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“Gesti universali” di Penone alla Galleria Borghese

Giuseppe Penone. Gesti universali, Installation view, Sala degli Imperatori, Galleria Borghese, Roma
Giuseppe Penone, Gesti universali, Installation view, Sala degli Imperatori, Galleria Borghese, Roma

Giuseppe Penone è in mostra alla Galleria Borghese di Roma con la personale “Gesti universali” dal 14 marzo al 28 maggio 2023.

La mostra, curata da Francesco Stocchi, espone oltre trenta opere del famoso artista tra gli anni Settanta e i primi Duemila.
Le opere presenti a Galleria Borghese rappresentano cinque serie differenti che abbracciano oltre quarant’anni di produzione, dal 1973 al 2017.
Il percorso attraversa il Salone di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, la Sala degli Imperatori e quella di Enea e Anchise, e si estende anche nel Giardino dell’Uccelliera e nel Giardino della Meridiana. Si tratta di un omaggio alla scultura del maestro dell’Arte Povera, e sarà aperta al pubblico fino al 28 maggio 2023.

I temi

L’esposizione di Penone a Galleria Borghese offre una nuova prospettiva sul rapporto tra paesaggio e scultura, attraverso opere selezionate che si integrano perfettamente nell’ambiente circostante. Le sale della Galleria, caratterizzate da marmi e decorazioni, sono arricchite da innesti organici di foglie, cuoio e legno.
Nei Giardini, invece, le sculture in bronzo dialogano con la vegetazione circostante.
L’esposizione rappresenta una continuazione delle ricerche sul rapporto tra Arte e Natura, ma senza proporre alcun confronto tra le opere e il contesto.
Quaranta nuove piante in vaso, inoltre, completano l’integrazione delle opere nei Giardini.

Giuseppe Penone. Gesti universali, Installation view, Sala di Enea e Anchise, Galleria Borghese, Roma
Giuseppe Penone, Gesti universali, Installation view, Sala di Enea e Anchise, Galleria Borghese, Roma

Il percorso espositivo presenta nuclei di opere meno note o poco associate al lavoro di Penone, come Sguardo vegetale.
Inoltre, alcune opere sono esposte per la prima volta in gruppi tematici, come Soffio di foglie e Respirare l’ombra, e sono inserite nello spazio come presenze autonome e originali.
La narrazione sposta il suo asse, poiché i lavori di Penone non presentano riferimenti alla mitologia, e questo genera un nuovo presente incerto attraverso il rapporto tra tempo naturale e passato storico.

Questa mostra è un dialogo tra oggetti che esprimono dei pensieri di epoche diverse ma che hanno come filo conduttore comune il rapporto tra l’uomo e la materia che lo circonda. Questo avviene nell’azione che produce l’opera e che accomuna le opere della Galleria Borghese con la realtà di oggi. Solo attraverso una riflessione con i materiali e con lo spirito che ha sviluppato quelle forme d’arte, si può creare un dialogo che non è un confronto ma un tentativo di porre l’attenzione su dei valori che si possono ritenere condivisi.

Giuseppe Penone

L’uso della materia

Il lavoro di Penone si distanzia da ogni possibile confronto simbolico con la Galleria, e si concentra invece sulla rivelazione delle forme nascoste della materia. L’obiettivo dell’artista è di riattivare il naturale scambio osmotico tra il museo e il parco circostante, che ha ispirato molte delle opere della sua collezione.
Gli interventi dell’artista, non alterano l’equilibrio unico tra forme e architettura della Galleria, ma rinnovano il gioco barocco che intrecciava paesaggio, natura e scultura. Il risultato è un nuovo dialogo e una riflessione sulla scultura, che rivelano la sua evoluzione storica e contemporanea.

