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Renoir a Rovigo e il “nuovo classicismo”

Pierre-Auguste Renoir, La baigneuse blonde, dettaglio, 1882, Renoir a Rovigo
Pierre-Auguste Renoir, La baigneuse blonde, dettaglio, 1882

Le opere di Renoir saranno esposte a Rovigo per la mostra “Renoir. L’alba di un nuovo classicismo”, a Palazzo Roverella dal 25 febbraio al 25 giugno 2023.

L’Impressionismo, che aveva da sempre affascinato l’artista, inizia a non convincerlo più. L’allora quarantenne Pierre Auguste Renoir (Limoges, 1841 – Cagnes-sur-Mer, 1919) decide di volgersi alla grande arte italiana. Inizia così nel 1881 un suo personale Grand Tour, per studiare i maestri del Rinascimento.
L’esposizione di Renoir a Rovigo è a cura di Paolo Bolpagni e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi.

Il viaggio in Italia

Nel 1881, Renoir decide di intraprendere un viaggio in Italia per sfuggire all’inquietudine creativa che lo tormentava e che lo portò alla ricerca di nuove ispirazioni.
Il suo tour ha inizio a Venezia, dove rimane affascinato da Carpaccio e Tiepolo. Successivamente, visita brevemente Padova e Firenze, prima di giungere a Roma.
Lì resta colpito dalla forza della luce mediterranea e sviluppa una grande ammirazione per i maestri rinascimentali, in particolare per Raffaello e i suoi affreschi nella Villa Farnesina.
Durante il viaggio, Renoir scopre anche il golfo di Napoli, dove ammira le pitture pompeiane, la bellezza dell’isola di Capri e i capolavori antichi del museo archeologico. Alla fine del suo tour italiano, Renoir giunge a Palermo. Qui ha l’opportunità di incontrare Richard Wagner e di ritrarlo in un’opera che divenne poi particolarmente nota.

Questo viaggio segna l’inizio di una rivoluzione artistica per Renoir, che si lascia alle spalle la joie de vivre delle scene di divertimento della borghesia parigina. Così, comincia a sperimentare uno stile più aspro e aigre, che fonde la lezione di Raffaello con quella di Ingres. Era l’alba di un nuovo stile per l’artista.

“Il 1882 fu una grande data nella mia evoluzione. Il problema dell’Italia è che è troppo bella. Le strade italiane sono gremite di dei pagani e personaggi biblici. Ogni donna che allatta un bambino è una Madonna di Raffaello!”

Pierre-Auguste Renoir
Pierre-Auguste Renoir, Studio per Le Moulin de la Galette, 1875-1876, Renoir a Rovigo
Pierre-Auguste Renoir, Studio per Le Moulin de la Galette, 1875-1876

L’evoluzione nello stile

Dopo gli anni Settanta e la rappresentazione di scene della borghesia parigina, lo stile di Renoir adotta un’estetica più classica. In questa fase, il pittore trae ispirazione dalle lezioni di Ingres, iniziando a prestare maggiore attenzione alle volumetrie e alla monumentalità delle figure e sintetizzando, quindi, una sua personale forma di classicismo. Nel corso dei primi due decenni del Novecento, Renoir dà allora vita a un’arte che preannuncia la nuova sensibilità che sarebbe divenuta dominante dopo la prima guerra mondiale.

Sono anni in cui l’artista sceglie di lavorare con maggiore accuratezza sul disegno, dosando colori più freddi e modellando le figure con una precisione maggiore nei dettagli. In questo periodo, la sua ammirazione per il rigore classicista italiano era particolarmente fervida.
Ed è proprio dalle morbide e carnose donne di Raffaello che, infatti, nascono le Bagnanti di Renoir. Si tratta di un tema che sarebbe diventato uno dei favoriti dell’artista francese. Renoir ha in sostanza trasformato questo soggetto in una visione ideale di grandiosità e opulenza, creando quasi un pamphlet sulla bellezza della donna e sull’ideale dell’eterno femminino.

