, emulando i suoi due fratelli maggiori, Gaston e Raymond Duchamp, entrambi artisti. Nei primi anni del suo percorso artistico (1902-1910), Duchamp assorbe rapidamente le influenze di movimenti artistici come l’Impressionismo, il Postimpressionismo, il Simbolismo, il Fauvismo e il Cubismo, senza sviluppare uno stile artistico definito. Durante questo periodo, le sue opere spesso ritraggono membri della sua famiglia e se stesso.

Nel percorso espositivo, sono esposti due dipinti, un disegno e un’opera originale risalenti al 1911, con soggetti legati ai suoi fratelli e sorelle. Queste opere evidenziano il modo in cui Duchamp elaborava temi e stili senza copiare se stesso. Duchamp aveva un forte legame emotivo con le sue prime opere, definendole una “famiglia affiatata” con origini comuni, simile al legame tra lui e i suoi fratelli e sorelle.

Marcel Duchamp
À propos de jeune sœur
(A proposito di sorellina), ottobre 1911
Olio su tela 73 × 60 cm
New York, Solomon R. Guggenheim Museum
Marcel Duchamp
Pour une partie d’échecs (Per una partita a scacchi), ottobre 1911
Inchiostro e acquerello su carta 21,1 × 18,4 cm

Il passato è un prologo

Nella seconda sala si trova la “Boîte-en-valise”, opera fulcro della mostra.
Nel 1935, Duchamp inizia a lavorare su un progetto che prevede un album contenente quasi tutte le opere che aveva prodotto fino a quel momento. Questo progetto lo porta a riflettere sulla sua carriera artistica e il suo lavoro fino a quel punto. Il risultato finale è la “Boîte-en-valise” (Scatola in una valigia, 1935–1941), una raccolta coinvolgente di riproduzioni e repliche in miniatura delle sue opere. Per creare queste riproduzioni, Duchamp utilizza tecniche come la collotipia e la colorazione a pochoir. La Boîte-en-valise è una sintesi della sua passione per la replica come mezzo artistico.

Nel percorso espositivo, si possono ammirare alcune delle opere della Boîte-en-valise, come la riproduzione in miniatura del “Grande vetro” (1915–1923), che dimostra come Duchamp abbia abbracciato l’idea di replicare i suoi stessi lavori. La Scatola in una valigia rappresenta un capitolo fondamentale nella carriera di Duchamp e mette in evidenza come l’artista abbia affrontato la sua opera pregressa attraverso il filtro della replica.

Tutto quello che ho fatto di importante potrebbe stare in una piccola valigia.

Marcel Duchamp

Riproduzioni nelle Boîte-en-valise

Nella sezione successiva del percorso espositivo, vengono presentate altre opere dalla Boîte-en-valise di Duchamp, con particolare attenzione a come l’artista abbia affrontato il processo di riproduzione. Duchamp era molto interessato a trovare un equilibrio tra fedeltà alla sua opera originale e la necessità di adattarla alle dimensioni e alle specifiche della Boîte-en-valise. Le riproduzioni mantengono le caratteristiche essenziali delle opere originali, ma spesso presentano differenze significative nei dettagli.

Scatola in una valigia, 1935-1941. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York) 

L’esposizione mette in luce questa idea di duplicazione attraverso opere come “Nudo discendendo una scala” (1912), “Bottiglia” (1914), e “Rotore” (1920). Le repliche all’interno della Boîte-en-valise mostrano come Duchamp abbia abbracciato il processo di duplicazione e quanto sia stato intenzionale nel creare opere che erano simili ma non identiche ai suoi originali.

Riscriptura e traduzione

Nella sala seguente viene sottolineato un altro aspetto centrale dell’opera di Duchamp: la riscrittura e la traduzione. L’artista spesso reinterpretava il suo lavoro precedente o traduceva l’arte di altri artisti in nuove forme. Questo processo di riscrittura e traduzione contribuisce ulteriormente alla sfida delle categorie artistiche tradizionali.

Qui sono esposte opere come “Fountain” (1917) e “L.H.O.O.Q.” (1919), entrambe esempi di opere in cui Duchamp ha trasformato oggetti preesistenti in opere d’arte reinterpretandole o aggiungendo elementi creativi. Questo sottolinea il suo ruolo di “traduttore” di oggetti comuni in opere d’arte concettuali.

