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La mostra fotografica “io, lei, l’altra” al Magazzino delle Idee

la mostra fotografica Mary Katayama, you're mine
Mary Katayama, you’re mine, 2014

La mostra fotografica “io, lei, l’altra” ritratti e autoritratti fotografici di donne artiste In mostra dal 18.03 al 26.06 al Magazzino delle Idee di Trieste.

L’esposizione ripercorre dunque attraverso 90 opere realizzate negli ultimi cento anni, la storia della fotografia delle artiste. Infatti, sarà possibile in questo modo, ricostruire l’evoluzione dell’immagine della donna artista e come questa è cambiata nel corso degli anni. Allo stesso modo, la mostra esplora e permette di valutare l’affermazione e il ruolo della donna nella società odierna. Soprattutto, grazie alla successione di straordinarie immagini di artiste: da Wanda Wulz a Cindy Sherman, da Florence Henri a Nan Goldin.

Il ruolo del ritratto e autoritratto in una mostra fotografica

La mostra fotografica - Deborah Feingold Annie Lennox, New York 1983
Deborah Feingold Annie Lennox, New York 1983

La mostra fotografica “io, lei l’altra” utilizza come mezzo di analisi il ritratto e l’autoritratto. In realtà, queste forme d’arte rappresentano lo strumento ideale per raccontare la storia di un processo di evoluzione lungo e complesso. Difatti, questi supporti visivi si rivelano una vera e propria testimonianza di come sia stato difficile per le donne affermare se stesse e la propria identità nella società. Si sottolinea, inoltre, la conquista di una nuova visione nei confronti delle artiste soprattutto dal Novecento fino ai giorni nostri. I ritratti e gli autoritratti diventano anche un luogo di confronto per capire come ognuna di queste artiste ha lottato per affermare se stessa. Vi è congruenza ma anche conflitto tra l’esprimere in modo diverso la propria personalità.

Man Ray Meret au bonnet de bain, 1933 - la mostra fotografica io lei l'altra
Man Ray Meret au bonnet de bain, 1933

La donna passa da una concezione di oggetto messo al servizio dell’uomo artista oppure del fotografo, a conquistare un ruolo attivo nell’ambito artistico. Saranno, inoltre, esposti a tal proposito ritratti realizzati da uomini come Man Ray, Edward Weston, Henry Cartier-Bresson e Robert Mapplethorpe, ai quali si contrappongono ritratti e autoritratti delle artiste alcune tra le quali sopra citate. Diversamente da quanto si possa pensare, l’autoritratto non costituisce una forma di espressione più vera della personalità rispetto al ritratto realizzato da altri.

Gillian Wearing me as Eva Hesse, 2019
Gillian Wearing me as Eva Hesse, 2019

In tal senso, le opere dimostrano come le donne nonostante i due diversi supporti, siano state capaci di imporre e far capire fermamente se stesse anche a chi si trovava dall’altro lato della macchina fotografica. Quindi, da un lato riescono a far comprendere ai fotografi uomini la propria identità. Ma anche mostrarla al meglio quando sono le artiste a fotografare se stesse.

Le sezioni della mostra

Marina Abramovic, Nude with a Cut Star, 2005
Marina Abramovic, Nude with a Cut Star, 2005
Veno Pilon Leonor Fini, 1935
Veno Pilon Leonor Fini, 1935

La mostra è divisa in varie sezioni. La logica segue il ruolo che le donne hanno nelle diverse rappresentazioni fotografiche. Nel caso di  Meret Oppenheim, Tina Modotti, Dora Maar, la sezione viene intitolata “Artiste e modelle” ed offre uno sguardo sulle donne che hanno prestato la loro immagine per foto altrui ma che sono state allo stesso tempo artiste. Una seconda sezione prende il nome de “Il corpo in frammenti” vale a dire autoritratti che non restituiscono l’intera immagine allo spettatore. Vale a dire corpi rappresentati a metà, volti riflessi in specchi frammentati. Il tutto nel voler esprimere le difficoltà che le artiste hanno dovuto affrontare per affermarsi e rappresentarsi. Vi sono poi le fotografie anni ’70 che narrano in modo ironico la stereotipata immagine della donna di casa vista solo come madre, moglie e domestica. Vi si ritrovano in questa sezione i ritratti di Valie Export, Jo Spence e Renate Bertlmann. Infine, un’altra sezione presente è quella dal titolo “Una, nessuna e centomila” in cui è possibile ammirare autoritratti di donne che hanno travestito il proprio corpo per mimare stereotipi diversi tra cui la rappresentazione delle identità culturali e sessuali.

Fonti

https://www.artuu.it/io-lei-laltra-ritratti-e-autoritratti-fotografici-di-donne-artiste/

https://www.ilmessaggero.it/donna/mind_the_gap/mostra_donne_artiste_ritratti_e_fotoritratti-6518658.html

http://www.arte.it/calendario-arte/trieste/mostra-io-lei-l-altra-ritratti-e-autoritratti-fotografici-di-donne-artiste-83489

di Martina Maria Pugliese

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