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Villa San Martino: la residenza estiva di Napoleone all’Elba

villa facciata

Villa San Martino // Portoferraio // Livorno // Isola d’Elba, Toscana – Residenza estiva in stile neoclassico realizzata per l’esilio di Napoleone all’Elba.

Contesto

La Villa di San Martino, fu la residenza estiva di Napoleone situata in mezzo alla campagna a 5 km da Portoferraio, sull’isola d’Elba. 

Napoleone acquistò la proprietà dalla famiglia Manganaro nel 1814 con l’intento di trasformarla in una dimora confortevole e raffinata. A questo scopo si ispirò alle residenze parigine che aveva dovuto lasciare in seguito all’esilio dalla Francia.

L’imperatore a Portoferraio possedeva già la Palazzina dei Mulini che era la sua residenza invernale e sede di rappresentanza sull’isola.

Storia

Napoleone arrivò all’Isola d’Elba dopo l’esilio da Parigi.

Egli voleva una dimora rustica dove rifugiarsi dalla vita cittadina di Portoferraio così scelse questa casetta di campagna, immersa in un paesaggio tra il selvaggio e il coltivato. Il proprietario era un ricco portoferraiese, Giuseppe Manganaro da cui Napoleone comprò la casa con l’aiuto della sorella Paolina. Nel giugno 1814, firmato il contratto, affidò la ristrutturazione agli stessi architetti della palazzina dei Mulini: Paolo Bargigli e Luigi Bettarini. Le decorazioni invece furono affidate ad Antonio Vincenzo Revelli

In ogni caso Napoleone usò poco questa residenza: quando egli se ne andò, la tenuta di San Martino rimase di Paolina. Dopo la sua morte, nel 1825, la casa passò di mano in mano. Ormai sempre più in rovina venne ereditata dal figlio di Napoleone poi dalla vedova Bonaparte e da altri discendenti.

La svolta arrivò nel 1851, quando ne divenne padrone il principe fiorentino di origine russa Anatolio Demidoff. Egli volle fare un museo a San Martino: per questo incaricò l’architetto fiorentino Nicola Matas di costruire l’edificio neoclassico sotto la villa storica, che prese il nome di Galleria Demidoff. Successivamente in seguito al fallimento del nipote del principe la villa iniziò un altro lungo giro di proprietà.

Infine nel 1930 il complesso napoleonico passò allo Stato, e due anni più tardi sotto la tutela del Ministero dell’educazione. La guerra impedì l’apertura di un museo: a questo proposito va ricordato che sotto l’occupazione tedesca la villa fu la sede del comando degli occupanti. Finalmente dopo la guerra fu aperto l’attuale museo napoleonico. La villa fu arredata con mobili d’epoca, dato che quelli originali erano andati persi, in parte donati qualche anno prima dal conte Giulio Pullè, uno degli ultimi proprietari di San Martino.

Architettura: l’appartamento dei generali

La villa, dalla scenografica facciata di ispirazione ai templi greci, presenta una semplice pianta rettangolare, a un solo piano con un seminterrato. E’ composta da otto ambienti ed è caratterizzata da una misurata intimità.Le decorazioni parietali, estrose e particolari appartengono al progetto di Antonio Vincenzo Revelli, il pittore di corte di Napoleone.

Partendo dall’ala sinistra della villa si incontrano le prime tre stanze dedicate ai generali Drouot e Bertrand. Il primo ambiente è l’anticamera dove si trova esposto il busto di Napoleone Generale realizzato dall’artista Luigi Pampaloni. La stanza è seguita dalla camera da letto di Bertrand e da un salotto che probabilmente in origine era la camera di Drouot.

Si prosegue nella sala del nodo d’amore. La stanza prende il nome dalla decorazione del soffitto: due colombe con le estremità di un nastro nel becco, che allontanandosi stringono un nodo nello stesso nastro. Secondo la leggenda sarebbe un’allegoria dell’amore tra Napoleone e la moglie Maria Luisa, fatta realizzare dall’imperatore per lei che non lo raggiunse mai sull’isola.

Architettura: l’appartamento di Napoleone

L’ala destra era destinata invece a Napoleone. La prima stanza è quella da letto decorata con panneggi azzurri e con un soffitto cassettonato. Negli affreschi sono presenti i simboli della Legion d’honneur e le api elbane. Proseguendo si giunge nello studio di colore giallo e nell’anticamera. 

L’ultimo ambiente che si incontra nella visita è la sala egizia, la più famosa e caratterizzata. Era la sala da pranzo che l’imperatore fece affrescare in modo da ricordare i successi della campagna in Egitto. Infatti le pareti presentano affreschi a trompe-l’œil, con colonne papiriformi e altre strutture incise di geroglifici che inquadrano sfondi con scene esotiche e di battaglia. Sul soffitto è presente una decorazione circolare che imita un’apertura sul cielo. Essa è decorata dai dodici segni zodiacali e sta a rappresentare l’importanza dell’astrologia negli eventi terreni. Per l’apparato decorativo qui Revelli si ispira alle incisioni di Dominique Vivant Denon presenti nei volumi che scrisse sull’esperienza in Egitto al seguito di Napoleone. Sopra la porta centrale si trova ancora una volta lo stemma napoleonico con l’aquila imperiale sullo scudo e al centro della stanza è presente una vasca ottagonale che fungeva da fontana. 

Il seminterrato della villa non è attualmente visitabile. Esso presenta il bagno detto “della verità” per il suo affresco allegorico, un guardaroba, una dispensa e la cucina.

La galleria Demidoff e i giardini

Tra le sale più scenografiche, spicca la Galleria Demidoff, voluta dal principe russo che sposò Matilde Bonaparte, nipote di Napoleone.

Questo edificio presenta un’architettura neoclassica con colonne monumentali e un soffitto cassettonato in cui spicca il colore blu. Lo spazio ospitava in origine una ricca collezione di cimeli napoleonici. Tra questi si poteva ammirare la Galatea, statua attribuita all’artista Antonio Canova. La galleria ospitava anche dipinti di Jean-Baptiste Isabey e Nicolas Toussaint Charlet, oltre a sculture di Luigi Pampaloni. Dopo la fine della dinastia Demidoff le loro collezioni vennero disperse e attualmente la galleria espone stampe del periodo napoleonico provenienti da collezioni private.

Intorno alla villa si erge un ampio giardino all’italiana con aiuole geometriche e un viale di gelsi. Nel parco si trovano anche piante esotiche a sottolineare lo stile eclettico dell’epoca.

Giorni di apertura da Martedì a Domenica
Orari di apertura Martedì, Giovedì, Sabato, Domenica e festivi dalle 9:00 alle 13:30; Mercoledì e Venerdì dalle 14:00 alle 18:30
Biglietti intero 5€, ridotto 2€
Prenotazione no
Visita guidata non disponibile

Fonti
Polo Museale Toscana, Info Elba, Isola d’Elba Online, Wikipedia
Fonti fotografiche
Edisonblus, Mihael Grmek, Sailko, Sara Simonini

di Sara Simonini

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