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Le Avanguardie del ‘900 al Palazzo Blu di Pisa

Vasilij Kandinskij, Cerchi nel cerchio (1923; olio su tela, 98,7 x 95,6 cm; Filadelfia, Philadelphia Museum of Art)

Palazzo Blu di Pisa ospiterà fino al 7 aprile 2024 una mostra dedicata alle opere rivoluzionarie delle Avanguardie del Novecento.


La mostra “Le avanguardie Capolavori dal Philadelphia Museum of art” è curata da Matthew Affron del Philadelphia Museum of Art, sotto la guida esperta dello storico dell’arte Stefano Zuffi. Questa rappresenterà un’opportunità straordinaria per contemplare alcuni capolavori assoluti dell’arte europea dei primi decenni del XX secolo. La realizzazione e l’organizzazione di questa esposizione sono a cura della Fondazione Palazzo Blu e di MondoMostre, con il sostegno della Fondazione Pisa.

Nelle sontuose sale di Palazzo Blu saranno esposte opere iconiche di Chagall, Dalì, Duchamp, Kandinsky, Mirò e Picasso. A queste si aggiungeranno straordinarie creazioni di Matisse, Mondrian, Klee, Ernst e Gris, artisti che mai prima d’ora hanno trovato spazio del prestigioso palazzo affacciato sul Lungarno. Tutti accomunati da un desiderio ardente di esplorare nuovi percorsi e utilizzare nuovi mezzi espressivi, questi maestri si sono opposti al naturalismo e alla commercializzazione dell’arte. Hanno abbracciato il cambiamento del mondo e incarnato le profonde contraddizioni del Novecento.

Piet Mondrian, Composizione con blu e giallo (1932; olio su tela, 41,6 x 33,3 cm; Filadelfia, Philadelphia Museum of Art)

Attualmente, il Philadelphia Museum of Art costituisce un autorevole punto di riferimento a livello internazionale per l’arte europea. La sua prestigiosa collezione, ricca di opere delle avanguardie storiche, si è arricchita grazie alle scelte visionarie di collezionisti e donatori che acquisirono tali opere in un periodo ancora embrionale. Le opere sono integrate da installazioni visive, sonore e multimediali, collocate nella sequenza degli eventi storici e culturali dalla fine della Belle Époque fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Percorso espositivo: dalla Belle Epoque fino alla Prima Guerra Mondiale

Il percorso espositivo di Palazzo Blu sarà inaugurato da un Autoritratto (1906) di un ventiquattrenne Picasso. Il gruppo di opere precedenti alla Prima Guerra Mondiale esibisce una varietà di temi e approcci, uniti dal desiderio di plasmare un tempo nuovo, rompendo con il passato accademico. Picasso, insieme all’amico Braque, dà vita al cubismo, e l’Uomo con il violino (1911-1912) ne è un esempio. Robert Delaunay evoca atmosfere suggestive, come dimostra Saint Severin (1909), mentre Marcel Duchamp, irriverente e geniale, sconvolge il pubblico con dipinti che anticipano il surrealismo, come l’eccezionale Macinacaffé (1913).

Successivamente, l’Europa è sconvolta dalla lunga tragedia collettiva della Prima Guerra Mondiale: una Natura morta con scacchiera, bicchiere e piatto di Juan Gris (1917) sembra essere la silenziosa metafora di una situazione delicata, in cui la partita è tutt’altro che decisa. La guerra apre nuovi orizzonti e allarga i confini dell’arte, dando vita alla figura poetica di Marc Chagall, il cui capolavoro Festa di Purim (1916-17) sembra contrastare la rassicurante tradizione religiosa e popolare millenaria delle comunità ebraiche dell’Europa Orientale con l’inarrestabile flusso degli eventi bellici.

Con la conclusione del conflitto e l’incerta Pace di Versailles (1919), si avvia una fase di complessa ricostruzione sia sociale che culturale.
Su due fronti distinti ma concomitanti emergono le prospettive “costruttiviste” di Fernand Léger con Paesaggio animato (1923) e l’opera memorabile di Vassily Kandinsky, Cerchi nel cerchio (1923). Quest’ultimo dipinto si inserisce nel contesto dell’esperienza del Bauhaus, un movimento artistico che fungeva anche da scuola di formazione, rappresentando un progetto globale che abbracciava architettura, design e arti applicate, caratterizzato da un rigoroso approccio geometrico e una volontaria rinuncia alla decorazione.

