Il MAXXI di Roma ospita dall’8 al 25 giugno 2023 una rassegna dedicata a due protagonisti della storia del Futurismo: Giacomo Balla e Umberto Boccioni.
In occasione della riapertura della casa d’artista di Giacomo Balla, il museo propone la proiezione di due documentari che raccontano la vita e l’opera di questi due artisti rivoluzionari e controversi. Prodotti da ARTE.it Originals in collaborazione con RAI Cultura, i due documentari in proiezione sono firmati da Piero Muscarà, Franco Rado ed Eleonora Zamparutti.
Balla. Il signore della luce (2021) è un film di 52 minuti che ripercorre la carriera di Giacomo Balla. Figura complessa e poliedrica, ha saputo esprimere la sua creatività in diversi ambiti: dalla pittura alla scultura, dalla scenografia alla moda, dalla fotografia al design. Considerato per lungo tempo un artista marginale e scomodo, Balla è oggi riconosciuto come uno dei maggiori innovatori dell’arte del XX secolo. E’ stato inoltre un artista capace di anticipare tendenze e linguaggi che saranno poi sviluppati da altri movimenti artistici. Il film si avvale delle testimonianze di storici dell’arte, critici, curatori e collezionisti, oltre che delle immagini delle sue opere più significative.
Formidabile Boccioni (2022) è un documentario di 54 minuti che narra la breve ma intensa vita di Umberto Boccioni. Primo attore del grande circo di Tommaso Marinetti, Boccioni ha tradotto la poesia in arte dando forma e materia alla più importante avanguardia artistica del primo Novecento in Europa: il Futurismo.
Il film ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera artistica, dal suo esordio divisionista alla sua adesione al Futurismo, dalla sua sperimentazione pittorica alla sua rivoluzione scultorea, fino alla sua tragica morte sul campo durante la prima guerra mondiale. Il documentario si basa su fonti d’archivio, lettere, manifesti e testimonianze dirette dei suoi contemporanei.
BALLA, il signore della luce
Giacomo Balla (Torino, 1871 – Roma, 1958) iniziò la sua carriera come pittore divisionista. Le sue prime opere erano di stampo sociale e realista, ispirate dalla vita quotidiana e dalle condizioni dei lavoratori.Tra le sue opere più note di questo periodo ci sono “La pazza” (1895), “Affetti” (1910) e “La madre” (1901).
Nel 1910 Balla aderì al Futurismo, il movimento fondato da Filippo Tommaso Marinetti che esaltava la modernità, la velocità, il dinamismo e la guerra. Balla fu affascinato dalle nuove possibilità espressive offerte dal Futurismo e si dedicò a rappresentare il movimento e la luce in modo innovativo. Tra le sue opere più famose di questo periodo ci sono “Dinamismo di un cane al guinzaglio” (1912), “Velocità astratta + rumore” (1913-14) e “Linee forza del pugno di Boccioni” (1915).
L’artista fu anche un precursore dell’arte astratta e dell’arte cinetica. Nel 1915 creò le sue prime “Compenetrazioni iridescenti”, opere geometriche che creavano effetti di luce e colore variabili a seconda dell’angolazione dello spettatore. Nel 1918 realizzò le sue prime sculture mobili, chiamate “Macchine inutili”, che si muovevano grazie al vento o a un motore.
Giacomo Balla è stato il faro della più potente avanguardia del primo Novecento. Eppure zone d’ombra, come macchie indelebili, oscurano la sua vicenda umana e artistica. Giacomo Balla il fascista. Giacomo Balla il traditore. Balla il provinciale. Figura complessa, a tratti segreta, dalla creatività poliedrica, l’artista è stato per lungo tempo vittima di un marchio di infamia. Caduto in disgrazia dopo gli anni del sodalizio con il Regime e il Duce, Giacomo Balla è risorto nel dopoguerra. Merito delle grandi famiglie ebree americane di collezionisti interessati ad acquistare le tele del Futurismo. E grazie anche ai giovani artisti delle neoavanguardie italiane che negli anni Cinquanta riconobbero in Balla il padre spirituale dell’astrattismo italiano.
Formidabile BOCCIONI
Umberto Boccioni (Reggio Calabria, 1882 – Verona, 1916), è stato uno dei massimi esponenti del Futurismo. Bocciato in disegno quando frequentava le scuole tecniche a Catania, pensò da grande di approdare all’arte in maniera non convenzionale, attraverso quelle vignette che i giornali pubblicavano e che non presupponevano particolari abilità in disegno.
Nel 1901 si stabilì a Roma, dove conobbe Gino Severini e frequentò lo studio di Giacomo Balla, pittore divisionista. Nel 1906 si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con le avanguardie artistiche europee e successivamente aderì al Futurismo firmando il manifesto di Marinetti.
Boccioni fu il principale artefice della trasposizione del Futurismo nelle arti visive. Scrisse i manifesti della pittura futurista (1910) e della scultura futurista (1912), in cui enunciò i principi del “dinamismo plastico”, ovvero la capacità di rappresentare il movimento e la simultaneità delle forme nello spazio. Le sue opere più famose risalgono a questo periodo. Tra le sue tele spiccano “La città che sale” (1910-11), “Visioni simultanee” (1911-12) e “Dinamismo di un ciclista” (1913), in cui Boccioni scompone le immagini in linee di forza e frammenti cromatici che creano effetti di dinamicità e profondità. Tra le sue sculture si ricordano “Materia” (1912) e soprattutto “Forme uniche della continuità nello spazio” (1913), considerata il capolavoro della scultura futurista.
Boccioni fu anche un fervente sostenitore dell’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, in linea con l’ideologia bellicista e nazionalista del Futurismo. Nel 1916 cadde da cavallo durante un’esercitazione a Verona e morì il giorno dopo per le ferite riportate. Aveva solo 33 anni. La sua morte fu un duro colpo per il Futurismo e per l’arte italiana. La sua opera fu rivalutata nel dopoguerra e influenzò molti artisti successivi, come i cubisti, gli astrattisti e i metafisici.
Formidabile Boccioni, attraverso il contributo dei direttori dei musei milanesi, scava nella vita e nei linguaggi del pennello visionario e inquieto dell’uomo divenuto pittore per caso.
Informazioni sulla visita:
Orari di apertura: lunedì chiuso, aperto da martedì a domenica 11 – 19; la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo.
Biglietti: l’ingresso è libero.
Per ulteriori informazioni visitare il sito MAXXI Roma