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Recycling Beauty, la nuova mostra a Fondazione Prada

testa di cavallo di Donatello, metà quattrocento/copia del Giovane di Magdalensberg in bronzo XVI sec. Recycling Beauty

La Fondazione Prada apre le porte al pubblico per la nuova mostra dal titolo “Recycling Beauty“. Visitabile dal 17 novembre 2022 al 27 febbraio 2023.

A cura di Salvatore Settis, la mostra è il terzo atto del complesso progetto riguardante l’arte antica, iniziato con la mostra di Serial Classicseguito successivamente da “Portable Classic”. Con questa mostra la Fondazione Prada rimarca quel pensiero unico nel considerare che l’arte antica può e dev’essere arte contemporanea.  Il progetto espositivo ideato da Rem Koolhas/OMA, si presenta in una raccolta di sessanta opere dedicata al tema del riuso, di antichità greche e romane, in condizioni post-antichi, dal Medioevo al Barocco.

“Il patrimonio antico, in particolare quello greco-romano è una chiave di accesso alla molteplicità delle culture del mondo contemporaneo”

Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte italiana

Il Tema: Recycling Beauty

Cosa implica l’idea di riciclo? È questa la domanda che la mostra pone al pubblico per far comprendere meglio la forte necessità della Fondazione Prada nel dare vita a questo progetto espositivo. Il tema del riciclo contempla l’idea di crisi che ha condannato tutte le opere di arte antica dell’epoca greca-romana. Queste opere furono distrutte per ricavarne il materiale pregiato, di cui ne erano composte, per dare vita ad altri oggetti di uso quotidiano o altro.

Quello che oggi abbiamo la possibilità di vedere, è quella parte di opere che invece si salvarono da quel destino fatale. In contrasto all’idea di crisi, troviamo quello della salvezza che implica il riconoscimento della bellezza di cui oggi non dobbiamo solo celebrare, ma anche preservare.

Questa è la prima mostra sulla tematica del riciclo che iniziò ad essere compreso e studiato all’inizio degli anni 80. Ogni pezzo dell’esposizione ha una storia propria, in cui il tutto è delineato da una grande cornice, nonché la fine del mondo antico, avvenuta anche tramite la distruzione dell’arte. Una riflessione molto importante suscita nell’osserva queste opere ovvero: la possibile distruzione anche dell’arte più preziosa per necessità di sopravvivenza. “Questo è successo nell’antichità ma può succedere ancora?” aggiunge Settis alla fine della presentazione della mostra.

La mano e il piede della originale statua di Costantino, IV sec.d.C., Recycling Beauty

La mostra: tra il Podium e la Cisterna

Il Podium

La mostra non si snoda in un percorso espositivo ben preciso, infatti il visitatore è libero di muoversi nello spazio a suo piacimento. Essa va vista come una grande collezione di storie, sottolineando sia il concetto narrativo ed quello concettuale che stanno alla base. Ogni pezzo ha la sua biografia, che si riflette in una compresenza e sovrapposizione di temporalità. Difatti le opere sono di epoche ben differenti e a loro volta, assemblate da pezzi concepiti in diversi secoli.

L’allestimento nel Podium, a differenza di quello concepito per la Cisterna, ha una differente strategia dell’attenzione minuta, con diverse intensità. Le sessanta opere che creano un percorso stratificato, vengono da musei e fondazioni pubbliche sia italiane che estere come il Musée du Louvre di Parigi, Il Kunsthistorisches Museum di Vienna, Ufizzi di Frirenze, i musei Capitolini di Roma ed altri ancora. 

Alcune delle tante opere in mostra analizzano le ragioni funzionali, politiche o religiose nel loro impiego nell’antichità. Opera di estrema rilevanza e che lumeggiano ciò sono ad esempio: il “Leone che azzanna un cavallo”, del IVsec. a.C., collocato in passato sul Campidoglio, diventando allegoria del buon governo del Cittadino. Oppure il sarcofago dionisiaco di Cortona del II secolo d.C., raffigurante una scena interamente pagana, che fu reimpiegato come sepolcro di un Francescano.

La Cisterna

Nel percorso espositivo alla Cisterna, i visitatori incontreranno gli oggetti in modo progressivo, per poi arrivare all’opera principale, ovvero: la ricostruzione del Colosso di Costantino del IV secolo d.C. Si tratta di una delle opere più importati della scultura romana tardo-antica, di cui gli unici pezzi originali di esso che si sono conservati, sono una mano e un piede, esposti a loro volta nella stanza.

La strategia dell’attenzione che Rem ha voluto proporre per questo spazio in particolare è quello della meraviglia. Il visitatore si troverà davanti alla prima riproduzione in scala 1:1 della Statua di Constatino, osservabile da punti di vista alternativi. Qui viene evidenziata come l’opera sia la conseguenza di un rimaneggiamento di una antica statua di culto, presumibilmente di Giove.

Il progetto è frutto di un collaborazione tra i Musei Capitolini, Fondazione Prada e Factum Foundation, che alla fine di questa mostra, verrà spostato ed esposto ai Musei Capitolini.

Leone che azzanna un cavallo IV sec. Recycling Beauty

La Fondazione Prada, in occasione della mostra, ha realizzato un volume contente tutte le opere in esposizione. I vari pezzi hanno una propria scheda di analisi propria, accompagnata da scritti di apparati scientifici e di critica.

La mostra a cura di Salvatore Settis con Anna Anguissola e Denise la Monica, sarà visitabile nella sede di Milano dal 17 novembre 2022 al 27 febbraio 2023. Per altre informazioni e per l’acquisto del biglietto online, consultare il sito della fondazione.

Fonti:

FondazionePrada

di Vittoria Brugali

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