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Il “Grand Bal” di Ann Veronica Janssens all’Hangar Bicocca

Installazione di Ann Veronica Janssens
Ann Veronica Janssens, Rose, 2007, Courtesy l’artista , Institut d’Art Contemporain, Villeurbanne/Rhône-Alpes e Esther Schipper, Berlino/Parigi/Seoul, © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE
Foto © Andrea Rossetti

Dal 6 aprile al 30 luglio 2023, Pirelli Hangar Bicocca ospita la mostra Grand Bal, una retrospettiva dedicata all’artista belga Ann Veronica Janssens.

La mostra, curata da Roberta Tenconi, si articola in una serie di installazioni ambientali e lavori più intimi, che invitano il pubblico a esplorare la relazione tra percezione e realtà, tra spazio e tempo, tra fisico e incorporeo.

Grand Bal: l’opera che apre lo spazio alla luce

In occasione dell’anteprima stampa, Ann Veronica Janssens e Roberta Tenconi hanno dato il via al “Grand Bal” di trasformazioni che hanno investito l’ Hangar Bicocca. Le due donne hanno accolto i loro ospiti in uno spazio del tutto diverso da come siamo abituati a vederlo. Infatti, per la prima volta si aprono i lucernari, permettendo alla luce naturale di penetrare gli spazi industriali del Pirelli Hangar Bicocca. Inoltre, l’artista ha concepito un intervento inedito, waves (2023), in cui trasforma alcune delle porte di uscita in aperture. Sostituendo i battenti con una rete in PVC porosa e trasparente, Janssens fa entrare nello spazio espositivo anche suoni, aria e altri elementi esterni. Così facendo, l’artista dialoga con lo spazio e ne espande i confini. L’opera “waves” rappresenta un perfetto esempio della ricerca artistica di Janssens, che gioca con la percezione e crea ambienti immersivi.

“Con ‘waves’ ho voluto creare un dialogo tra lo spazio interno ed esterno dell’Hangar Bicocca. La luce naturale che penetra nello spazio espositivo trasforma l’ambiente e crea nuove percezioni.”

Ann Veronica Janssens
Veduta della mostra Grand Bal
Ann Veronica Janssens, “Grand Bal”, veduta della mostra, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023, © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE
Foto Andrea Rossetti

La mostra

Il visitatore è al centro dell’esperienza della mostra; è invitato a muoversi e partecipare attivamente, seguendo le proprie sensazioni e percezioni generate dal confronto con le opere. Il titolo “Grand Bal”, che in francese significa “grande ballo”, evoca la dimensione performativa e la relazione dinamica tra le opere, l’architettura e il corpo umano, come in una danza in cui ogni elemento è necessario all’altro per rivelarsi completamente.

La prima installazione della mostra si chiama “Drops” (2023) ed è situata all’ingresso delle Navate dell’Hangar. Dodici specchi circolari disposti sul pavimento riflettono frammenti dell’architettura circostante, disorientando la percezione del luogo da parte dei visitatori e offrendo nuove prospettive visive. Gli specchi reagiscono in modo diverso alle condizioni in cui sono esposti, alterandole attraverso la rifrazione della luce. L’opera è una nuova versione di “Danaé” del 1999, realizzata in collaborazione con Nord project and Co nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia, dove gli specchi a terra riflettevano gli affreschi di Tintoretto (1518-1594) sul soffitto, creando connessioni multiple tra lo spazio, le opere presenti, gli artisti e i visitatori.

Prism, opera della mostra Grand Bal
Ann Veronica Janssens, Untitled (Prism), 2013, Courtesy l’artista e Institut d’Art Contemporain, Villeurbanne/Rhône-Alpes © 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE
Foto © Blaise Adilon

Tra le altre opere esposte, spiccano Untitled (Prism), una scultura di vetro che rifrange la luce in arcobaleni cangianti, e MUKHA, Anvers (1997-2023) dove l’artista utilizza una fitta nebbia artificiale e la luce naturale per dissolvere e rendere più sfocate le connotazioni della stanza e la presenza dei corpi, ma allo stesso tempo rende più evidenti le caratteristiche fisiche e materiali dell’aria in un ambiente apparentemente vuoto.

Mattoni e altalene: le opere che trasformano lo spazio e invitano al gioco

Sono numerosi i lavori in cui l’artista sfida le convenzioni dell’architettura e ridefinisce gli spazi espositivi. Una sezione delle Navate è stata trasformata dalla presenza di una vasta superficie percorribile composta da mattoni, creando uno spazio nello spazio che ospita anche altre opere, come “Area” (2023). In questa installazione, Janssens mette in discussione le definizioni tradizionali di scultura e architettura per creare quello che lei stessa definisce un “super space”.

