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Goya e Caravaggio: il confronto ai musei Capitolini

Nell'immagine sono rappresentati i due dipinti di Goya e Caravaggio: rispettivamente Buona Ventura e Il Parasole.
A sinistra Buona Ventura di Caravaggio a destra Il Parasole di Goya.

Dal 12 gennaio 2024 al 25 febbraio 2024, sarà possibile ammirare la mostra di Goya e Caravaggio presso la Sala Santa Petronilla dei Musei Capitolini.

Questo dialogo avverrà grazie a due delle opere di due artisti e maestri della storia dell’arte: Francisco Goya e Michelangelo Merisi in arte Caravaggio. La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione con Il Museo Nazionale del Prado, in seguito ad un evento dedicato a Guido Reni a Madrid, i Musei Capitolini hanno concesso l’opera l’Anima Beata di Guido Reni, favorendo così uno scambio culturale tra le due istituzioni.

La Mostra

L’esposizione, intitolata “Goya e Caravaggio: verità e ribellione“, è curata da Federica Maria Papi, che offre per la prima volta l’opportunità di osservare due capolavori dell’arte: Il Parasole (1777) di Goya e La Buona Ventura (1594) di Caravaggio. I due artisti hanno introdotto innovazioni stilistiche e iconografiche, contribuendo in modo significativo allo sviluppo dell’arte. La mostra sarà un’esperienza che permetterà di apprezzare e valutare le divergenze o le affinità che collegano i due artisti, nonostante essi si trovino in due epoche distinte, in cui vigevano visioni artistiche diverse ma allo stesso tempo straordinarie.

Immagine della conferenza stampa dell'apertura della mostra Goya e Caravaggio ai musei Capitolini
Foto dalla Conferenza Stampa ai Musei Capitolini 2024.

Verità e ribellione

Dopo ventitré anni, fa il suo ritorno in suolo italiano Il Parasole, capolavoro di Francisco Goya, giovane maestro spagnolo considerato da molti il pioniere dell’arte moderna. Questo dipinto dialogherà artisticamente con La Buona Ventura di Caravaggio, arricchendo il percorso espositivo e contribuendo a profonde riflessioni sulle dinamiche della storia dell’arte.

Oltre a ciò, numerose sono le analogie tra le due opere: entrambe appartengono a una fase di vita giovanile, con protagonisti un uomo e una donna. Inoltre, ritraggono in modo veritiero scene di vita quotidiana, con evidenti “segni di ribellione” nei confronti delle convenzioni stilistiche e iconografiche dell’epoca. Nonostante la distanza temporale di circa 180 anni tra i due dipinti, questo confronto stimola il pensiero e la connessione tra diverse epoche.

Se Caravaggio è considerato il precursore dell’arte moderna, Goya si distingue come pioniere contemporaneo e uno dei primi pittori “romantici”.

Il Parasole di Francisco Goya 1777

Analisi de Il Parasole di Goya

El Quitasol” è uno dei bozzetti preparatori di Francisco Goya per il ciclo di arazzi destinati a decorare la sala da pranzo del Palazzo del Pardo a Madrid, residenza dei principi delle Asturie, futuri re Carlo IV e Maria Luisa di Parma. Il dipinto ritrae una giovane donna, una maja del popolo, seduta su una riva, protetta da un parasole e accompagnata da un ragazzo. Contrariamente alla tradizione nordica fiamminga, Goya abbandona temi di caccia o allegorie per ispirarsi al mondo reale e alla società spagnola contemporanea.

La scena è un gioco di seduzione, evidenziato dai colori sgargianti dell’abito della donna, la presenza di un cagnolino sul suo grembo e il gioco di luci e ombre del parasole. Goya dimostra la sua conoscenza della pittura antica, in particolare di quella rinascimentale veneziana, e mostra influenze di Tiepolo e della pittura francese. L’interpretazione realistica, il tema della seduzione e la tecnica pittorica innovativa suggeriscono un’ispirazione forse anche dalla “Buona Ventura” di Caravaggio, durante il soggiorno di Goya a Roma sei anni prima. La Buona Ventura si trovava nella celebre Galleria della Scuola del Nudo in Campidoglio, frequentata da Goya durante il suo periodo italiano (1770-1771).

Dipinto del maestro Caravaggio, dal nome La Buona Ventura
La Buona Ventura di Caravaggio 1594

Analisi de La Buona Ventura di Caravaggio

Il dipinto, noto come “La Buona Ventura“, appartenne inizialmente alla collezione del cardinale Francesco Maria del Monte nel 1627. Successivamente, nel 1628, fu acquistato dal cardinale Carlo Emanuele Pio e rimase nella sua raccolta fino al 1750. In seguito, insieme ad altre opere, fu ceduto alla Reverenda Camera Apostolica ed entrò a far parte della Galleria dei Quadri fondata sul Campidoglio da papa Benedetto XIV nel 1748.

La Buona Ventura” è tra le prime opere documentate eseguite da Caravaggio nei suoi primi anni romani, datata al 1597. Il dipinto rappresenta un’episodio di vita quotidiana nella Roma del tardo Cinquecento, con una zingara e un giovane cavaliere come modelli viventi, vestiti in abiti contemporanei. Caravaggio costruisce uno spazio indefinito ma realistico grazie alla luce naturale che forma le figure.

Oltre alla rappresentazione di una scena di genere, il dipinto nasconde un significato allegorico morale in linea con il clima controriformistico dell’epoca. La giovane zingara, seducente e astuta, fingendo di leggere il futuro al cavaliere, gli sottrae di nascosto l’anello dall’anulare destro. Questo gesto rapido è un monito contro l’inganno delle apparenze e la seduzione dei falsi profeti, riflettendo le leggi dell’ottica e la realtà come si presenta agli occhi dello spettatore.

Info utili

Luogo: Musei Capitolini, Sala Santa Petronilla

Indirizzo: Piazza Del Campidoglio, 1, Roma

Date: Dal 12 gennaio al 25 febbraio

Orari: Tutti i giorni dalle ore 9.30 alle 19.30, ultimo ingresso un’ora prima della chiusura

Biglietti: L’accesso alla mostra è gratuito e consentito ai detentori della MIC card. PREZZO INTERO SOLO MOSTRA 13 EURO, RIDOTTO SOLO MOSTRA 11 EURO

Telefono: 060608

Fonti

di Miriana Lo Cicero

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