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Dadamaino, Ciacciofera e Campus al MA*GA di Gallarate

Michele Ciacciofera. Condensare l'infinito MA*GA Gallarate
Michele Ciacciofera. Condensare l’infinito @ Stefano Anzini

Domenica 17 dicembre il MA*GA di Gallarate inaugura tre nuove mostre incentrate su artisti contemporanei, aperte al pubblico fino al 7 aprile 2024.

Si propone ai visitatori uno sguardo approfondito su tre importanti personalità del panorama artistico contemporaneo italiano: Dadamaino (1930-2004), Michele Ciacciofera (Nuoro, 1969) e Giovanni Campus (Olbia, 1929).

DADAMAINO 1930 – 2004 offre un’approfondita esplorazione della carriera di Dadamaino (Edoarda Emilia Maino, 1930-2004),. figura fondamentale dell’avanguardia del secondo Novecento. Curata da Flaminio Gualdoni, la mostra, in collaborazione con l’Archivio Dadamaino e Galleria Arte Martinelli, presenta 80 opere che tracciano l’evoluzione della sua pratica artistica.

MICHELE CIACCIOFERA. Condensare l’infinito, curata da Alessandro Castiglioni, offre uno sguardo dettagliato sul percorso artistico di Michele Ciacciofera, originario della Sardegna, che attraverso viaggi in Bretagna e Scozia,. esplora forme archetipiche legate a culti e identità. L’artista si ispira a megaliti, menhir e simboli delle civiltà neolitiche, etrusche, fenicie ed egiziane. La sua esposizione evidenzia l’interiorizzazione degli ambienti visitati, trasformandoli in opere d’arte.

La mostra GIOVANNI CAMPUS. Tempo in processo. rapporti, misure, connessioni. Disegni 2021-2023 curata da Emma Zanella,. nasce in occasione della recente e importante donazione di un fondo di dieci opere scelte dall’artista per la collezione permanente del MA*GA.

DADAMAINO 1930 – 2004 MA*GA Gallarate
DADAMAINO 1930 – 2004 @ Stefano Anzini

DADAMAINO 1930 – 2004

La narrazione inizia con l’esordio di Dadamaino nella pittura monocroma e nella superficie spaziale della tela nel 1959,. quando abbandona l’informale per abbracciare astrazioni concettuali. Il ciclo dei Volumi, introdotto nel 1959 con tele monocrome perforate, rivelano l’influenza di Lucio Fontana. La prima sezione mette in dialogo i Volumi con opere di artisti come Fontana,. Castellani, Manzoni, Colombo e altri, evidenziando l’ambiente avanguardistico di Brera nei primi anni ’60.

La retrospettiva segue il percorso cronologico della ricerca di Dadamaino, concentrando l’attenzione sul periodo tra il 1963 e il 1965, evidenziato dagli oggetti e disegni ottico-cinetici realizzati con il GRAV (Groupe de Recherche d’Art Visuel) di François Morellet. Le opere dialogano con i protagonisti delle ricerche ottico-visive presenti nella collezione del MA*GA.

Il percorso espositivo approfondisce la maturità della poetica di Dadamaino, evidenziando l’installazione I fatti della vita del 1979 e la sua espansione alla Biennale di Venezia nel 1980 con 461 carte. La mostra si conclude con tele contenenti lettere dell’Alfabeto della mente e l’opera monumentale Il movimento delle cose, presentata alla Biennale di Venezia nel 1990.

La retrospettiva evidenzia la coerenza della ricerca concettuale di Dadamaino, la sua influenza sull’avanguardia milanese e la sua rilevanza internazionale. Il percorso espositivo offre una visione completa e approfondita della sua evoluzione creativa, dimostrando l’importanza di Dadamaino nel panorama dell’arte contemporanea.

DADAMAINO

Dadamaino, pseudonimo di Edoarda Emilia Maino, nasce a Milano il 2 ottobre 1930.

Iniziò a dipingere da autodidatta, ispirandosi a Lucio Fontana, e si avvicinò all’arte astratta e concettuale. Fu una delle protagoniste dell’avanguardia artistica milanese degli anni ’50 e ’60,. partecipando ai movimenti Nul e Punto, fondati da Piero Manzoni ed Enrico Castellani.

Le sue opere si caratterizzano per la ricerca di nuove modalità espressive,. basate sulla manipolazione della superficie pittorica, sulla creazione di effetti ottici e sulla sperimentazione di materiali e tecniche.

Tra le sue serie più note ci sono i Volumi, in cui la tela viene forata o tagliata per creare giochi di luce e spazio, e le Superfici a testura vibratile, in cui linee e trame geometriche generano un senso di movimento visivo.

Dadamaino partecipò a numerose mostre nazionali e internazionali,. tra cui la Biennale di Venezia e la documenta di Kassel, ottenendo un riconoscimento globale per la sua innovazione artistica.

Dadamaino muore il 13 aprile 2004 a Milano, ma il suo lascito artistico continua a influenzare generazioni successive.

Michele Ciacciofera. Condensare l'infinito MA*GA Gallarate
Michele Ciacciofera. Condensare l’infinito @ Stefano Anzini

MICHELE CIACCIOFERA. Condensare l’infinito

L’installazione nel MA*GA ricrea allineamenti scultorei, richiamando la disposizione dei menhir. La mostra si articola in tre parti, combinando sculture in vetro, opere pittoriche, sonore e installazioni. La narrazione artistica segue un percorso geografico dal Mediterraneo all’Europa settentrionale, toccando Sicilia, Sardegna, l’arco alpino, la Bretagna e la Scozia.