Sospese sopra i mattoni ci sono delle altalene che costituiscono l’opera “Swings” (2000-2023). Questi elementi ludici invitano i visitatori a interagire con l’arte in modo nuovo e avvincente Le sedute delle altalene sono rivestite da una pellicola termoreagente che cambia tonalità al contatto con il calore: la presenza del corpo umano modifica temporaneamente l’aspetto dell’opera, lasciando una traccia effimera del suo passaggio. Questa installazione interattiva invita i visitatori a diventare parte attiva della mostra e a sperimentare l’arte in modo nuovo e coinvolgente.

Coreografia di Anne Teresa De Keersmaeker
Pioverà, coreografia di Anne Teresa De Keersmaeker all’interno della mostra “Grand Bal” di Ann Veronica Janssens, Ann Veronica Janssens / SIAE
Foto Andrea Rossetti

L’artista

La mostra rappresenta un’opportunità per conoscere il lavoro di un’artista che mette in discussione i confini tra arte e scienza, tra oggetto e ambiente, tra visibile e invisibile. Si tratta di Ann Veronica Janssens, nata a Folkestone nel 1956 e residente a Bruxelles, dove svolge la sua attività. Fin dalla fine degli anni Settanta, Janssens ha focalizzato la sua ricerca sulla luce e sulla sua relazione con l’ambiente circostante, realizzando spesso opere site-specific. Queste opere sfidano il carattere immutabile della scultura e dell’installazione, superando l’oggetto artistico attraverso la sua smaterializzazione e decostruzione. Janssens è spesso associata al lavoro dei “Light & Space”, il gruppo di artisti americani degli anni Sessanta come Robert Irwin e James Turrell, che hanno esplorato le potenzialità espressive della luce.

Con forme e gesti minimali e dal carattere anti-monumentale Janssens è in grado di modificare la percezione dello spazio da parte del pubblico. Le sue opere richiedono la partecipazione diretta dell’osservatore e appaiono un invito a esperire la realtà in modo differente. Infatti, attraverso una presa di coscienza dei propri sensi, dell’architettura e delle categorie spazio-temporali con cui la definiamo, l’artista mette in luce gli aspetti sociopolitici e culturali della realtà stessa. Inoltre, spesso basati su sperimentazioni in collaborazione con realtà scientifiche e tecnologiche, i lavori dell’artista diventano laboratori con cui testare i confini tra proprietà ed elementi fisico-materiali, considerati opposti. Alcuni esempi di questi opposti sono: la luce e l’oscurità, il suono e il silenzio, il vuoto e la presenza, il tangibile e l’incorporeo.

In Grand Bal Ann Veronica Janssens mette in atto tutta la sua capacità di creare opere che coinvolgono tutti i sensi, sfidandoli e mettendoli alla prova. Le sue installazioni trasportano il visitatore in un ambiente dove la luce e il colore fanno da protagonisti, destabilizzandolo e spingendolo oltre il tangibile.

Particolare dell'opera La pioggia di meteoriti
Ann Veronica Janssens, La pluie météorique, 1997 (particolare), Collezione M HKA / Museum of Contemporary Art Antwerp, Courtesy l’artista
© 2023 Ann Veronica Janssens / SIAE

Il Public program

L’esperienza del “Grand Bal” di Ann Veronica Janssens non si esaurisce nell’esposizione, ma offre al pubblico la possibilità di approfondire il rapporto tra arte e danza, tra corpo e spazio, tra movimento e luce. La coreografa belga Anne Teresa De Keersmaeker, amica e collaboratrice di Janssens, presenta in anteprima mondiale “Pioverà”, una performance ispirata alla pioggia meteorica che dà il titolo a una delle opere in mostra. Dodici danzatori si muovono tra le installazioni di Janssens, creando una coreografia che esplora le dinamiche del gruppo e dell’individuo, della casualità e della necessità, della visibilità e dell’invisibilità.

La conversazione itinerante tra l’artista e la curatrice offre invece l’occasione di ascoltare direttamente la voce di Janssens e di scoprire i retroscena della mostra, le sue fonti di ispirazione, i suoi metodi di lavoro e le sue riflessioni sul ruolo dell’arte nella società contemporanea.

Per scoprire tutte le proposte per il pubblico, vi invitiamo a visionare il sito.

Fonti

Pirelli Hangar Bicocca

La Stampa

di Deborah Finocchiaro

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