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Lucio Saffaro tra arte e scienza a Palazzo Fava

Lucio Saffaro, Opus CCCV, 1993
Lucio Saffaro, Opus CCCV, 1993

Lucio Saffaro è in mostra dal 26 maggio al 24 settembre a Palazzo Fava. Palazzo delle esposizioni a Bologna, con “Viaggio verso l’ignoto”.

Claudio Cerritelli e Gisella Vismara sono i curatori della mostra che si concentra sulla figura poliedrica dell’artista (Trieste 1929 – Bologna 1998).
Saffaro è stato uno dei più originali pittori, scrittori, poeti e matematici italiani del secondo Novecento, e la mostra lo evidenza sotto aspetti molteplici.

La mostra

La mostra Viaggio verso l’ignoto è un progetto della Fondazione Lucio Saffaro che presenta 87 opere pittoriche e grafiche tra le più significative dell’artista, per tracciare un percorso esaustivo nella sua ricerca artistica (1954-1997).
La selezione comprende 37 olii su tela, 34 litografie e 16 disegni, che spaziano dalla fase giovanile fino alla maturità, simbolizzata dalle forme eleganti e poliedriche che rendono unico il suo lavoro.

Lucio Saffaro, Il poliedro M2 opus CCLXIII, 1985
Lucio Saffaro, Il poliedro M2 opus CCLXIII (dettaglio), 1985

Saffaro, che rifiutava la definizione di artista-matematico, ha sempre cercato un linguaggio raffinato e vario. Ha saputo unire la sua profonda conoscenza scientifica con l’indagine artistica di forme simboliche legate ai misteri dello spazio e del tempo.
Il suo lavoro si concentra sull’approfondimento della relazione tra il mondo classico e la conoscenza moderna.
L’artista, dotato di una spiccata attitudine a collegare il passato con il presente, proietta con forza visionaria l’immagine del futuro e coglie i complessi legami tra l’antico e il contemporaneo.

I temi

La mostra permette di analizzare le varie dimensioni esplorate da Saffaro nella sua ricerca artistica.
L’artista, infatti, ha identificato simboli, creato monumenti e ritratti immaginari, rappresentato visioni allegoriche, poliedri e forme geometriche, esplorato il pensiero creativo, creato immagini metafisiche e rappresentato emblemi del tempo infinito.

Lucio Saffaro, Il Modulo opus LXXV, 1961
Lucio Saffaro, Il Modulo opus LXXV (dettaglio), 1961

Nel corso della mostra, sarà proiettato il documentario Lucio Saffaro. Le forme del pensiero“, diretto da Giosuè Boetto Cohen nel 2014. Il documentario presenta le narrazioni di amici e studiosi dell’opera di Saffaro, come Maurizio Calvesi, Flavio Caroli, Federico Carpi, Claudio Cerritelli, Bruno D’Amore, Michele Emmer, Piergiorgio Odifreddi, Riccardo Sanchini, Luigi Ferdinando Tagliavini, Walter Tega e Gisella Vismara. Inoltre, il documentario include filmati d’archivio della famiglia, che forniscono un’ulteriore prospettiva sulla vita personale dell’artista.
Il catalogo, pubblicato da Bologna University Press, contiene contributi critici di Gisella Vismara, consulente scientifica della Fondazione Saffaro, Bruno D’Amore, critico d’arte e matematico, e Claudio Cerritelli, ex docente di storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.

Il legame tra arte e scienza

Negli anni ’60, Lucio Saffaro comincia ad esplorare la relazione tra arte e scienza, creando un dialogo tra i codici scientifici e strumenti della fantasia.
In questo periodo l’artista si concentra sui temi dello specchio, del labirinto e dell’infinito.
I suoi teoremi logico-prospettici presentano una compostezza geometrica arricchita da elementi costruttivi, come archi tangenti, piani concavi e convessi e intersezioni asimmetriche.

Lucio Saffaro, La stella di origine opus CCXCII (dettaglio), 1991
Lucio Saffaro, La stella di origine opus CCXCII (dettaglio), 1991

Negli anni ’70, inoltre, Saffaro esplora la tensione tra la prospettiva e i flussi avvolgenti del sogno, creando opere in cui le forme simmetriche sono turbate dalle ondulazioni del desiderio.
L’artista introduce anche i “poliedri“, non solo come risultato di calcoli matematici, ma anche come prodotto della dimensione del sogno.
L’immaginario geometrico di Saffaro riflette la pluralità delle fonti iconografiche e la proiezione delle forme nello spazio cosmico.

La tensione verso l’infinito

L’arte di Lucio Saffaro, artista, scienziato e intellettuale, ha radici sia nella cultura rinascimentale che in quella della Mitteleuropa.
Il percorso espositivo trasforma in sensazioni visive i concetti di immensità e di limite, attraverso le sue figure allegoriche che rappresentano universi sconosciuti e latitudini fuori dalla nostra consueta percezione quotidiana. Inoltre, il percorso mette in relazione simboli, poliedri, allegorie e ritratti, portandoci a riflettere sulla geometria della perfezione, che resta sempre irraggiungibile, ma alla quale possiamo comunque continuare a tendere all’infinito, come filosofi illuministi.

L’artista ha sviluppato il suo lavoro sulla base di un rapporto intenso con la scienza, utilizzando canoni matematici come strumento per indagare una cognizione del tempo quasi metafisica, al di là del tempo.
Nonostante sia un razionalista, Saffaro ha una vocazione mistica nella ricerca dell’assoluto e di tutto ciò che tende all’infinito.
L’infinito artistico, matematico e simbolico che è stato al centro della ricerca rinascimentale, ritorna in modo costante nelle opere di Saffaro, come se fosse una costante matematica che si giustifica da sé.

Lucio Saffaro, Monumento a Dinostrato opus CXVIII (dettaglio), 1968
Lucio Saffaro, Monumento a Dinostrato opus CXVIII (dettaglio), 1968

Informazioni sulla mostra

Dal 26 Maggio 2023 al 24 Settembre 2023

LUOGO: Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni, Via Manzoni 2, Bologna

ORARI: martedì-domenica, 10-19. Chiuso lunedì

COSTO DEL BIGLIETTO: 6 €

TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 051 19936329

E-MAIL INFO: esposizioni@genusbononiae.it

SITO UFFICIALE: http://www.genusbononiae.it

Fonti

Arte.it
BolognaWelcome
Ilrestodelcarlino
IlSole24Ore
Buponline

di Chiara Pezzella

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