Il primo ambiente accoglie sculture in vetro reinterpretanti i menhir e forme sferiche legate al mito dell’acqua. Nel secondo, scatole votive dialogano con stele colorate, realizzate con materiali riciclati in un approccio ecologico. Un’opera sonora accompagna questa sezione, creando un’atmosfera immersiva. Il percorso si conclude con un’installazione site-specific in ceramica e muschio naturale, in dialogo con un trittico pittorico.

Ciacciofera adotta un processo creativo sostenibile, riusando materiali di scarto e trasformando la dimensione fisica dei menhir in opere tridimensionali. L’artista crea un dialogo poetico tra forme verticali e orizzontali, richiamando il culto delle acque e delle pietre. La mostra offre un’esperienza sinestetica e immersiva, con suoni naturali elaborati elettronicamente. L’esposizione riflette l’interesse di Ciacciofera per la natura e l’immaginario, unendo il microcosmo della sua biografia al macrocosmo delle narrazioni universali.

L’arte di Michele Ciacciofera

Michele Ciacciofera, nato a Nuoro nel 1969 e residente a Parigi, esplora le isole sarde e siciliane attraverso diversi medium, tra cui pittura, scultura, ceramica e suono, con un approccio antropologico.

La sua opera riflette su memoria collettiva, miti, e realtà politica del Mediterraneo,. evidenziando una sensibilità materica e consapevolezza delle sfide socio-economiche e ambientali contemporanee. Basandosi sulla sua formazione in scienze politiche, Ciacciofera integra antropologia, archeologia e questioni ambientali nella sua produzione artistica,. materializzando esperienze poetiche comunicative.

Le sue opere sono state esposte in importanti istituzioni internazionali, e ha ricevuto diversi premi,. incluso il Civitella Ranieri NYC Foundation Visual Arts Fellowship nel 2015-16.

Attualmente, prepara mostre in Francia e Scozia, opere pubbliche in entrambi i paesi,. e parteciperà alla VI Biennale d’Arte Contemporanea di Mardin, Turchia, nel maggio 2024.

GIOVANNI CAMPUS. Tempo in processo, 2021-2023 MA*GA Gallarate
GIOVANNI CAMPUS. Tempo in processo, 2021-2023. Ph. Roberto Marossi

GIOVANNI CAMPUS. Tempo in processo. Rapporti, misure, connessioni. Disegni 2021-2023

La mostra è focalizzata sul recente progetto di Giovanni Campus, che ha centrato la sua attenzione sulla pratica del disegno,. un elemento che ha sempre accompagnato la sua ricerca teorica e artistica sin dagli anni ’50, diventando parte integrante della sua vita quotidiana.

Il disegno per Campus rappresenta un percorso poetico esperienziale, spesso autonomo e capace di spingere la progettualità verso i limiti,. in una dimensione profondamente speculativa. Nel ciclo più recente, il disegno a china, per sua natura lento e meditativo,. si trasforma in una riflessione sulla globalità del lavoro, esplorando la sua temporalità e sequenzialità.

Ogni immagine, ogni foglio, racchiude un prima e un dopo, collegandosi alle varie fasi di ricerca di Campus dagli anni ’60 fino alle sue opere più recenti. L’artista compie un attraversamento della propria storia,. esaminando i passaggi chiave, i lavori più complessi e intimi per analizzare con chiarezza la dimensione temporale dell’atto di creare e pensare l’arte.

Il percorso artistico di Giovanni Campus

Giovanni Campus, nato a Olbia nel 1929, è un pittore autodidatta che ha iniziato la sua carriera negli anni ’50. Dopo diverse mostre nazionali e internazionali, ha ricevuto premi di pittura tra il 1966 e il 2011.

Negli anni ’60 e ’70, ha partecipato a rassegne d’arte d’avanguardia e ha collaborato con critici d’arte. Nel 1968, ha abbandonato il lavoro per dedicarsi completamente alla pittura, trasferendosi a Milano.

Il suo linguaggio figurale si è evoluto in una sintesi formale, seriale,. con l’uso predominante della tecnica serigrafica. Lavora anche con il metacrilato, l’acrilico e il metallo. Ha esposto a Parigi negli anni ’70 e ’80, e successivamente a New York negli anni ’80 e ’90. Ha realizzato installazioni urbane e naturali, esplorando la connessione tra visione progettuale e ambiente naturale.

Nel 1977, ha realizzato un’installazione a Milano con Arte Struktura, coinvolgendo la spazialità urbana. Negli anni ’80, ha realizzato interventi sulle coste della Gallura con estensioni di tratti di corda.

Nel 2004 ha condotto interventi-ricognizione su “misure a confronto” sui monti Catena Limbara Sud e nel quartiere Garibaldi a Milano.

Ha esposto opere con materiali diversi in varie mostre, evidenziando un percorso artistico che integra rappresentazione ed espressività strutturale.

INFORMAZIONI UTILI

DATE: Dal 17 dicembre 2023 al 7 aprile 2024

LUOGO: MA*GA Gallarate

INDIRIZZO: Varese, vie E. De Magri 1

ORARI:

martedì, mercoledì, giovedì e venerdì: ore 10.00 – 18.00

sabato e domenica: 11.00 – 19.00

BIGLIETTI: intero: €7,00; ridotto: €5,00

TELEFONO: +39 0331 706011

E-MAIL: info@museomaga.it

SITO UFFICIALE: Museo MA*GA

Fonti

Museo MA*GA

Archivio Dadamaino

di Eleonora Interliggi

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