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Giovan Battista Moroni in mostra alle Gallerie d’Italia

Moroni ritratto di vecchio
Giovan Battista Moroni, Ritratto di vecchio seduto con un libro (Pietro Spino), 1576-79

Dal 6 dicembre 2023 al 1 aprile 2024 Gallerie d’Italia ospita la mostra “Moroni (1521-1580). Il ritratto del suo tempo”.

La mostra, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è inserita nel programma Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 ed è realizzata in partnership con Accademia Carrara di Bergamo e Fondazione Brescia Musei.

In mostra sono esposte oltre 100 opere tra dipinti, disegni, libri, medaglie e armature. I prestiti provengono da prestigiosi musei internazionali quali la National Gallery di Londra, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, Gemäldegalerie–Staatliche Museen di Berlino, il Musée du Louvre, il Museo Nacional del Prado, la National Gallery of Art di Washington e il Philadelphia Museum of Art.
A fianco all’opera di Moroni sono accostate altre importanti testimonianze che completano il quadro storico e il ritratto del suo tempo. Tra gli artisti Lotto, Moretto , che lavorano nell’area di Bergamo e Brescia, ma anche Tiziano, Veronese e Tintoretto.

Lotto ritratto di giovane
Lorenzo Lotto, Ritratto di Giovane, 1530

La mostra

Il percorso si articola in nove nuclei tematici, dedicati ai particolari aspetto della produzione artistica di Moroni. La mostra si apre con un approfondimento della figura di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, il maestro di Moroni, di cui verranno esposte due testimonianze figurative capitali quali la Pala di Sant’Andrea e San Paolo caduto da cavallo. A partire dall’inizio degli anni ’40 del Cinquecento, Moroni è documentato nella bottega bresciana del suo maestro ed è proprio qui che inizia a raccogliere appunti grafici che andranno a costituire un prezioso taccuino di disegni, ricostruito in occasione della mostra.

Successivamente è possibile trovare una sezione di approfondimento su Lorenzo Lotto, molto attivo a Bergamo dove ha lasciato significative tracce del suo passaggio. Sia sul fronte delle invenzioni di soggetto sacro sia su quello del genere ritrattistico Lotto ha rappresentato per Moroni una continua fonte di ispirazione: ne sono testimonianza il confronto tra le due Trinità esposte in mostra e i cosiddetti ritratti “in azione”.

Moroni dedica un’ampia parte della sua carriera alla ritrattistica che viene approfondita in tutte le sue sfaccettature. Una delle sezioni della mostra espone i ritratti del potere, in particolare è possibile ammirare i ritratti di Tiziano e Tintoretto. Questi ritratti sono in grado di valorizzare lo status del personaggio perdendone di vista le specificità individuali, in contrasto con quelli realizzati da Moroni che, nonostante fossero nati con lo scopo esplicito di esaltare il loro ruolo pubblico, non ha potuto fare a meno di restituirci l’aspetto umano.

La mostra si chiude con Il Sarto, proveniente dalla National Gallery di Londra, considerato il dipinto più iconico di Moroni. Non è un caso che il personaggio sia stato ripreso mentre sta tagliando con la forbice un pezzo di stoffa tinta di nero, colore in voga nell’europea del tempo. Da qui nasce l’idea di raccogliere ritratti della seconda metà del Cinquecento in grado di evidenziare la diffusione di abiti e cappelli, anche di fogge diverse, tutti costituiti da varie tipologie di stoffe nere.

Giovan Battista Moroni, Ultima cena, 1566-69
Giovan Battista Moroni, Ultima cena, 1566-69

Giovan Battista Moroni

Gian Battista Moroni, nato ad Albino, in Val Seriana, tra il 1521 e il 1524, è stato un famoso ritrattista italiano del XVI secolo. Figlio primogenito di Francesco di Moretto e di Maddalena di Vitale Brigati, Moroni iniziò la sua formazione artistica nella bottega bresciana del Moretto. Durante questo periodo di apprendistato (a metà del 1530), Moroni acquisisce una profonda comprensione dell’intonazione severamente devozionale nei dipinti di soggetto religioso, tipica del suo maestro. Questa formazione ha avuto un’influenza significativa sullo stile di Moroni, in particolare nelle sue prime opere sacre.
Nonostante l’influenza del Moretto, Moroni ha sviluppato infatti un proprio stile unico, diventando famoso per i suoi ritratti in azione. Questi ritratti presentano personaggi nell’attimo in cui stanno compiendo un gesto, evitando l’arida fissità del ritratto ufficiale.

Moroni ha realizzato 230 dipinti di cui solo due a soggetto mitologico, un centinaio di carattere sacro di cui ben 25 sono immagini di Madonna col Bambino e molti dei suoi lavori di ritrattistica. Alcune delle sue opere più famose includono “Ritratto di Marco Antonio Savelli” (1542-1543), “Madonna in trono con santi Giacomo e Giovanni” (circa 1561-62), “Annunciazione” (1548), “Ritratto di Isotta Brembati Grumelli” (circa 1549), “Ritratto di Alessandro Vittoria” (1551-1552), “Ritratto di Gian Federico Madruzzo” (1551), “Ritratto di Isotta Brembati” (1552-1553), “Ritratto della badessa Lucrezia Agliardi di Vertova” (1557), e “Ritratto di Battistino Moretti” (1557)1. Moroni è morto il 5 febbraio 1578 o 1579.

Gian Battista Moroni è morto il 5 febbraio 1578 o 1579. La sua abilità nel ritrarre i suoi soggetti con una vivacità e un realismo straordinari ha avuto un’influenza significativa sulla pittura ritrattistica italiana. Moroni è ricordato come uno dei più grandi ritrattisti del suo tempo, e le sue opere continuano ad essere ammirate per la loro profondità emotiva e la loro straordinaria attenzione ai dettagli.

Gian Battista Moroni, Ritratto di Gabriel de la Cueva, 1560
Gian Battista Moroni, Ritratto di Gabriel de la Cueva, 1560

Informazioni utili

Lunedì chiuso
Martedì – Domenica 9:30 – 19:30
Giovedì 9:30 – 22:30

10€ biglietto intero
8€ biglietto ridotto
5€ biglietto ridotto speciale

Tutte le info gallerieditalia.com

Fonti

Gallerie d’Italia
Wikipedia
Treccani
Art Institute Chicago
Artevee

di Letizia Roverelli

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