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Joan Miró in mostra ad Aosta

Inaugurazione della mostra Joan Miró. È quando sogno che vedo chiaro. Aosta, Museo Archeologico Regionale

Il Museo Archeologico Regionale di Aosta presenta dal 29 aprile al 1° ottobre una mostra inedita su Joan Miró.

Il percorso espositivo traccia il profilo dell’artista come individuo, esplorando le sue caratteristiche distintive, dalle convinzioni ecologiste al suo impegno nella lotta antifascista. Emergono anche la sua profonda sete di libertà e la sua ribellione contro ogni forma di tirannia,. nonché la sua abilità nel connettere discipline artistiche diverse come la poesia, la scultura, il teatro e la fotografia.

È quando sogno che vedo chiaro commemora il 130° anniversario della nascita di Miró e il 40° anniversario della sua morte, insieme ad altre esposizioni anche presso il Guggenheim di Bilbao,. l’Hong Kong Museum of Art, il Zentrum Paul Klee di Berna, la Fundació Miró e il Museu Picasso di Barcellona. La mostra offre una reinterpretazione dell’opera di Miró, ricostruendo la memoria storica senza cliché né vecchi paradigmi e cercando di comprendere quale parte della sua opera continui a suscitare emozioni e interrogativi.

Le opere, il materiale audiovisivo e le fotografie sono state fornite da varie istituzioni e archivi storici internazionali,. tra cui la Fundació Pilar e Joan Miró de Mallorca e la Fundació Joan Miró di Barcellona.

Allestimento della mostra Joan Miró. È quando sogno che vedo chiaro. Aosta, Museo Archeologico Regionale

Joan Miró e l’arte di sognare

Il Comitato scientifico ha scelto di mettere in evidenza il triplice impegno morale di Miró:. il rispetto per la natura, la libertà politica e l’innovazione del linguaggio artistico.Le sale del Museo Archeologico Regionale –. sottolinea l’Assessore Jean-Pierre Guichardaz – ospitano per la primavera-estate di quest’anno un’ampia selezione di dipinti, sculture, libri d’artista,. documenti fotografici e video che ci restituiscono la ricchezza creativa di un celebre artista, la sua modernità, ma anche la sua sensibilità e umanità”.

Nelle diverse sezioni del percorso espositivo sono presenti una varietà di opere,. tra cui sculture, dipinti ad olio e i famosi fantocci di Mori el Merma (Morte al fantoccio), opera teatrale sovversiva del 1978. E poi tredici libri d’artista in cui l’opera di Miró dialoga con i versi di poeti che, come lui, hanno definito la modernità del XX secolo, hanno vissuto le sue tragedie e hanno innalzato il loro inno alla libertà, alla celebrazione della vita e al desiderio di un mondo più abitabile. Inoltre sono state realizzate appositamente per questa mostra quattro videointerviste con persone che hanno conosciuto o collaborato con Miró: suo nipote Joan Punyet Miró, Rosa Malet, Colita e Joan Baixas.

Di estremo interesse sono poi le testimonianze delle persone che vissero o collaborarono con lui. Sono familiari, fotografi, cineasti, storici dell’arte o uomini di teatro che attraverso video,. fotografie e interviste ci raccontano del Miró uomo, dell’artista e delle sue opere

Josep Maria Camps Codina, curatore della mostra
Joan Miró, Le Lézard aux Plumes d’Or, 1971. Biblioteca Privata, Mantova © Successió Miró 2023

Il MAR di Aosta rivela l’attualità di Miró

Il dialogo tra l’arte e la poesia di Miró e la poesia di autori come Tristan Tzara, Paul Éluard,. Jacques Prévert ha dato vita a capolavori che occupano un posto centrale nel corpus artistico di Miró. Insieme a opere su carta vengono esposti una serie di dipinti a olio che l’artista teneva nel suo studio. Dominati dalla linea nera, questi dipinti mostrano il lato più selvaggio e gestuale di Miró, il suo desiderio di sperimentazione costante e il suo anticonformismo. Sono opere che, spesso non firmate e alcune dipinte su legno rotto,. invitano lo spettatore a riflettere sul potenziale creativo dell’incompiuto e ad appropriarsi delle sensazioni che trasmettono.

A quarant’anni dalla morte di Joan Miró, egli continua a essere un artista contemporaneo perché non si è limitato a rivoluzionare i linguaggi artistici. Egli sosteneva che l’arte astratta con le sue linee e colori fosse un semplice divertimento borghese a meno che non esprimesse il dramma del creatore coinvolto nelle preoccupazioni sociali. Con uno spirito che oggi definiremmo ecologista,. Miró cercava un linguaggio che ristabilisse il legame perduto tra gli esseri umani e la natura,. un’opera che continuasse a vibrare nella coscienza delle generazioni future.

La sua arte aveva lo scopo di curare una terra malata e poeticizzare l’essere umano, di affrontare la solitudine,. l’angoscia e il vuoto dell’uomo moderno oppresso dalle follie della ragione utilitaristica, dell’autoritarismo e della tecnocrazia. La sua arte era anche un invito alla pausa e a vedere magia e bellezza, a cercare speranza e sperimentare l’amore,. e allo stesso tempo prendeva con forza posizione contro guerre ingiuste e partecipava a una lotta collettiva per la libertà.

 Un artista è qualcuno che, tra il silenzio degli altri, fa sentire la sua voce per dire qualcosa, e che ha l’obbligo che questa cosa non sia inutile, ma che serva all’umanità.

Joan Miró
Pénaltiés de l’enfer ou les nouvelles Hebrides, 1974. Foto di Shapero Rare Books 

Miró tra natura e crisi climatica, i nuovi autoritarismi e l’intelligenza artificiale

L’arte di Miró si fonde con la natura in un processo creativo che abbraccia metamorfosi, impollinazione e cicli naturali. Egli intraprende un dialogo intimo con gli alberi, coglie la vitalità in ogni minuscolo dettaglio e riesce a creare mondi interi da semplici elementi. La sua visione olistica del mondo, in cui materia e spirito sono interconnessi, si ispira a concezioni antiche e contemporanee, come l’anima mundi di Platone e la biosfera senziente sostenuta dai biologi. Miró si distingue per un umorismo presente nei suoi personaggi e nelle sculture assemblate con materiali casuali provenienti dalla natura. In breve, la sua arte è una celebrazione dell’interconnessione tra l’uomo e l’ambiente circostante.

Inoltre, Miró propone un mondo abitabile in tre aspetti essenziali: la simbiosi tra la sua arte e la natura, la necessità di una dimensione poetica nel progresso tecnologico e l’importanza di conciliare la coscienza individuale e sociale. La sua visione artistica risulta pertinente nella crisi climatica, nel risorgere dell’autoritarismo e nell’emergere dell’intelligenza artificiale. Miró ci invita a rispettare la natura, a trovare un equilibrio tra uomo e tecnologia e a contrastare gli autoritarismi, il narcisismo e i valori economici dominanti. La sua proposta rappresenta una risposta attuale alle sfide del nostro tempo.

INFORMAZIONI UTILI

DATE: dal 29 Aprile al 1 Ottobre 2023

LUOGO: Museo Archeologico Regionale di Aosta

INDIRIZZO: Aosta, Piazza Roncas 12

ORARI: tutti i giorni dalle 9 alle 19

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 0165 275902

E-MAIL INFO: u-mostre@regione.vda.it

SITO UFFICIALE: https://www.regione.vda.it/

Fonti

Regione Autonoma Valle d’Aosta

di Eleonora Interliggi

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