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Ground Break, la mostra di Nari Ward all’Hangar Bicocca

Hunger Cradle, 1996-2024, prima installazione in mostra all'Hangar Bicocca
Hunger Cradle, 1996-2024 Fili, corda, materiali trovati, dimensioni variabili, Installazione site specific, Private Collection ©Nari Ward. Foto: Aurora Cela

Dal giovedì 28 marzo 2024 a domenica 28 luglio 2024 è possibile visitare la mostra di Nari Ward, all’Hangar Bicocca di Milano.

La mostra di Nari Ward all’Hangar Bicocca è intitolata: “Ground Break”. Le opere attraversano installazioni, scultura, videoart e intrecci, con temi come la storia, la brevità del tempo e la solitudine dell’umanità con le sue problematiche legate al consumismo. L’evento è stato curato da Roberta Tenconi, ci propone un racconto di aspetti politici e sociali grazie all’unione di molteplici elementi di recu­pero, che l’artista utilizza per affacciarsi ai temi che più lo toccano: il razzismo, l’identità, e la sua personale visione di società consumistica. Entrare negli spazi dell’Hangar Bicocca porta l’osservatore a sentirsi assorto all’interno di un’atmosfera di umanità scomparsa. Si viene risucchiati dalla prima installazione: Hunger Cradle, un mix di fili e oggetti di diversa dimensione e natura: mattoni, libri, porte dissociate dalla loro funzione, cartelli stradali, elementi chiusi all’interno di fili che sembrano ragnatele.

LA MOSTRA DI NARI WARD ALL’HANGAR

La mostra di Nari Ward “Ground Break” sintetizza il contenuto dell’evento. Nari Ward riporta l’opera d’arte ad una dimensione umana, avvicinando l’osservatore a qualcosa che conosce e vive ogni giorno grazie all’utilizzo di materiali di recupero. Nell’esposizione si intrecciano il sentimento collettivo e quello personale, si viene a contatto con un mondo abbandonato in cui l’umanità è presente tramite gli oggetti che utilizza nella sua vita comune e nelle opere di Video-art. L’interruzione e la rottura all’interno del percorso espositivo crea memorie nuove, portando all’abbandono del passato in favore di una realtà differente e altra, capace di unire passato, presente e futuro.

LE OPERE

Per la prima volta all’interno degli spazi dell’Hangar è possibile ammirare su schermi LED tre video importanti per la storia dell’artista: Jaunt (2011), Father and Sons (2010), e Spellbound (2015). Nari Ward ripropone immaginari legati alla sua storia, toccata dalle dinamiche coloniali. Ne traspaiono concetti come: La giustizia sociale, il sacrificio, la nazionalità e il senso di appartenenza, il sentimento di estraniamento e la solitudine. Attraversando lo spazio espositivo si viene a contatto con un tema non trascurabile: Il tempo. Si ha quasi l’idea di essere approdati in una realtà differente, e l’aspetto sonoro aiuta queste sensazioni a trovare il loro spazio. Gli oggetti all’interno dello spazio sono memoria di un’altra epoca, come due celle telefoniche: American Bottle Anthem Booth, (2024) e Italian Bottle Anthem Booth, (2024). All’interno di queste cabine si intravedono molle da materasso in metallo arrugginite che impediscono di entrare nonostante la loro apparenza retro attragga l’osservatore.

HAPPY SMILERS

Attraversando lo spazio si viene a contatto con l’ultima opera: Happy Smilers: Duty Free Shopping. (1996), un’installazione dal carattere emblematico presentata durante il 1996 presso la storica galleria di New York a Soho. L’opera si mostra tramite due ambienti comunicanti, la prima con uno spazio decorato da tendoni color giallo brillante, intorno al percorso sono visibili degli oggetti abbandonati circondati da stracci sporchi e grigi che diventano muri, seguendo il percorso di incontra una scala di emergenza appesa al soffitto e al centro della sala come un altare un impianto audio riproduce in loop il suono della pioggia battente su un tetto di lamiera.

Opera di Nari Ward in mostra all'Hangar dal 27 marzo 2024
Nari Ward Carpet Angel, 1992 The Museum of Contemporary Art, Los Angeles Dono di Jennifer McSweeney in onore di Joan “Penny” McCall Foto Matthew Hermann

GROUND BREAK

Il fulcro della mostra sarà l’opera che ha dato il nome all’intero evento: “Groud Break“, un palcoscenico formato da quattromila mattoni rivestiti in rame che mostra disegni astratti. L’opera vuole diventare un “memoriale di strada”, uno spazio di scambio diretto tra memoria collettiva e personale, grazie al suo aspetto onirico e simbolico. Commissionata da Pirelli HangarBicocca, la scultura porta a un’indagine sull’interruzione, con un senso di instabilità e precarietà, che allo stesso tempo si trasforma in speranza, creando memorie alternative e nuove possibilità di esistenza al di là della Storia e delle sue convenzioni.

LE INSTALLAZIONI

Le 30 installazioni si dirameranno tra video, sculture e performance per le quali parteciperanno anche artisti e musicisti. L’opera “Hunger Cradle, datata 1996, sottolinea l’impatto evocativo, un’installazione sospesa in aria composta da una ragnatela di corde e oggetti pesanti che i visitatori dovranno attraversare. Ward crea un’indagine tramite il dialogo tra la sua storia, la relazione con gli osservatori e il contesto.

LA MATERIA

In Carpet Angel (1992) una figura angelica viene creata da corde, bottiglie di plastica, tappetti e buste, la donna appare sospesa sopra un accumulo di oggetti che portano a una riflessione sulla spiritualità quotidiana e sugli usi di questo modo di vivere. Ma Nari Ward non si limita alla riflessione sulla sacralità, in opere come Behold (1996) Crusader (2005) crea sculture partendo da oggetti come un passeggino e un carrello della spesa, portando a un’irreversibile cambiamento della loro funzione sociale e del loro valore simbolico ed economico.

INFORMAZIONI UTILI PER LA MOSTRA DI NARI WARD ALL’HANGAR BICOCCA:

QUANDO: Dal 28 marzo al 28 luglio 2024

DOVE: Pirelli HangarBicocca, Via Chiese 2, 20126 Milano MI

ORARI DI APERTURA: da giovedì a domenica: dalle 10.30 alle 20.30. Ultimo ingresso: 19.30

BIGLIETTO: Gratuito

SITO UFFICIALE DELLA MOSTRA : https://pirellihangarbicocca.org/

PER INFO: (+39) 02 66 11 15 73 | info@hangarbicocca.org

FONTI

FlashArt

Exibart

Ansa.it

Pirelli HangarBicocca

Arte.it

Itinerarinell’arte.it

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