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Le porcellane Ginori al Museo Poldi Pezzoli di Milano

allestimento mostra
“Oro Bianco. Tre secoli di porcellane Ginori” allestimento al Museo Poldi Pezzoli. Credits Arte Magazine

Il Museo Poldi Pezzoli di Milano ospita la mostra “Oro Bianco. Tre secoli di porcellane Ginori”. Dal 25 ottobre 2023 al 19 febbraio 2024.

La mostra è un omaggio alla storia e all’arte della prestigiosa Manifattura di Doccia, fondata nel 1735 dal marchese Carlo Ginori e attiva fino ai giorni nostri. Oltre ad essere un’occasione per ammirare la qualità della porcellana italiana, l’esposizione mette in luce anche la tradizione di sperimentazione artistica della manifattura coniugata alla creatività dei suoi protagonisti. 

La mostra è a cura di Rita Balleri, Oliva Rucellai e Federica Manoli. Presenta una selezione di circa 60 opere che testimoniano l’evoluzione stilistica e tecnica della produzione di porcellana in Italia dal XVIII al XX secolo. I pezzi provengono da diversi musei italiani ed europei, oltre che dal Museo Ginori e dal Museo Poldi Pezzoli.

L’allestimento è a cura dello studio Guicciardini e Magni Architetti di Firenze, che ha saputo creare un dialogo tra le opere e gli ambienti del museo. Il Museo Poldi Pezzoli infatti, essendo una delle più importanti case museo d’Italia, conserva anche una ricca collezione di porcellane del Settecento europeo e risulta quindi essere una cornice adatta alle opere esposte.

La manifattura Ginori

manifattura ginori
La Manifattura Richard Ginori. Credits GoGo Firenze

La storia della manifattura Ginori è una storia che dura da quasi tre secoli. La manifattura nasce nel 1737 a Doccia, a due passi da Firenze, per volontà del marchese Carlo Ginori. Egli, appassionato di chimica, decide di produrre porcellana in Italia, ispirandosi ai modelli orientali e europei. Sperimenta personalmente le terre e i colori del territorio toscano per ottenere la migliore qualità dei suoi pezzi. La sua produzione si distingue in primo luogo per le sculture in porcellana di grandi dimensioni, che riproducono fedelmente le opere dell’arte antica e fiorentina.

Nel XIX secolo, la manifattura si espande e si fonde con la Società Ceramica Richard, di origine lombarda. In questo modo diventa simbolo di prestigio e trova il suo posto nelle esposizioni internazionali.

Successivamente, nel XX secolo, la manifattura vive una fase di rinnovamento, grazie alla direzione artistica di Gio Ponti, che introduce elementi di design e di originalità nelle forme e nei motivi. Oggi, la manifattura Ginori, rinominata in Ginori 1735 dal 2020, continua a produrre porcellana di alta qualità, orientandosi anche verso il settore del lusso. 

La sua storia è raccontata nel Museo Richard-Ginori della manifattura di Doccia, che conserva una ricca collezione di opere.

Le origini e le sculture in porcellana

Il percorso espositivo della mostra si snoda attraverso tre sezioni, dedicate rispettivamente al Settecento, all’Ottocento e al Novecento. Le sezioni evidenziano le influenze artistiche, culturali e sociali che hanno caratterizzato le diverse fasi della Manifattura.

Nella prima sezione, si possono osservare le sculture in porcellana realizzate sotto la guida di Carlo Ginori. Queste sono riproduzioni dei capolavori conservati nelle collezioni medicee e vanno a testimoniare l’interesse verso l’antico della prima fase della manifattura. Tra le opere esposte trovano particolare rilievo la “Venere de Medici” del Museo Ginori e altre porcellane accostate per la prima volta ai rispettivi archetipi in bronzo. Dalla “Menade Danzante” al “Laocoonte” del Poldi Pezzoli, passando per “L’Atlante che regge il mondo” di Palazzo Madama le opere esposte permettono al visitatore una visione ampia della prima fase della manifattura. 

L’esotismo ottocentesco e la svolta moderna di Giò Ponti

Fruttiera per il Kedivè
Manifattura Ginori Fruttiera per il Kedivè, 1872. Credits Museo Poldi Pezzoli

Nella seconda sezione, si passa alla produzione ottocentesca. In questo periodo la Manifattura si espande e diventa la Società Ceramica Richard Ginori, con sede a Milano e a Sesto Fiorentino. 

Qui, la porcellana si arricchisce di decorazioni e colori e si afferma come oggetto di rappresentanza e di eleganza dell’alta società. Tra le opere in mostra, alcuni vasi di grande effetto scenografico e il servizio da tavola per il Kedivè”, creato attorno al 1872, in stile neo-egizio. Questa fase della manifattura è infatti caratterizzata da un forte gusto eclettico ed esotico nelle decorazioni, adattato alle tendenze dell’epoca.

Nella terza e ultima sezione, si entra nel Novecento, con la direzione artistica di Gio Ponti. Egli dal 1923 al 1933 rivoluziona il linguaggio e la forma della porcellana, introducendo elementi di modernità e di innovazione. Pur guardando verso nuovi orizzonti, non abbandona mai i riferimenti all’antico, tratto distintivo nei secoli della Manifattura. Ponti ha infatti saputo coniugare la tradizione e l’innovazione, ispirandosi all’arte antica e al neoclassicismo, ma anche al futurismo e all’art déco.

Tra le sue opere in mostra, le due “Ciste” realizzate appositamente per Fernanda e Ugo Ojetti, oggi di proprietà del Museo Poldi Pezzoli.

Informazioni per la visita

Orari di apertura: dal mercoledì al lunedì, dalle ore 10,00 alle ore 18,00. Martedì chiuso.

Biglietti: intero 14 euro; ridotto 10 euro; ridotto giovani 6 euro. La prima domenica di ogni mese il biglietto è ridotto per tutti.

Per ulteriori informazioni visitare il sito Museo Poldi Pezzoli

Fonti

Museo Poldi Pezzoli

Ginori 1735

Museo Ginori

di Sara Simonini

 

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