Ripetizioni e differenza

L’idea di “ripetizione con differenza” è centrale nella comprensione delle opere di Duchamp. In questa sezione del percorso espositivo, si esplora come Duchamp utilizzasse la ripetizione di elementi visivi e concettuali nelle sue opere per creare significati e sfide artistiche uniche.

Alcune delle opere esposte includono le “Roue de bicyclette” (1913) e la “Porte-bouteilles” (1914). Questi esempi mostrano come Duchamp potesse utilizzare elementi ripetuti in opere diverse per creare una connessione concettuale e spingere il pubblico a riflettere sulla natura dell’arte stessa.

La sezione scientifica

Parallelamente all’esposizione, c’è una sezione scientifica che presenta i risultati dello studio e dell’intervento di conservazione sull’opera “Scatola in una valigia” di Duchamp. Questa sezione offre una prospettiva scientifica e didattica sull’opera e sulle tecniche utilizzate da Duchamp.
Questo studio è stato condotto in due fasi, nel 2019 e nel 2023, presso i laboratori di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure ed è stato in parte sostenuto da EFG, Institutional Patron della Collezione Peggy Guggenheim dal 2006.

Marcel Duchamp e la seduzione della copia, 14.10.2023 – 18.03.2024. Collezione Peggy Guggenheim. Ph. Matteo De Fina

L’obiettivo di questa esposizione è fornire un approfondimento scientifico e didattico sulle scelte tecniche e i materiali utilizzati da Duchamp per creare questa opera d’arte iconica del XX secolo. Il pubblico avrà la possibilità di esplorare il mondo di un conservatore e restauratore d’arte attraverso un allestimento multimediale realizzato da Culturanuova.

Questo allestimento consente ai visitatori di analizzare l’opera nella sua interezza e di esaminare singolarmente ciascuno dei 69 elementi che compongono la “Scatola in una valigia”. Inoltre, l’opera originale della “Scatola in una valigia” di Guggenheim differisce da altre edizioni deluxe, includendo una riproduzione colorata del dipinto “Il re e la regina circondati da nudi veloci” (1912) di Duchamp, una dedica a Guggenheim, una miniatura dell’orinatoio rovesciato “Fontana” (1917) e una riproduzione della celebre Gioconda di Leonardo da Vinci modificata da Duchamp con barba e baffi.

Questa opera polimaterica è stata realizzata utilizzando una vasta gamma di materiali e tecniche artistiche. Il progetto di conservazione, coordinato dalla Collezione Peggy Guggenheim e dall’Opificio delle Pietre Dure, mirava a risolvere le sfide legate alla conservazione dell’opera delicata e a comprendere le modalità operative di Duchamp nell’adozione di un sistema “quasi industriale” per realizzare le serie successive di valigie deluxe. Le indagini diagnostiche hanno coinvolto anche l’Istituto Nazionale di Ottica del CNR per lo studio scientifico dei materiali artistici.

Gli obiettivi della mostra

La mostra “Marcel Duchamp e la seduzione della copia” sottolinea come Duchamp abbia costantemente sfidato le convenzioni artistiche e culturali, utilizzando la replica, la riscrittura e la traduzione come mezzi per esplorare il significato e il valore dell’arte. Il suo lavoro continua a ispirare artisti e pensatori a interrogarsi sul concetto di originalità, autenticità e copia nell’arte contemporanea.

Attraverso una varietà di opere e approcci artistici, la mostra fornisce una visione approfondita di come Duchamp abbia trasformato l’arte stessa, aprendo la strada a nuove prospettive e dialoghi sulla creazione artistica e la riproduzione. In un’epoca in cui la copia e la riproduzione sono sempre più presenti nella cultura contemporanea, la figura di Duchamp continua a essere rilevante e influente, offrendo spunti di riflessione sull’arte e la creatività.

Informazioni

Data: dal 14 ottobre 2023 al 8 marzo 2024
Luogo: Collezione Peggy Guggenheim, Venezia
Indirizzo: Dorsoduro, 701-704, 30123 Venezia (VE)
Orari: 10 – 18, chiuso il martedì
Email Info: visitorinfo@guggenheim-venice.it
Telefono: 041.2405440/419
Sito web: Marcel Duchamp

Fonti

Peggy Guggenheim

Arte.it

di Ilaria Torretta

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