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Procida Capitale della Cultura presenta: “SprigionArti”

SprigionArti, Procida

Tra il 27 Maggio e il 31 Dicembre 2022 la mostra “SprigionArti” va ad arricchire il denso programma della nuova Capitale della Cultura, Procida.

In occasione dell’anno da Capitale Italiana della Cultura, Procida inaugura una nuova mostra d’arte contemporanea presso gli ambienti suggestivi di Palazzo D’Avalos, ex carcere dell’isola. Il 27 maggio 2022 ha aperto al pubblico “SprigionArti”, una mostra collettiva che mette in dialogo le opere uniche di sei artisti contemporanei estremamente riconosciuti: Maria Thereza Alves, Jan Fabre, William Kentridge, Alfredo Pirri, Francesco Arena e Andrea Anastasio.

L’esposizione, prevista fino al 31 dicembre, è stata realizzata grazie alla curatela di Agostino Riitano in collaborazione con Vincenzo de Bellis e con la fondazione Donnaregina per le arti contemporanee 2022. Senza dimenticare il supporto di Studio Trisorio, Galleria Lia Rumma e Alfonso Artiaco.

Palazzo D'Avalos Procida
Palazzo D’Avalos

La mostra

Il percorso si articola lungo cinque grandi celle al primo piano della pianta cinquecentesca di Palazzo D’Avalos, tutte dedicate all’esposizione di opere estremamente peculiari, alcune delle quali site-specific. Come filo conduttore è stato richiesto ad ogni artista di “immaginare” una prospettiva relazionale con l’ex carcere, in modo da sviluppare un raffronto tra la dimensione storica della reclusione, dell’isolamento, e la nostra vocazione moderna di apertura, sia fisica che mentale.

"Letto per i giorni e per le notti" - Francesco Arena
“Letto per i giorni e per le notti” – Francesco Arena

Le opere di “SprigionArti”

La prima stanza ospita l’opera “Mold Fresco: An archive of breathing” di Maria Thereza Alves. L’artista brasiliana ha composto sul muro di un palazzo antico diverse specie di muffa, le quali interagiscono l’una con l’altra e crescono in vari colori.

Nella seconda cella, ex cappella della struttura carceraria, troviamo l’opera “The Catacombs of the Dead Street Dogs” di Jan Fabre. In dialogo con l’ambiente unico della chiesa, l’artista inserisce un’installazione realizzata con vetro di Murano e scheletri di cani, dando voce a un contrapporsi di fragilità e resistenza, vita e morte.

La terza sala ospita una video installazione di William Kentridge: un estratto audiovisivo di “Zeno Writing” (2002), ispirato al celebre personaggio di Italo Svevo. L’opera è posta in perfetta relazione con la struttura ospitante siccome risulta visibile solamente attraverso le sbarre della cella, rendendole parte integrante dell’esperienza.

Nell’ultimo spazio, che dal 2017 ospita l’installazione di Alfredo Pirri “7.0”, si aggiungono le opere di Andrea Anastasio e di Francesco Arena. Con “Nine to Five” Andrea Anastasio crea un richiamo alle 8 ore lavorative che scandiscono la quotidianità di molti lavoratori, qui richiamate da otto lunghe plafoniere a led.Nell’opera site-specific “Letto per i giorni e per le notti”Francesco Arena interpreta la condizione di prigionia dei carcerati intervenendo sulla struttura di uno dei vecchi letti della cella.

“The Catacombs of the Dead Street Dogs” - Jan Fabre
“The Catacombs of the Dead Street Dogs” – Jan Fabre

Palazzo D’Avalos

L’obiettivo di questo progetto è poi quello di creare all’interno di Palazzo D’Avalos un nuovo nucleo museale che diventi un’entità culturale viva per la comunità di Procida. Di fatto, questa ambientazione singolare è stata scelta anche per restituire agli abitanti dell’isola uno dei luoghi più rilevanti e densi di storia per la loro cultura. Il palazzo è infatti uno dei luoghi simbolo dell’isola, nato come edificio signorile, poi reso Palazzo Reale borbonico e infine carcere penale, prima della chiusura definitiva nel 1988. Si tratta pertanto di un vero e proprio progetto di rigenerazione urbana di un’architettura monumentale che ha perso nel tempo la sua funzione d’uso.

La mostra è ad accesso libero ma con ingresso contingentato. Sul sito ufficiale è possibile trovare tutte le informazioni utili a riguardo.

Fonti

Procida 2022

Aise

Arte.it

di Irene Bonaldo

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