La ricerca di Penone si concentra, inoltre, sulla prossimità tra la natura umana e vegetale, elemento centrale del suo lavoro, e stimola una riflessione sul linguaggio e sul rapporto con il Tempo e la Storia, presenti in Galleria. In questo rispecchiamento, i materiali moderni utilizzati dall’artista si alternano al tempo storico di quelli della statuaria classica, cercando il necessario legame tra essi.
Lo sguardo trasversale e soggettivo mira a un equilibrio rinnovato, guidato dalla pura ammirazione.
L’artista usa la materia come un medium per esplorare i processi naturali, svelando le forme nascoste e le caratteristiche intrinseche dei materiali stessi.
In questo senso, lavora spesso attraverso l’eliminazione, la rimozione o la scultura, per portare alla luce l’essenza della materia e il suo rapporto con l’uomo.
Infine, Penone si interessa anche alla dimensione temporale dei materiali, alla loro evoluzione nel tempo e alla loro memoria storica.
È così che mira a creare un ponte tra il passato e il presente, valorizzando la loro intrinseca bellezza.

Giuseppe Penone. Gesti universali, Installation view, Giardino dell’Uccelliera, Galleria Borghese, Roma
Giuseppe Penone, Gesti universali, Installation view, Giardino dell’Uccelliera, Galleria Borghese, Roma

Le sale

Salone d’ingresso Mariano Rossi

L’opera di Penone pone al centro l’albero, come simbolo di vitalità, cultura e scultura.
Per realizzare i suoi primi alberi, l’artista ha seguito un preciso processo per rendere visibile il centro assiale del tronco, che attraverso gli anelli concentrici mostra gli anni di vita dell’albero. Scavando nel legno con strumenti tradizionali, come il mazzuolo, la sgorbia e lo scalpello, l’artista rivela i nodi e le porzioni di rami che sono stati inglobati nel tronco nel corso del tempo.
Questa azione di scortecciamento ha un duplice effetto. Da un lato, mette in luce l’albero da cui proviene e dall’altro mostra l’origine naturale di molti oggetti della vita quotidiana.
L’arte di Penone rappresenta dunque una riflessione sui modi per affrontare il quesito della scultura, racchiuso nella materia stessa.

Giuseppe Penone. Gesti universali, Installation view, Salone d'ingresso Mariano Rossi, Galleria Borghese, Roma
Giuseppe Penone, Gesti universali, Installation view, Salone d’ingresso Mariano Rossi, Galleria Borghese, Roma

Sala degli Imperatori

Nella sala sono presenti due opere che differiscono per i materiali e i processi utilizzati, ma che condividono le esperienze precedentemente acquisite dall’artista, incentrate sulla parola, sul respiro e sul contatto.

In Soffio di foglie, Penone utilizza foglie vere, che raccolte in un cumulo diventano il materasso su cui si sdraia e, girando la testa di lato, espira. Quando si alza, le foglie mostrano l’impronta del suo corpo e del suo respiro.
In Respirare l’ombra, un’ombra conica prodotta dal corpo umano è realizzata attraverso una griglia di foglie di alloro in bronzo. Il corpo che genera la sagoma svasata è suggerito in negativo, mentre il dettaglio dei polmoni e del tubo tracheale è una scultura a tutto tondo. Quest’ultima è anch’essa creata con un intreccio di foglie di alloro fuse in bronzo, ma dal rivestimento dorato.
L’alloro è una pianta mitologica e l’oro è un minerale che l’organismo umano tollera. Si creano quindi forti legami tra l’ombra del fogliame e quella all’interno dei polmoni, tra le foglie che producono ossigeno e i polmoni che lo respirano, tra la cavità dei polmoni e gli spazi vuoti che permettono il processo di fusione attraverso cui si ottiene la scultura.

Sala Apollo e Dafne

Attraverso dipinti e sculture, nella Sala di Apollo e Dafne vengono raffigurati diversi episodi del mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi.
Dafne, il cui nome in greco antico significa alloro, fu trasformata in questa pianta per sfuggire ad Apollo, che la considerava sacra al suo culto. L’alloro diventò il simbolo della gloria e fu coltivato nei giardini imperiali, utilizzato anche come corona preziosa durante le cerimonie romane.
Come nel mito di Dafne, l’opera di Penone, che è natura stessa, si trasforma, con una pianta sempreverde come l’alloro che assume il significato di vita eterna.