Dagli anni Venti alla Seconda Guerra Mondiale

Gli anni Venti emergono con chiarezza nella rappresentazione artistica, evidenziando l’orientamento globale verso la ricerca di nuovi orizzonti, lontani dalla realtà convenzionale. Marie Laurencin esplora i territori della mitologia e delle fiabe, Klee e Mirò si ispirano al mondo circense e magico, mentre Max Ernst (Foresta, 1923) è tra i precursori del surrealismo. Henri Matisse, in piena maturità artistica, trasmette attraverso opere come Donna seduta in poltrona (1920) e Natura morta su una tavola (1925) un desiderio di pace e intimità affettuosa tramite la sua raffinata espressione di colore.

Paul Klee, Prestidigitatore (1927; olio e acquerello su stoffa applicata su cartone, 32,7 x 35,9 cm; Filadelfia, Philadelphia Museum of Art)

Il catalano Joan Mirò, con il dipinto Cane che abbaia alla luna (1926), sembra ironizzare con simpatia sulle “parole al vento” della propaganda e sulle crescenti spinte autoritarie, offrendo forse una sottile allusione al profilo di Mussolini. Questi sono gli anni del surrealismo, abbracciato anche da Picasso, come si evince da Bagnante (1928), e della raffinata Tempesta (1926), un paesaggio solitario e oscuro di Yves Tanguy.

Con l’ascesa di Hitler al potere, l’Europa precipita su una pendenza sempre più ripida verso una nuova catastrofe. Salvador Dalì coglie immediatamente questa trasformazione, contrapponendo il misterioso Simbolo agonistico (1932) all’eloquenza esibita delle bandiere di partito. Le rigorose composizioni geometriche di Piet Mondrian assumono, in questo contesto, un senso di rigore morale, fiducia nella geometria più pura e rarefatta, e ordine di fronte al caos crescente. Questo sentimento è condiviso anche dalle forme semplici delle sculture di Hans Arp. Dopo un’ultima, struggente tela di Klee, la mostra si conclude con un’opera di forte suggestione e alto valore simbolico: la Crocifissione dipinta da Chagall nel 1940. Con l’Europa inchiodata a una nuova croce, l’arte si fa interprete e testimone della storia.

Laboratori didattici correlati alla mostra “Avanguardie”

I laboratori educativi di Palazzo Blu, creati su misura da Kinzica Soc. Coop. per l’occasione della mostra, hanno l’intento di avvicinare i bambini e i ragazzi ai molteplici stili adottati dagli artisti per esprimere le necessità di cambiamento, protesta ed evasione durante la prima metà del Novecento. Dopo un breve tour delle sale espositive, esplorando gli stili e strumenti diversificati adottati dagli artisti delle Avanguardie, i partecipanti ai laboratori saranno sfidati a mettere alla prova la loro creatività narrativa e abilità manuali. Il Palazzo Blu offre diversi laboratori con prenotazione obbligatoria.

Informazioni sulla mostra Le Avanguardie

Quando: dal 28 settembre 2023 al 7 aprile 2024
Dove: Palazzo Blu di Pisa, Lungarno Gambacorti 9
Orari d’apertura: dal lunedì al venerdì: 10.00 – 19.00; sabato, domenica e festivi: 10.00 – 20.00
Costo del biglietto: Intero: 14,00 €
Ridotto: 12,00 € (Gruppi, convenzioni, Visitatori oltre i 65 anni di età; Ragazzi dai 18 ai 25 anni di età, portatori di handicap) ; Speciale: 6,00 € (Ragazzi dai 6 ai 18 anni). Gruppi Scuola: 5,00 €. Universitari: 7,00 € (solamente per le Università convenzionate, attiva per gli studenti solo il giovedì, tutti i giorni per i dipendenti).
Family adulto: 12,00 € (Valido per famiglie composte da 1 o 2 adulti + bambini dai 6 ai 17 anni – utilizzabile insieme a Family Giovani)
Family giovani: 6,00 € (Valido per famiglie composte da 1 o 2 adulti + bambini dai 6 ai 17 anni – utilizzabile insieme a Family Adulto)
Ingresso mostra per laboratorio didattico: 4,00 € (Gruppi scuola partecipanti ai laboratori didattici)
Biglietto Open: 16:00 €
Gratuito: (Bambini da 0 a 5 anni, convenzioni, 1 accompagnatore per ogni gruppo; 2 accompagnatori per ogni gruppo scuola, accompagnatore per i disabili)
Telefono: +39 050 916 950
Mail: info@palazzoblu.it

FONTI

Palazzo Blu
Finestresull’arte
TGCOM24

di Irene Tassi

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