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Ospite a palazzo: Cleopatra di Artemisia Gentileschi

Artemisia Gentileschi, Cleopatra morsa dall’aspide, 1620 ca., olio su tela. Collezione Cavallini-Sgarbi, Ferrara

Ospite a palazzo: Cleopatra di Artemisia Gentileschi dal 11 maggio al 16 luglio 2023.

Presso la Galleria di Palazzo Cini a Venezia, verrà presentato un capolavoro di Artemisia Gentileschi, una rinomata pittrice del periodo barocco che ha saputo esprimere con vigore e fervore il ruolo della donna nell’ambito artistico e nella società del suo tempo. Il dipinto in questione è intitolato Cleopatra, proveniente dalla Collezione Cavallini Sgarbi, .che raffigura la regina egiziana nell’attimo in cui si fa mordere da un serpente per sfuggire alla cattura da parte dei Romani.

L’opera

L’opera fa parte del progetto “L’Ospite a Palazzo”, un’iniziativa che ogni anno espone un’opera prestitata da una collezione o un museo italiano o straniero, creando un dialogo con le opere permanenti presenti nella Galleria di Palazzo Cini. Questa raffinata dimora-museo custodisce una parte importante della collezione d’arte del generoso mecenate Vittorio Cini (1885-1977).

La Cleopatra di Artemisia Gentileschi è un dipinto di grande impatto visivo e emotivo, che mostra la maestria della pittrice nel rendere il naturalismo caravaggesco e la drammaticità del soggetto. La figura femminile è seduta su un drappo rosso che contrasta con la sua pelle candida e il suo ventre scoperto, esibendo le sue forme sinuose e provocanti. Il suo volto, che secondo alcuni richiama le sembianze dell’artista stessa, esprime al tempo stesso dolore, eroismo e sensualità. Cleopatra incarna il tema dell’eroismo e dell’exemplum virtutis, rappresentando l’eroina che preferisce la morte alla schiavitù.

Il dipinto offre anche l’occasione di conoscere meglio la vita e l’arte di Artemisia Gentileschi, una delle più grandi pittrici del Seicento e una delle prime donne ad affermarsi nel mondo dell’arte. Nata a Roma nel 1593 da Orazio Gentileschi, un pittore influenzato dallo stile di Caravaggio, Artemisia imparò a dipingere dal padre, che le insegnò a preparare i materiali e a copiare le opere di altri artisti.

Artemisia Gentileschi

Artemisia Gentileschi, all’età di diciotto anni nel 1611, subì una violenza da parte del pittore Agostino Tassi, assunto da suo padre per insegnarle la prospettiva. Questo evento causò uno scandalo e portò a un processo durato sette mesi, durante il quale Artemisia fu sottoposta a torture e umiliazioni. Tassi fu condannato all’esilio, ma non scontò mai la sua pena.

Dopo il processo, Artemisia si sposò con il pittore Pierantonio Stiattesi e si trasferì a Firenze, dove ebbe cinque figli e una brillante carriera artistica. Fu la prima donna ad essere ammessa all’Accademia del Disegno e ricevette importanti commissioni da nobili e principi. Tra le sue opere fiorentine più famose si trovano Giuditta che decapita Oloferne e Autoritratto come allegoria della Pittura.

Nel 1621 ritornò a Roma con suo marito, ma non riuscì a replicare il successo ottenuto a Firenze. Si separò da lui per motivi economici e si trasferì a Venezia, dove entrò in contatto con l’Accademia degli Incogniti, un circolo di intellettuali che apprezzavano la sua arte e la sua cultura. Nel 1630 si stabilì definitivamente a Napoli, .dove aprì una bottega con suo figlio Cristofano e collaborò con altri pittori come Massimo Stanzione e Bernardo Cavallino. A Napoli realizzò opere come Annunciazione, Madonna col Bambino e San Giovannino e Nascita di San Giovanni Battista.

Artemisia Gentileschi fu una pittrice di grande forza d’animo e di grande passione per la pittura. Le sue opere sono caratterizzate da un forte realismo caravaggesco, da una vivace cromia e da una predilezione per i temi storici e mitologici, spesso incentrati sulle figure femminili.

La mostra

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Marsilio Editori, con testi di Luca Massimo Barbero (direttore artistico della Galleria di Palazzo Cini), Francesca Baldassari (storica dell’arte esperta di Artemisia Gentileschi) e Vittorio Sgarbi (presidente della Fondazione Cavallini Sgarbi).

Informazioni

DATE: Dal 11 Maggio 2023 al 16 Luglio 2023
LUOGO: Galleria di Palazzo Cini
INDIRIZZO: Campo San Vio 864, Venezia
ORARI: dalle 11:00 alle 19:00, martedì chiuso
TELEFONO: 041 241 1281
SITO UFFICIALE: palazzo cini

Fonti

Palazzo cini

Arte.it

Artribune

di Ilaria Torretta

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