Giuseppe Penone. Gesti universali, Installation view, Sala Apollo e Dafne, Roma
Giuseppe Penone, Gesti universali, Installation view, Sala Apollo e Dafne, Galleria Borghese, Roma

Sala di Enea e Anchise

Le opere qui esposte esplorano il tema dell’identità, che funge da confine e al tempo stesso da connessione con il mondo circostante. Qui il contatto, più che la vista, costituisce la principale fonte di conoscenza, e da esso emerge la scultura.
L’impronta è la conseguenza della funzione primaria del tatto e diviene segno distintivo dell’identità. In Pelle di marmo e spine d’acacia, le vene e le spine richiamano la superficie della pelle e la sua vitalità. In Pelle di cedro, la lamina in oro zecchino registra l’impronta della pelle e dialoga con le tre figure del gruppo scultoreo.
La pelle del bambino (Ascanio) è vellutata e morbida, quella del giovane (Enea) è vigorosa e turgida, mentre quella dell’anziano (Anchise) è molle e raggrinzita. Il contatto rappresenta una forma continua e spontanea di conoscenza.

I giardini

Giardino della Meridiana

Qui la visione viene sostituita dalla forma fisica dell’artista, trasformata in una scultura grazie alla proiezione dello sguardo.
Penone, privato della vista, può percepire immagini che non sono filtrate dalla sua selezione personale. La sua immagine corporea viene offerta all’immaginario collettivo e alle sue capacità visionarie. Le immagini che i suoi occhi registrano sono trasmesse direttamente agli altri, senza manipolazione.
Le fotoceramiche Sguardo vegetale si basano su alcuni elementi condivisi, come l’idea di scultura, il mito della cecità profetica e la capacità documentaria della fotografia.
Il tema del vegetale e della ricerca della luce è presente in molte opere dell’artista, come in Spazio di luce e Equivalenza.
Il vegetale è alla ricerca di quella luce necessaria per la sua esistenza, come lo sguardo che si proietta verso l’esterno, offrendo una visione senza filtri.

Giuseppe Penone, Gesti universali, Installation view, Giardino della meridiana, Roma
Giuseppe Penone, Gesti universali, Installation view, Giardino della Meridiana, Galleria Borghese, Roma

Giardino dell’Uccelliera

Con i Gesti vegetali, l’obiettivo del processo scultoreo è di fissare in modo permanente un movimento. Le opere mirano a costruire “una foglia gigantesca a misura d’uomo”, dove la presenza dell’artista è rivelata attraverso i suoi gesti sovrapposti che definiscono la forma nello spazio.
Il primo Gesto vegetale in bronzo rappresenta un corpo femminile modellato su un manichino di grandezza naturale, con i gesti impressi sulla creta, che a sua volta funge da matrice per la fusione. Il bronzo è stato scelto come materiale per la sua capacità di richiamare l’aspetto naturale del tronco d’albero.

Informazioni sulla mostra

Dove: Galleria Borghese, Piazzale Scipione Borghese, 5 – Roma
Quando: 14 marzo – 28 maggio 2023  
Giorni e orari di apertura del museo: Dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle ore 17.45) 
Chiuso tutti i lunedì 
Biglietti: Intero € 13,00, Ridotto 18-25 anni € 2,00  
Prenotazione obbligatoria, per tutte le tipologie di biglietto
Biglietteria e modalità di prenotazione:
La prenotazione è obbligatoria e la biglietteria chiude 30 minuti prima del museo 
Prenotazione: +39 06 32810 
ga-bor@cultura.gov.it 
galleriaborghese.it 

Fonti

BeniCulturali
Artemagazine
Finestre sull’arte
Ansa
Zero

di Chiara Pezzella

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