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Plautilla Bricci: riscoprire le artiste

Plautilla Bricci

Fino al 19 aprile 2022 è ancora possibile visitare la mostra “Plautilla Bricci: una rivoluzione silenziosa” presso le Gallerie Corsini di Roma

Plautilla Bricci (Roma 1616 – 1705), architetta e pittrice, è stata riscoperta da pochi anni grazie al romanzo l’Architettrice di Melania G. Mazzucco.

L’unica donna in un mondo di uomini

Cosa ha permesso a Plautilla Bricci, vissuta durante il XVII secolo, di esercitare il mestiere di artista a tempo pieno?

Come viene raccontato nella mostra, per intraprendere la carriera di artista Bricci doveva trovare il modo di sfuggire alle norme sociali dell’epoca. Lo stratagemma fu ideato probabilmente da suo padre. Anch’egli artista eclettico, Giovanni Bricci idea quello che oggi possiamo definire con ogni probabilità un trucco: il completamento miracoloso della prima opera di Plautilla, un quadro raffigurante una Maestà. L’opera miracolosa venne donata alla nuova chiesa del Carmine, e si pensa abbia proprietà taumaturgiche.

Plautilla Bricci

Da questo momento in poi la giovane artista consacrò la sua vita alla sua professione. Questo la pone in una posizione unica: era sì donna nubile, ma non prigioniera in convento. Grazie a questo stratagemma l’artista poté dipingere e progettare liberamente durante la sua lunga vita, senza doversi mai piegare alle aspettative sociali. Solo nel 1692 ormai molto anziana, entrò nel Monastero di Santa Margherita a Trastevere. Qui morì il 13 dicembre 1705, e il Libro dei Morti la annota come “Plautilla Signora Romana”.

Personaggio fondamentale per la carriera di Bricci fu Elpidio Benedetti, amico del cardinale Francesco Barberini, che lo inviò in Francia nel 1635 dove divenne segretario del cardinal Giulio Mazzarino. Benedetti fu incaricato di scegliere e acquistare oggetti preziosi ed opere d’arte nella città papale. Al suo ritorno dalla Francia, mentre cercava nuove promesse artistiche, incontrò la giovane artista: a convincerlo fu la sorella suor Maria Eufrasia della Croce, monaca pittrice carmelitana, già da tempo amica di Bricci.

Essere architettrice: l’importanza delle parole

Plautilla Bricci è l’unica architetta dell’europa preindustriale, e dagli archivi scopriamo che si riferiva a se stessa con il neologismo “architettrice”. La questione dei nomi delle professioni al femminile è spinosa, e spesso tendiamo a pensare che sia una lotta recente; al contrario, Bricci ci dimostra che il riconoscimento delle donne in settori dai quali erano escluse è storia antica.

Nel libro Singolari femminili la sociolinguista Vera Gheno afferma:

Succede che ciò che non viene nominato tende a essere meno visibile agli occhi delle persone. In questo senso, chiamare le donne che fanno un certo lavoro con un sostantivo femminile non è un semplice capriccio, ma il riconoscimento della loro esistenza […]. E pazienza se ad alcuni le parole ‘suonano male’: ci si può abituare. Pazienza anche se molti pensano siano solo sciocche velleità: le questioni linguistiche non sono mai velleitarie, perché attraverso la lingua esprimiamo il nostro pensiero

Vera Gheno, Femminili singolari, 2019

Plautille Bricci inventa quindi un neologismo per descriversi, certo, ma sopratutto per affermare la sua esistenza.

Ma cosa ha fatto Plautilla Bricci per definirsi l’architettrice? Personaggio dimenticato della Roma berniniana, è stata un’architetta barocca capace di suggestionare lo spettatore grazie all’uso delle forme. La ricordiamo principalmente per due capolavori dell’architettura barocca da lei realizzati: la cappella di San Luigi nella chiesa di San Luigi dei Francesi e Villa Benedetta, sontuosa dimora poco fuori porta San Pancrazio sul Gianicolo.

Plautilla Bricci

Le opere

È peculiare la scelta di affidare proprio a Plautilla Bricci, a una donna, la progettazione di una cappella dedicata a San Luigi IX. L’opera di Bricci aveva infatti un compito politico oltre che artistico: gestire i rapporti diplomatici tra la corona e il papato, formalizzandoli attraverso l’architettura e la pittura. L’intento si concretizza in un trionfo di marmi policromi, stucchi dorati, bianchi e colorati che rendono la cappella un piccolo manifesto della cultura barocca romana. La cappella somiglia molto alle opere berniniane e borrominiane, coronata poi da una pala raffigurante San Luigi tra la Fede e la Storia come gloriosa celebrazione della nazione francese.
Questa scelta così audace può spiegarsi solo con l’intervento della sovrana Anna d’Austria, benefattrice e sostenitrice di artiste e della creatività femminile.

Plautilla Bricci

La seconda importante opera, Villa Benedetta, purtroppo andata perduta nel XIX secolo, era una villa sull’Aurelia Antica progettata per Eldipio Benedetti e denominata “il Vascello.”
La villa progettata da Plautilla Bricci rappresentava un unicum nell’architettura civile romana. La forma allungata, con i lati minori prospettanti l’uno sull’Aurelia e, l’altro, verso il Vaticano, le fece assumere il soprannome Vascello, nome che presto passò a definire anche il toponimo di tutta l’area.

La riscoperta delle artiste di ogni epoca

La mostra Plautilla Bricci. Una rivoluzione silenziosa esplora l’arte e le vicende personali dell’artista. Grazie alla vita ritirata condotta da Plautilla Bricci, non si corre nel rischio di un’eccessiva esaltazione della sua vita privata, come accade per altre artiste, anche se è sicuramente un argomento interessante.

Unica donna a praticare il mestiere di architetta, Bricci è un unicum nella sua epoca. Oltre alla sua unicità, resta un’artista di talento che ha contribuito allo sviluppo della pittura e dell’architettura barocca. A differenza di altre artiste vissute in quei secoli, la meritata fama le venne riconosciuta mentre era ancora in vita.

Il problema non è tanto nel riconoscimento dei suoi contemporanei, ma nei secoli di oblio che caratterizzano l’arte femminile. Benché le prime forme d’arte eseguite dall’umanità, le pitture rupestri, siano di mano femminile, si fa ancora fatica a riconoscere il ruolo delle donne nella storia dell’arte.

Sono le mostre come questa che propongono la riscoperta e l’apprezzamento delle artiste di ogni epoca: con tutti i loro limiti e le difficoltà date dal momento storico (il negato accesso nelle accademie, non poter dipingere nudi dal vivo, la maternità come obbligo imprescindibile…) le artiste ci sono e vanno conosciute e apprezzate.

Questi ultimi anni il mondo dell’arte ha riscoperto moltissime artiste e sembra voler continuare in questa direzione, valorizzando una storia che la società per secoli ha nascosto per dare risalto unicamente al genio maschile.

Fonti

http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/plautilla-bricci/

https://www.artribune.com/arti-visive/archeologia-arte-antica/2021/12/mostra-plautilla-bricci-galleria-corsini-roma/

di Alessia De Santis

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