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Filippo e Filippino Lippi: padre e figlio in mostra a Roma

Filippo e Filippino Lippi
Filippo Lippi, Autoritratto (a sinistra) e Filippino Lippi, Autoritratto (a destra). Fonte: Wordstock

Dal 15 maggio al 25 agosto 2024 presso i Musei Capitolini di Roma saranno esposte alcune opere di Filippo Lippi e di suo figlio Filippino Lippi.

La mostra Filippo e Filippino Lippi. Ingegno e bizzarrie nell’arte del Rinascimento porterà a Roma, in particolare all’interno di Palazzo Caffarelli presso i Musei Capitolini, il caso singolare di due artisti, padre e figlio, di grande importanza. Si tratta di Filippo Lippi e di suo figlio, Filippino, due personalità straordinarie che hanno influenzato significativamente la straordinaria stagione artistica del Rinascimento fiorentino e che, soprattutto per quanto riguarda il secondo, hanno ispirato le opere di artisti importanti attraverso numerose generazioni fino al XVIII secolo.

L’esposizione, curata da Claudia La Malfa, è promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dall’Associazione MetaMorfosi, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. Essa consiste in una serie di dipinti e disegni dei due artisti, che insieme ad alcuni documenti dell’epoca permettono ai visitatori di familiarizzare con le bizzarre biografie di entrambi. Tale progetto è diventato realtà grazie alla sinergia tra realtà culturali italiane di grande prestigio. Tra queste vi sono Galleria degli UffiziPinacoteca dell’Accademia di VeneziaCollezione Cini di VeneziaPinacoteca dell’Accademia Albertina di TorinoIstituto Centrale per la Grafica di Roma, Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano.

La vita di Filippo Lippi

Filippo di Tommaso Lippi nacque a Firenze il 23 giugno 1406. Suo padre, Tommaso di Lippo, fu un macellaio e sua madre, Antonia di ser Bindo Sernigi, morì di parto. A due anni fu affidato con suo fratello Giovanni a monna Lapaccia, sorella del padre, ma presto, all’età di otto anni, fu affidato ai frati carmelitani del convento del Carmine, dove successivamente, nel 1421, prese i voti. In giovane età, oltre che nella sua città natale governata da Cosimo de’ Medici, si mosse tra Pistoia, Siena e Prato. Nel 1424 assisté alla decorazione, da parte di Masolino da Panicale e Masaccio, della cappella Brancacci, cosa che influenzò molto la sua formazione artistica. Alcuni documenti del convento del 1430 lo definiscono per la prima volta «dipintore», mentre probabilmente nel 1432 si spostò per lavorare a Padova. Qui tra le altre opere fu incaricato di dipingere il Tabernacolo delle Reliquie nella Basilica del Santo e gli affreschi della cappella del Podestà, in collaborazione con con Ansuino da Forlì. Purtroppo tutti i lavori padovani sono andati perduti. Morì a Spoleto il 9 ottobre 1469.

Madonna col bambino, filippo lippi
Filippo Lippi, Madonna col Bambino, Angeli, Santi e il donatore (1432 circa; dipinto, 49 x 38 cm; Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Galleria di Palazzo Cini) © Fondazione Giorgio Cini onlus

L’importanza dell’arte di Filippo Lippi

Insieme a Domenico Veneziano e Beato Angelico, Filippo Lippi fu tra i principali attori della generazione successiva a Masaccio. Oltre alla lezione masaccesca, Filippo fu molto sensibile alle opere di Luca della Robbia, Donatello, Nanni di Banco e Brunelleschi. In un contesto culturale di tale prestigio, Filippo riuscì ad assorbire queste tendenze e a generare un suo stile eclettico e molto raffinato. In particolare le sue figure snelle sono caratterizzate da pose singolari, molto dinamiche, e da contorni molto marcati; rilevante per lui fu l’uso di arditi scorci in profondità. Il suo stile fu la base per la crescita di pittori del calibro di Sandro Botticelli, futuro maestro di suo figlio Filippino.

Nella città di Padova conobbe la pittura fiamminga e l’uso del colore veneto, aspetti che segnarono le sue opere più tarde. Nella mostra Filippo e Filippino Lippi ai Musei Capitolini di Roma sono presenti disegni e opere molto rilevanti di Filippo Lippi: tra queste vi è senza dubbio la Madonna dell’Umiltà con angeli e santi carmelitani , solitamente conservata nella pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano e meglio nota come Madonna Trivulzio, con i suoi molteplici giochi di sguardi tra figure massicce e dal solido volume. Meritevole di menzione è anche la Madonna col Bambino, Angeli, Santi e il donatore di proprietà della Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Quest’ultima opera presenta elementi di grande originalità come la posa inusuale del Bambino e il monaco che si tiene la testa con un braccio appoggiato al trono.

Madonna dell'umiltà, filippo lippi
Filippo Lippi, Madonna dell’Umiltà con angeli e santi carmelitani (1429-1432 circa; tempera su tavola trasportata su tela, 62 x 167,5 cm; Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco) © Comune di Milano / Beccaria 2012

Da Filippo a Filippino Lippi, tra Firenze e Roma

Filippino Lippi nacque a Prato nel 1457: fu il frutto della relazione illegittima tra il padre Filippo, all’epoca frate carmelitano, e una monaca. Fu allievo di Sandro Botticelli, la cui influenza è riscontrabile nello stile lineare finalizzato però a figure allungate, quasi irreali, ricche di particolari di fantasia. Partecipò per volere di Lorenzo il Magnifico ad un’opera magistrale purtroppo andata perduta: la decorazione tramite scene mitologiche della villa di Spedaletto, presso Volterra.

Per realizzare quest’impresa collaborò con le principali personalità artistiche dell’epoca: Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio e lo stesso Sandro Botticelli. Compì un viaggio a Roma tra il 1488 e il 1492, dove studiò sia i monumenti antichi, come da tradizione, sia gli affreschi di Melozzo da Forlì e di Pinturicchio. Nella Capitale realizzò un affresco della cappella Carafa, situata nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva. Si spostò successivamente a Firenze, città all’epoca sconvolta da una profonda crisi politica e culturale dettata dalle predicazioni di Girolamo Savonarola. Qui portò uno stile molto influenzato dalla decorazione a grottesche romane, declinato nel suo caso in una pittura dal carattere misterioso, con molti elementi fantastici e a tratti inquietante. Morì a Firenze nel 1504.

angelo annuncinate, san gimignano
Filippino Lippi, Angelo annunciante (1483-1484; dipinto su tavola, diametro 110 cm, San Gimignano, Museo Civico)
vergine annunciata, san gimignano
Filippino Lippi, Vergine annunciata (1483-1484; dipinto su tavola, diametro 110 cm, San Gimignano, Museo Civico)

Filippino Lippi e la pittura fiorentina alla fine del XV secolo

La pittura di Filippino Lippi, anticipata da Filippo Lippi e crocevia tra tendenze fiorentine e iconografie della Roma quattrocentesca, è esplicativa della transizione che avvenne nell’arte fiorentina di fine Quattrocento: l’equilibrio ricercato e la linea pura lasciarono il posto a un’espressività quasi incontrollata e alle tensioni esasperate che diedero poi vita al manierismo. Egli utilizzò una pittura che si può definire dai tratti “impressionisti” a causa di pennellate materiche e pastose. La sua opera influenzò le generazioni fiorentine successive, con artisti come Rosso Fiorentino, e anche personalità illustri nei secoli a venire, come Parmigianino, il tardo Tiziano, Rubens, Rembrandt, Fragonard, fino ad arrivare agli impressionisti. Si può quindi dire che l’influenza dell’opera di Filippino Lippi ha accompagnato la storia dell’arte per circa tre secoli.

Nella mostra dei Musei Capitolini di Roma sono presenti capolavori di Filippino come l’Annunciazione dei Musei Civici di San Gimignano. Quest’ultima è suddivisa in due tele tonde con cornici in legno intagliato, dipinto, dorato e argentato, realizzate sei anni più tardi rispetto ai dipinti stessi da Antonio da Colle, attivo a San Gimignano nella seconda metà del Quattrocento. Il tondo con l’Angelo Annunciante presenta l’Angelo inginocchiato su un pavimento in prospettiva centrale, con la massa voluminosa della veste che ne accentua la maestosità, comunque contenuta in uno spazio chiuso. Il tondo con la Vergine annunciata appare invece più spazioso e luminoso grazie alla luce riflessa in diagonale che accentua la prospettiva e introduce la profondità di un paesaggio naturale di eco leonardesco.

Informazioni utili

LUOGO
Musei Capitolini – Palazzo Caffarelli (sale al terzo piano), Piazza del Campidoglio, 1 – 00186 Roma.

DATE
Dal 15 maggio al 25 agosto 2024.

ORARI
Tutti i giorni ore 9.30-19.30; ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.

CONTATTI
060608 (tutti i giorni 9 – 19) info.museicapitolini@comune.roma.it

Fonti

Comune Roma, Finestre sull’Arte, Roma.com, Pikasus, Musei Online, MIC.
Fonte prima immagine: Wordstock

di Gabriele Curcio

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