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Rivoluzione Vedova: l’arte come impegno civile a Venezia

Emilio Vedova al lavoro alla breccia. Non Dove 1985/’88. Foto di Aurelio Amendola

Il museo M9 di Venezia inaugura la mostra Rivoluzione Vedova, visitabile dal 4 maggio al 26 novembre.

La mostra è stata ideata e progettata dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova e coprodotta con M9 – Museo del ’900.

Curata da Gabriella Belli e allestita dallo Studio Alvisi Kirimoto, Rivoluzione Vedova apre un percorso inedito che sceglie l’arte contemporanea di Vedova come testimone del cambiamento delle modalità di fare arte intesa come impegno civile nella cronaca quotidiana della storia.

Emilio Vedova, “Tondi e Dischi” (1985-1995, part.). Foto di Vittorio Pavan

Rivoluzione Vedova: l’arte contemporanea approda al Museo M9

Il museo M9 adotta l’arte contemporanea come mezzo per esplorare e interpretare la storia per la prima volta dalla sua inaugurazione. Questa iniziativa dà inizio a un ciclo di mostre biennali che si focalizzano su figure chiave della storia dell’arte che si distinguono per il loro profondo impegno civile e che allo stesso tempo hanno rivoluzionato le arti trasformando le regole e i canoni con contributi originali e innovativi, iniziando da Emilio Vedova.

La mostra racconterà con centotrenta opere, tra installazioni e opere a parete, il punto di vista di questo grande artista ed intellettuale. Verremo messi a confronto, attraverso i suoi lavori, con i capitoli “caldi” della storia italiana del Novecento, dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale passando per la politica internazionale degli anni Sessanta e Settanta, fino alle soglie del Duemila.

Saranno esposti alcuni fondamentali lavori del pittore veneziano connotati proprio dal forte legame con i drammatici eventi del suo tempo, come Diario partigiano, Diario di Corea, Praga 1968, Chi brucia un libro brucia un uomo, oltre al grande ciclo …in continuum, compenetrazioni/traslati ’87/’88 e i sette plurimi dell’Absurdes Berliner Tagebuch ’64.

Per la prima mostra di arte contemporanea di M9 era forse impossibile scegliere un artista più contemporaneo di Emilio Vedova. Maestro veneziano ed esponente più rappresentativo di una rivoluzione creativa iniziata nel ventesimo secolo e tuttora di grande modernità per la sua capacità di osservare e interrogare il presente attraverso quadri che, come lui stesso li chiamava, sono “territori d’inchiesta”.

Michele Bugliesi, presidente di Fondazione M9
Una veduta dell’allestimento della mostra Rivoluzione Vedova all’M9-Museo del ’900. Foto di Vittorio Pavan

Emilio Vedova, tra arte e denuncia sociale

Emilio Vedova nasce a Venezia nel 1919 da una famiglia di artigiani-operai e inizia a lavorare come autodidatta negli anni ’30. Nel corso della sua carriera, ha partecipato a importanti movimenti artistici e politici, tra cui il movimento antinovecentista Corrente, la Resistenza antifascista e la fondazione della Nuova Secessione Italiana e del Fronte Nuovo delle Arti. Ha partecipato a numerose edizioni della Biennale di Venezia, ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui il Leone d’Oro alla carriera nel 1997.

Ha anche svolto un’intensa attività didattica nelle università americane e in Europa. La sua carriera artistica è stata caratterizzata da una costante volontà di ricerca e innovazione, realizzando importanti cicli di opere come i Plurimi, i Carnevali e i grandi cicli di “teleri”. Ha avuto numerose mostre personali, tra cui una grande antologica al Castello di Rivoli nel 1998 e una retrospettiva itinerante alla Berlinische Galerie di Berlino e alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma dopo la sua scomparsa nel 2006.

Una veduta dell’allestimento della mostra Rivoluzione Vedova all’M9-Museo del ’900. Foto di Vittorio Pavan

Il percorso

L’architetto Alvisi Kirimoto ha realizzato l’allestimento di Rivoluzione Vedova in linea con la richiesta della curatrice di definire tre ambiti distinti. La sala asimmetrica di oltre 1300 mq, caratterizzata da una luce particolare che filtra dalla copertura a shed,. è stata divisa attraverso una struttura complessa composta da tre fogli piegati. Questa struttura, definita “scheggia“, scandisce lo spazio e ne modella il profilo, separando e al tempo stesso raccordando gli ambiti della mostra. La sala, con la sua planimetria irregolare e le sue aperture,. mette in risalto il legame delle opere con la città e amplifica la natura urbana dell’installazione.

Il percorso suggerisce al visitatore due livelli di lettura: da una parte grande protagonista è la pittura,. il gigantismo delle opere, la potenza del segno, la forza della materia, la risonanza della luce, dei bianchi e neri e del colore. Dall’altra parte è il resoconto della storia a farsi protagonista con una decina di lavori disposti in sequenza cronologica sulle bianche pareti perimetrali della sala.

La prima sezione della mostra ospita l’opera …in continuum, compenetrazioni/traslati ’87/’88, dalla dirompente forza espressiva e articolazione spaziale. La seconda zona presenta i Plurimi dell’Absurdes Berliner Tagebuch ’64, composto da sette elementi che invadono lo spazio. La terza sezione, invece, è costellata dalla presenza dei Dischi e dei Tondi, opere che fluttuano o si appoggiano alla “scheggia”.

Alla fine del labirinto di opere, si erge, leggermente distaccata dalle altre, Chi brucia un libro brucia un uomo, l’opera legata all’incendio della biblioteca di Sarajevo del 1992, di fortissimo valore simbolico.

Oltre alla sala espositiva, è possibile scoprire il mondo di Vedova attraverso una black box multimediale e un fitto programma di laboratori didattici.

Alvisi Kirimoto ha pensato l’intero allestimento per mostrare al meglio i cicli di opere esposti e la sottile rete di relazioni tra di essi,. e per immergere il visitatore nell’universo di Vedova.

Una veduta dell’allestimento della mostra Rivoluzione Vedova all’M9-Museo del ’900. Foto di Vittorio Pavan

Il Museo M9

Il M9 – Museo del ‘900, inaugurato nel dicembre 2018 dalla Fondazione di Venezia, è l’unico museo in Italia completamente dedicato alla storia del Novecento. Il museo la presenta attraverso un racconto multidimensionale e immersivo, percorrendone i cambiamenti demografici, sociali, politici e culturali, ambientali e paesaggistici. Si propone come un viaggio nel tempo che ripercorre le trasformazioni e le contraddizioni del Novecento in un racconto di luci e ombre. Il museo presenta anche l’evoluzione degli spazi domestici, la cultura di massa, gli intellettuali e le arti,. l’informazione, le tradizioni e il folklore, le stagioni politiche di intere generazioni e le trasformazioni che hanno plasmato i territori italiani.

Il museo si basa su una rete di quasi 150 archivi e biblioteche italiane e internazionali per valorizzare i beni culturali propri del Novecento. Una sperimentazione innovativa in cui la tecnologia è al servizio dei contenuti museali. Il suo obiettivo è quello di conoscere il passato per comprendere il presente e immaginare il futuro. M9 è in costante evoluzione, in adattamento al ritmo accelerato del nostro tempo.

M9 si impegna a essere un museo vivo, inclusivo e interculturale,. aperto alle comunità locali grazie al suo programma di mostre temporanee e di attività didattiche e formative. Il sistema di mostre temporanee e di eventi collegati mira a proiettare il museo nel presente, trasformandolo in un vero museo del XX e XXI secolo. Il museo vuole diventare sempre di più un riferimento di primo livello internazionale grazie alla sua unicità e alla sua proposta all’avanguardia.

INFORMAZIONI UTILI

DATE: dal 4 maggio al 26 novembre

LUOGO: M9 – MUSEO DEL ‘900

INDIRIZZO: Venezia Mestre, Via Giovanni Pascoli 11

ORARI: mer, gio, ven, 10.00 – 18.00
sab, dom, 10.00 – 19.00
lun, mar, chiuso

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 0410995941

E-MAIL INFO: info@m9museum.it

SITO UFFICIALE: https://www.m9museum.it/

Fonti

M9 Museum

di Eleonora Interliggi

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