The Italian Museums Index

“And they laughed at me” di Newsha Tavakolian al Mudec

Locandina della mostra "And they laughed at me"
Locandina della mostra “And they laughed at me”

Dal 13 dicembre al 28 gennaio, il Mudec ospiterà la mostra fotografica “And they laughed at me” dell’artista iraniana Newsha Tavakolian.

Photo Grant di Deloitte

Il Photo Grant di Deloitte è uno dei concorsi fotografici più prestigiosi in Italia e di rilevanza internazionale ed è organizzato da Deloitte Italia con il patrocinio della Fondazione Deloitte e in collaborazione con 24 ORE Cultura, la direzione artistica di Denis Curti e il team di BlackCamera.

La prima edizione del Photo Grant di Deloitte ha avuto come tema “Connections“. Oltre 700 autori hanno partecipato, proponendo la propria narrazione e interpretazione visiva di cosa significhi, secondo la propria sensibilità artistica, “essere connessi” a livello umano, professionale, economico o ambientale. Quest’anno a vincere questo premio è stata la grandiosa fotografa Newsha Tavakolian.

Il tema delle “connessioni”, interpretato attraverso il medium artistico della fotografia da artisti di diverse culture in tutto il mondo, trova la sua espressione più autentica nel contesto del Mudec. Questo spazio espositivo offre un ambiente coeso per dare piena voce al progetto Photo Grant di Deloitte e Fondazione Deloitte. Il progetto abbraccia appieno la visione artistica e la ricerca culturale del Museo delle Culture, agendo in qualità di Institutional Partner.

A group of young women in Tehran resembling a mountain. (2020)
© Newsha Tavakolian And They Laughed At Me. A group of young women in Tehran resembling a mountain. (2020)

And they laughed at me

Attraverso più di 70 opere, tra cui immagini d’archivio, scatti inediti e fotogrammi, la mostra “And They Laughed at Me” offre una testimonianza visiva e un racconto avvincente del volto drammatico dell’oppressione in Iran, coprendo il periodo dal 1996 fino ad oggi. La mostra si propone inoltre di esplorare una tattica di repressione militare adoperata in Iran, che mira a privare le persone della vista mediante proiettili di gomma. Questa misura distopica, spesso utilizzata dalle forze dell’ordine per limitare la diffusione di informazioni, ha l’obiettivo di mantenere la popolazione nell’ignoranza riguardo agli eventi contemporanei.

Il percorso espositivo rivela la maturità narrativa delle immagini e l’intensa carica umana presente nel lavoro dell’artista. Queste fungono quasi da manifesto visivo per contrastare il terrorismo repressivo di un organismo politico desideroso di sopprimere l’autodeterminazione individuale a favore di fini totalitari. Le fotografie di Newsha Tavakolian riflettono la sfida di interpretare la storia collettiva in un contesto iraniano segnato dall’oppressione politica. Queste immagini stimolano riflessioni profonde e mettono in luce il conflitto tra la società imposta e il desiderio di un cambiamento individuale.

Emerge chiaramente come la paura indotta dalle decisioni politiche iraniane abbia trasformato la stessa struttura sociale in una minaccia per l’ordine costituito.
In questa realtà oppressiva, le opere esposte incarnano una voce coraggiosa che si ribella contro un destino ineluttabile.

Portrait of a journalist in Tehran
© Newsha Tavakolian And They Laughed At Me. Portrait of a journalist in Tehran

Inoltre la mostra è accompagnata da un catalogo “PHOTO GRANT 2023 – Connections” edito da 24ORE Cultura

Newsha Tavakolian

Nata a Teheran nel 1981, Newsha Tavakolian, membro di Magnum Photos, si distingue come fotografa, artista visiva ed educatrice iraniana, celebrata per il suo impegno nel documentare la condizione umana. Fin da giovane, ha intrapreso la sua carriera nella fotografia, emergendo rapidamente come una figura di rilievo nel panorama artistico. La sua fotografia è rinomata per la capacità narrativa e l’attenzione rivolta alla cattura delle sottili emozioni che plasmano la nostra umanità.

Il suo lavoro abbraccia una vasta gamma di temi, spaziando dalle sfide affrontate dalle donne in Iran e in tutto il mondo alle conseguenze delle tensioni nelle zone di conflitto. Tavakolian si distingue per la sua abilità nel combinare l’arte con il documentario, sfumando i confini tra realtà e immaginazione. Nel corso della sua carriera, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Carmignac Gestion Award, il Prince Claus Award e diversi premi fotografici internazionali.

Le sue fotografie sono state esposte in rinomate mostre in tutto il mondo e sono parte di collezioni private di istituzioni internazionali di grande rilievo, tra cui il Victoria & Albert Museum, il Los Angeles County Museum of Art (LACMA), il British Museum, la Sackler Gallery e il Boston Museum of Fine Art. Nel 2019, Newsha Tavakolian ha debuttato nel mondo del cortometraggio con “For the Sake of Calmness“. Attualmente, si prepara alla produzione del suo primo lungometraggio in Iran e Romania, consolidando ulteriormente la sua impronta poliedrica nel mondo dell’arte visiva.

Newsha Tavakolian
Newsha Tavakolian

Dust From Home di Fernanda Liberti

In concomitanza con l’esposizione di Newsha Tavakolian, viene presentato il progetto concettuale “Dust From Home” di Fernanda Liberti che ha vinto la Open Call del concorso, dedicata alle artiste e agli artisti Under 35. La fotografa brasiliana focalizza la sua attenzione sulla diversità delle migrazioni. Tracciando poi la storia della propria famiglia di origini siriane, italiane e albanesi, che ha attraversato l’oceano per stabilirsi in Brasile, cercando un nuovo inizio. Liberti ha iniziato questo percorso utilizzando l’archivio fotografico di famiglia, con l’obiettivo di creare un legame visuale tra paesaggio, tempo, nostalgia, eredità e politica.

La materializzazione di questo progetto è destinata a diventare una mostra nell’edizione 2024 del Photo Grant di Deloitte, arricchendo ulteriormente il dialogo artistico sulla complessità delle migrazioni e sulla ricca tessitura di storie individuali che si intrecciano con il tessuto sociale globale.

Fernanda Liberti, nata a Rio de Janeiro nel 1994, si afferma come un’artista brasiliana che si esprime attraverso la fotografia e il video. Cresciuta nella dinamica metropoli di Rio de Janeiro, Liberti si dedica all’esplorazione del costante contrasto tra il mondo naturale e quello costruito dall’uomo, tematica che permea il suo corpus artistico.

Approfondendo lo studio delle dinamiche postcoloniali, la sua arte si focalizza sulle esperienze e i ruoli delle persone afrodiscendenti, delle donne e delle persone LGBTQ+ nel contesto del ventunesimo secolo. Attraverso la sua lente artistica, Liberti si impegna a esplorare in maniera sensibile e critica le complesse sfaccettature della contemporaneità e a dar voce a narrazioni spesso trascurate e marginalizzate.

FONTI

Mudec
Il giornale dell’arte
Deloitte

di Irene Tassi

Articoli correlati

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto