The Italian Museums Index

Sebastião Salgado porta la sua Amazzonia al MAXXI

Sebastião Salgado
© Sebastião Salgado/Contrasto

Fino al 25 aprile 2022 è possibile visitare la mostra Amazônia di Sebastião Salgado presso il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma.

Ritorno alle origini: Salgado parla della sua terra, il Brasile

Sebastião Salgado è considerato uno dei più grandi fotografi contemporanei. Nato in Brasile nel 1944, è proprio della sua terra natale che parla in questa grande mostra, unica tappa italiana del fotografo, dove sono esposte più di 200 fotografie.

La mostra è prodotta dal MAXXI in collaborazione con Contrasto, e curata da Lélia Wanick Salgado, una delle più grandi autrici, produttrici cinematografiche e ambientaliste del Brasile, nonché compagna di vita del fotografo.

© Sebastião Salgado

La produzione fotografica di Sebastião Salgado ha sempre avuto come fulcro la condizione ambientale e umana, basti pensare che il fotografo è stato testimone di eventi drammatici per 25 anni di carriera, fino al Genocidio in Ruanda del 1994.

Dopo questo ennesimo tragico evento Salgado si è dedicato ad un lungo progetto, iniziato nel 2003 e durato dieci anni, chiamato Genesi: il libro fotografico è composto da oltre 200 immagini e dedicato al racconto della rara bellezza del patrimonio unico e prezioso di cui disponiamo, il nostro pianeta.

Il progetto Amazônia è durato sei anni durante i quali cui attraverso una serie di viaggi Sebastião Salgado ha catturato la molteplicità di gruppi etnici che popolano l’Amazonia, vivendo per settimane intere nei loro villaggi. È importante tenere presente che l’Amazonia è più grande dell’Europa e occupa un terzo del continente sudamericano, per cui i popoli che vi abitano sono distanti e profondamente diversi tra loro.

Il risultato è uno straordinario insieme di immagini di fiumi, foresta, montagne e persone. Un territorio che dagli scatti di Salgao risulta essere forte e antichissimo, ma allo stesso tempo molto fragile.

Non solo immagini: un complesso apparato per immergersi nella foresta Amazzonica

Non solo oltre 200 fotografie, ma anche una traccia audio composta appositamente per la mostra da Jean-Michel Jarre e ispirata ai suoni autentici della foresta ad accompagnare la visita. I visitatori possono quindi immergersi nella foresta tra le fotografie e il suono del fruscio degli alberi, i versi degli animali, il canto degli uccelli o il fragore dell’acqua che cade a picco dalle montagne.

La mostra è divisa in due parti.

Nella prima le fotografie sono organizzate per ambientazione paesaggistica. Le sezioni della mostra che racchiudono la fotografia di paesaggio sono: Tempeste tropicali, Montagne, La foresta e Isole nel fiume. Ognuna di esse racconta un aspetto diverso della flora amazzonica, spettacolari e imponenti, ma allo stesso tempo minacciato dall’inquinamento, dalla deforestazione e dal cambiamento climatico.

Sebastião Salgado
© MAXXI

La seconda parte è dedicata alle diverse popolazioni indigene immortalate da Sebastião Salgado nei suoi numerosi viaggi. Ad esempio i Korubo, fra le tribù con meno contatti esterni: proprio la spedizione di Salgado nel 2017 è stata la prima occasione in cui un team di documentaristi e giornalisti ha trascorso del tempo con loro.

Oltre alle immagini, poste a diverse altezze e presentate in diversi formati, la mostra si sviluppa in spazi che ricordano le “ocas”, tipiche abitazioni indigene, evocando in modo vivido i piccoli e isolati insediamenti umani nel cuore della giungla.

Sono parte integrante dell’esposizione due sale di proiezione dedicate a due temi differenti: una a tema paesaggistico, nell’altra invece sono esposti alcuni ritratti di donne e uomini indigeni. Entrambe sono accompagnate da sottofondi musicali.

L’attivismo della coppia Wanick-Salgado

Il tema della foresta amazzonica è particolarmente delicato a causa degli avvenimenti politici degli ultimi anni, che vedono protagonista il presidente del Brasile Jail Bolsonaro, eletto nel 2019. In soli tre anni il presidente sembrerebbe aver messo in pericolo la foresta Amazzonica come mai prima d’ora, scatenando le reazioni dei movimenti ambientalisti mondiali.

© Sebastião Salgado, Sebastião e Lélia

Insieme, la coppia di artisti formata da Sebastião e Léila ha dato vita a una serie di azioni e opere volte alla denuncia ambientale e sociale.

Nel 1998, la coppia fonda un’organizzazione ambientalista che promuove e mira a ripristinare la valle del Rio Doce chiamata “InstitutoTerra”. Il promuovendo anche la riforestazione, uno dei problemi principali del Brasile, oltre all’educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile. Nel 2015 Lélia Wanick Salgado in riconoscimento della produzione del documentario The Salt of the Earth, è stata nominata per un Oscar come miglior documentario.

Salgado riassume così l’intento di questa mostra, le sue motivazioni e il suo intento ambientalista:

Questa mostra è il frutto di sette anni di vissuto umano e di spedizioni fotografiche compiute via terra, acqua e aria. Sin dal momento della sua ideazione, con Amazônia volevo ricreare un ambiente in cui il visitatore si sentisse avvolto dalla foresta e potesse immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Queste immagini vogliono essere la testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela.

Fonti

https://www.corriere.it/pianeta2030/22_gennaio_28/greenpeace-contro-bolsonaro-l-uomo-che-uccide-foresta-pericoloso-il-destino-pianeta-2c134b70-800f-11ec-9fac-a85f17701932.shtml

http://www.arte.it/calendario-arte/roma/mostra-sebasti%C3%A3o-salgado-amaz%C3%B4nia-75099

https://www.fotografiamoderna.it/lelia-wanick-salgado/

di Alessia De Santis

Articoli correlati

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto