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Il MAMbo presenta Yvonne Rainer: Words, Dances, Films

Yvonne Rainer, fermo immagine di Film About a Woman Who

Il Museo d’Arte Moderna di Bologna presenta dal 30 giugno al 10 settembre 2023 la prima retrospettiva mai dedicata in Italia a Yvonne Rainer.

La mostra, Yvonne Rainer: Words, Dances, Films, a cura di Caterina Molteni indaga le connessioni tra la produzione coreografica,. filmica e teorica dell’autrice, esplorando la sua transizione dalla danza al cinema attraverso una ricostruzione storica. Il suo lavoro è stato fondamentale in diverse discipline e movimenti: danza, cinema, femminismo, minimalismo, arte concettuale e postmodernismo.

Yvonne Rainer, fermo immagine di Journeys from Berlin

Esplorando il mondo di Yvonne Rainer: danza, cinema e impegno sociale

La mostra traccia il suo percorso espositivo cercando le sue radici nelle performance intermediali degli anni ’60 e ’70, in cui il linguaggio parlato, le proiezioni fotografiche, i testi e le immagini in movimento svolgevano un ruolo centrale. Fin dalle sue prime coreografie, Rainer includeva versi e brevi frasi, che in seguito sviluppa in dialoghi o monologhi registrati.

Nella seconda metà degli anni ’60, Rainer comincia a produrre una serie di video sperimentali, alcuni dei quali vengono inclusi nelle sue coreografie come elementi scenici, spesso in dialogo con i corpi dei performer.

La mostra si presenta come un percorso retrospettivo che, partendo dall’analisi della sua produzione cinematografica, mette in luce gli elementi formali ricorrenti nella struttura della sua danza e le tematiche socio-politiche che caratterizzano la sua attività, dalla guerra del Vietnam all’avvicinamento al movimento femminista.

Nelle performance, il corpo assume un ruolo politico in quanto viene presentato nella sua materialità incontestabile, al di là di qualsiasi finzione narrativa, mentre nei film è l’interiorità umana a trovare spazio nella sua complessità psicologica. L’attenzione alle emozioni come “fatti” è ciò che ha spinto Rainer a dedicarsi alla sceneggiatura e alla regia, utilizzando il racconto e la capacità di coinvolgere e identificare il pubblico come strumenti per trasformare una storia personale in una questione politica.

Yvonne Rainer: Words, Dances, Films. Veduta di allestimento, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2023
Foto RMphotostudio

Il percorso espositivo

Yvonne Rainer: Words, Dances, Films esplora il lavoro dell’autrice attraverso una varietà di media, concentrandosi sulla sua produzione coreografica, cinematografica e teorica. Il percorso inizia con il famoso Trio A del 1966, un video documentario che ha reso Rainer famosa a livello internazionale. Questa coreografia minimalista elimina progressivamente le componenti drammaturgiche tipiche della danza moderna, offrendo una visione “ordinaria” del movimento attraverso l’esecuzione di compiti semplici.

La mostra presenta anche cinque film sperimentali realizzati da Rainer tra il 1966 e il 1969,. che rappresentano appunti visivi della sua riflessione sul corpo in movimento. Questi film esplorano la percezione del movimento,. l’interazione tra performer e pubblico e presentano scene come una coreografia per le mani e un oggetto in movimento lungo una diagonale.

La sala delle Ciminiere trasforma lo spazio in un cinema per proiettare i lungometraggi diretti da Rainer dal 1974 al 1996. Questi film, definiti dall’autrice come “storie autobiografiche, narrazioni compromesse, documentari minati”, affrontano temi sociali e politici,. concentrandosi sull’identità femminile e la rappresentazione delle donne nel cinema. Attraverso l’uso di teorie femministe, post-strutturalismo e sperimentazione narrativa, Rainer coinvolge attivamente il pubblico nel riconoscimento dei cliché sociali contemporanei.

Yvonne Rainer: Words, Dances, Films. Veduta di allestimento, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2023
Foto RMphotostudio
sottotitolo

La mostra include anche la proiezione di Lives of Performers (1972),. il primo film di Rainer in cui la danza funge da sfondo per un “melodramma” di un triangolo amoroso. Questo film sperimentale combina la struttura del melodramma con monologhi introspettivi e voci fuori campo,. esplorando le tensioni e i dilemmi della vita delle donne nel patriarcato.

L’archivio presenta una ricca documentazione sulla produzione teorica e la carriera da coreografa di Rainer negli anni ’60 e ’70,. compresi testi come il manifesto No Manifesto del 1964, che sottolinea il suo approccio realistico alla danza, e Rainer Variations (2002),. un documentario che combina interviste, frammenti di performance e ricostruzioni coreografiche.

La mostra si conclude con una timeline che ripercorre la carriera di Yvonne Rainer come danzatrice e coreografa,. e uno spazio dedicato alla sua produzione poetica degli anni ’90 e 2000. La mostra fa parte di Bologna Estate 2023, un programma di attività .promosso dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.

Yvonne Rainer, fermo immagine di Lives of Performers

Una Carriera Iconica tra Movimento e Pensiero

Yvonne Rainer, una delle artiste performative più influenti del ventesimo secolo, è una coreografa, danzatrice, regista e poetessa americana.

Nata a San Francisco nel 1934, si trasferisce a New York City nel 1956 per studiare recitazione. Qui, frequenta le lezioni alla Martha Graham School of Contemporary Dance e segue i corsi di Merce Cunningham dal 1959 per otto anni. Influenzata da figure come Anna Halprin e Robert Dunn, nel 1962 co-fonda il Judson Dance Theatre insieme ad altri ballerini sperimentali,. diventando un’importante figura nell’invenzione della danza postmoderna.

Nel corso della sua carriera, Rainer forma il collettivo Grand Union,. produce diversi lungometraggi sperimentali che sfidano la narrativa convenzionale e affrontano temi sociali e politici. Le sue opere riflettono sul femminismo, la politica radicale e le lotte delle minoranze, contribuendo ad affermare la sua importanza nell’avanguardia americana. Nel 2000, coreografa per il White Oak Dance Project di Michail Baryšnikov,. e continua a realizzare lavori significativi fino al suo ultimo pezzo del 2022, Hellzapoppin’: What About the Bees?, che affronta l’ingiustizia razziale negli Stati Uniti.

Yvonne Rainer ha ricevuto il Merce Cunningham Award nel 2015 ed è attualmente professoressa emerita presso l’Università della California,. Irvine, risiedendo e lavorando a New York.

INFORMAZIONI UTILI

DATE: Dal 30 giugno al 10 settembre 2023

LUOGO: MAMbo

INDIRIZZO: Bologna, Piazza Maggiore, 6

ORARI: martedì e mercoledì h 14-19; giovedì h 14 -20; venerdì, sabato, domenica e festivi h 10-19

BIGLIETTI: intero 6€; ridotto 4€

TELEFONO: +39 051 6496611

E-MAIL: info@mambo-bologna.org

SITO UFFICIALE: http://www.mambo-bologna.org/

Fonti

MAMbo Bologna

Getty Edu

di Eleonora Interliggi

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