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Robert Doisneau in mostra al Museo Diocesano di Milano

Robert Doisnau – Le Baiser de l’Hôtel de Ville (1950)

Dal 9 maggio al 15 ottobre 2023, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano presenta una mostra completa dedicata a Robert Doisneau (1912-1994).

Il fotografo umanista Robert Doisneau

Si tratta di uno dei fotografi più influenti e ammirati del XX secolo. La mostra, curata da Gabriel Bauret e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, racconta la storia artistica del notevole fotografo francese attraverso 130 fotografie in tonalità di grigio provenienti esclusivamente dalla collezione privata dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, situato nelle immediate vicinanze a sud di Parigi.

Considerato uno dei pilastri della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada, insieme a Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau è stato in grado di catturare con la sua macchina fotografica i gesti, i desideri e le emozioni dell’umanità nel periodo compreso tra gli anni trenta e gli anni sessanta. Il suo sguardo sensibile e ironico si è focalizzato principalmente sulla popolazione parigina: donne, uomini, bambini, innamorati, animali e anche amici artisti, scrittori e poeti. Tra le opere più celebri esposte nella mostra, spicca “Le Baiser de l’Hôtel de Ville” del 1950, un’immagine che ritrae una giovane coppia intenta a baciarsi di fronte al municipio di Parigi, mentre le persone passano velocemente e distratte. Questa immagine, diventata un’icona dell’amore romantico e della vita parigina, nasconde però un retroscena interessante: Doisneau infatti chiese ai due giovani di posare per lui mentre stava realizzando un servizio per la rivista americana Life.

Autoritratto del 1947 con Rolleiflex – copyright © atelier Robert Doisneau

La mostra

L’esposizione si sviluppa attraverso diverse sezioni tematiche che esplorano i molteplici aspetti dell’opera di Doisneau: dalla guerra alla liberazione, dal lavoro all’amore, dai giochi dei bambini al tempo libero, dalla musica alla moda. Lungo il percorso espositivo, troverete un’intervista video al curatore Gabriel Bauret e un estratto del film realizzato nel 2016 dalla nipote del fotografo, Clémentine Deroudille: “Robert Doisneau, le révolté du merveilleux” (Robert Doisneau. Lo sognatore delle meraviglie), che contribuisce a una maggiore comprensione dell’uomo e della sua opera.

Le fotografie esposte coprono un arco temporale compreso tra gli anni Trenta e Sessanta, con una particolare preferenza per la ricca produzione nel dopoguerra, e sono prevalentemente in bianco e nero. Sono state principalmente realizzate a Parigi e nella sua periferia, luoghi privilegiati per il lavoro del fotografo. L’approccio tematico si sviluppa in dialogo con la sequenza cronologica: gli anni Trenta sono seguiti dal periodo dell’Occupazione e della Liberazione di Parigi. Tra le sequenze più rappresentative, vi è una dedica all’infanzia, che dipinge un mondo a cui l’autore si dichiara profondamente legato. Le vedute di Parigi nel dopoguerra lasciano spazio al mondo del lavoro, ma al centro del percorso si trova il “teatro della strada”, oggetto di molti celebri scatti, insieme a scene di interni che vanno dai bistrot alle portinerie parigine.

Robert Doisneau – Les frères, rue du Docteur Lecène (1934)

La corrente umanista della fotografia

L’esposizione offre inoltre l’opportunità di esplorare o riscoprire la fotografia umanista, un movimento artistico che emerse in Europa, soprattutto in Francia, tra la conclusione della Seconda Guerra Mondiale e la fine degli anni ’60. Tale corrente si distingue per la rappresentazione dell’essere umano immerso nei suoi molteplici contesti sociali, con uno sguardo che unisce sensibilità, ironia e poesia.

I fotografi umanisti si dedicano a catturare le emozioni, i gesti e le situazioni della vita quotidiana, senza ricorrere a pose o artifici. I loro soggetti prediletti sono i parigini: donne, uomini, bambini, innamorati, animali e amici artisti. Tra le loro opere più celebri, emergono immagini che sono diventate simboli della cultura e della storia del XX secolo, come “Le Baiser de l’Hôtel de Ville” di Robert Doisneau,. ma anche “La Sciarpa Rossa” di Willy Ronis o “Il Salto del Muro di Berlino” di Ed Van der Elsken.

La fotografia umanista è stata denominata anche come realismo poetico o interesse per l’umanità. Questi termini riflettono l’intenzione dei fotografi di documentare la realtà con uno stile personale e creativo,. mentre testimoniano contemporaneamente il valore e la dignità dell’essere umano in un’epoca segnata dalla guerra e dalle sue conseguenze. La fotografia umanista è stata altresì influenzata dall’esistenzialismo, una corrente filosofica che emerse nello stesso periodo e che enfatizzava la libertà e la responsabilità individuali.

La fotografia umanista ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte e della fotografia. Le sue opere continuano ad essere esposte in esposizioni e musei, rappresentando una fonte di ispirazione per numerosi fotografi contemporanei. La fotografia umanista costituisce una preziosa lezione di vita e di arte, che ci incoraggia ad osservare il mondo con sguardo curioso e compassionevole.

Informazioni

DATE: dal 9 maggio al 15 ottobre
LUOGO: Museo Diocesano, Milano
INDIRIZZO: Piazza Sant’Eustorgio 3, Milano
ORARI: visitabile dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18 (la biglietteria chiude alle ore 17.30) e dal lunedì alla domenica dalle ore 17.30 alle ore 22 (ingresso da Corso di Porta Ticinese 95).
BIGLIETTO: 10 euro e include una consumazione presso l’InChiostro Bistrot
TELEFONO: 02 89402671
E-MAIL INFO: biglietteria@museosanteustorgio.it
SITO UFFICIALE: www.chiostrisanteustorgio.it

Fonti

Chiostri Sant’Eustorgio

Chiesa di Milano

Avvenire

di Ilaria Torretta

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