Pierre-Auguste Renoir, Portrait d’Adèle Besson, 1918, Renoir a Rovigo
Pierre-Auguste Renoir, Portrait d’Adèle Besson, 1918

In questo periodo, Renoir dipinge con un potente stile neo-rinascimentale, dove i toni caldi e scintillanti mutuati da Tiziano e Rubens si coniugano con riferimenti a un’iconografia mitica e classicheggiante e con un’esaltazione della poetica degli affetti familiari. È così che l’artista anticipa molti degli aspetti del ritorno all’ordine che si sarebbero sviluppati tra le due guerre. In questo senso, quello che in superficie potrebbe sembrare un’involuzione, in realtà fu una premonizione di molte opere di pittura e scultura che sarebbero state create in futuro.

La mostra di Renoir a Rovigo

La mostra si concentra sulla seconda fase della carriera dell’artista, che inizia con il già citato ritorno dal viaggio in Italia, e si conclude con le opere realizzate nella vecchiaia. In particolare, la mostra esplora le vicinanze e le influenze di alcuni artisti italiani attivi a Parigi, come Giovanni Boldini e Medardo Rosso.

In questo modo, il percorso dimostra come la produzione di Renoir non fosse affatto in ritardo rispetto alle tendenze artistiche del tempo, ma costituisse in realtà uno dei primi esempi di “moderna classicità“. Quest’ultima sarebbe poi stata successivamente perseguita da molte altre figure della scena artistica degli anni Venti e Trenta.
Il percorso sarà arricchito da confronti con le opere di altri artisti, tra cui Marino Marini, Antonietta Raphaël, Carlo Carrà e Giorgio de Chirico.
In mostra anche opere di Filippo de Pisis, Luigi Bartolini, Enrico Paulucci e Armando Spadini. I dipinti saranno esposti accanto alle opere di Renoir per evidenziare le somiglianze e le differenze tra i diversi stili e approcci alla pittura.

Verso il 1883 avevo sfruttato l’Impressionismo fino all’esaurimento ed ero giunto alla conclusione che non sapevo né disegnare, né dipingere. In poche parole, l’Impressionismo terminava in un vicolo cieco [… ] L’artista che dipinge la natura non cerca altro che effetti momentanei. Non si cura di dare una forma artistica all’immagine- e presto i suoi quadri diventano monotoni.

Pierre-Auguste Renoir
Pierre-Auguste Renoir, Tête d’enfant, 1907, Renoir a Rovigo
Pierre-Auguste Renoir, Tête d’enfant, 1907

Si analizza il suo sviluppo pittorico attraverso opere che spaziano dalle figure classicheggianti e “neorinascimentali” ai paesaggi della Provenza e della Costa Azzurra. L’esposizione ha inizio con un capolavoro impressionista di Renoir: il grande studio preparatorio a olio su tela del famoso Moulin de la Galette. Questo con l’intento di mostrare come il suo stile si allontana progressivamente sempre di più da quel linguaggio. È presente, inoltre, una narrazione biografica delle esperienze personali dell’artista, basata sulla biografia scritta dal figlio Jean, celebre regista, negli anni ’60.

La mostra di Renoir a Rovigo esplora, infine, il legame dell’artista con la musica, che ha segnato profondamente la sua infanzia. Da giovane, Renoir ha cantato nel coro della chiesa di Saint-Sulpice sotto la direzione del famoso compositore Charles Gounod, che credeva nelle sue capacità vocali. In seguito, scoprì la pittura en plein air, che lo portò all’impressionismo, una fase nota al pubblico ma in realtà breve e segnata da divergenze di vedute con artisti come Monet, Pissarro e Degas. Tuttavia, il viaggio in Italia cambiò ogni cosa. Dopo quell’esperienza, nulla sarebbe più stato come prima.

Informazioni

Luogo
Palazzo Roverella, Via Giuseppe Laurenti 8/10, Rovigo

Data
Dal 25 febbraio al 25 giugno 2023

Biglietti
Ingresso a pagamento. In attesa di dettagli sui prezzi della mostra

Orari
Dal lunedì al venerdì ore 9-19
sabato, domenica e festivi ore 9-20

Contatti
Email: info@palazzoroverella.com
Tel. per informazioni: 39 0425460093

Fonti

ARTE.IT
ILTURISTA
ILRESTODELCARLINO

di Chiara Pezzella

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