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Il MASI di Lugano presenta Calder. Sculpting Time

Alexander Calder, Triple Gong c. 1948, Ottone, lastra di metallo, filo metallico e pittura, 99.1 × 190.5 × 7 cm, Calder Foundation, New York,
Photo courtesy Calder Foundation, New York / Art Resource, New York, © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Alexander Calder, Triple Gong c. 1948, Ottone, lastra di metallo, filo metallico e pittura, 99.1 × 190.5 × 7 cm, Calder Foundation, New York,
Photo courtesy Calder Foundation, New York / Art Resource, New York, © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

Dal 5 maggio al 6 ottobre 2024 il MASILugano apre al pubblico la mostra monografica “Calder. Sculpting Time”, presentando i capolavori di Alexander Calder.

La mostra

Il MASI Lugano dà il via alla straordinaria esposizione “Calder. Sculpting Time”, la più completa mostra monografica mai dedicata ad Alexander Calder da un’istituzione pubblica svizzera negli ultimi cinquant’anni. Calder ha rivoluzionato il concetto di scultura introducendo il movimento in un medium tradizionalmente statico, estendendo così la sua espressione al di là del visivo, nella dimensione temporale. Grazie al contributo di importanti collezioni pubbliche e private internazionali, inclusa la prestigiosa Calder Foundation di New York, la mostra presenta oltre 30 capolavori dell’artista realizzati tra il 1931 e il 1960. La mostra, che è sponsorizzata dalla Fondazione Favorita, sarà anche arricchita da un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale in tre versioni distinte (italiano, inglese e tedesco), contenente un saggio di Carmen Giménez e Ana Mingot Comenge, curatrici della mostra, insieme a una selezione di testi storici.

“Calder. Sculpting Time” analizza l’impatto rivoluzionario di questo artista, evidenziando la sua creazione di un linguaggio formale e scultoreo innovativo durante gli anni ’30 e ’40 del Novecento. L’esposizione, concepita come uno spazio aperto senza pareti, permette al pubblico di esplorare opere che spaziano dalle prime astrazioni di Calder, chiamate sphériques, fino a una magnifica selezione di mobiles più recenti, stabiles e standing mobiles di varie dimensioni. Inoltre, la mostra presenta una selezione di constellations.

Alexander Calder, Croisière, 1931, Filo metallico, legno e pittura 94 × 58.4 × 58.4 cm, Calder Foundation, New York , Photograph by Tom Powel Imaging © Calder Foundation, New York. Photo courtesy of Calder Foundation, New York / Art Resource, New York © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Alexander Calder, Croisière, 1931, Filo metallico, legno e pittura 94 × 58.4 × 58.4 cm, Calder Foundation, New York , Photograph by Tom Powel Imaging © Calder Foundation, New York. Photo courtesy of Calder Foundation, New York / Art Resource, New York © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

Alexander Calder

Nato nel 1898 a Lawnton, Pennsylvania, e scomparso nel 1976 a New York City, Alexander Calder è riconosciuto come lo scultore più acclamato e influente del ventesimo secolo. Appartenente a una famiglia di artisti celebri dal background classico, Calder ha rivoluzionato l’arte moderna con il suo genio innovativo. Nei primi anni del ‘900, ha introdotto un nuovo approccio alla scultura, modellando figure tridimensionali nello spazio attraverso la piegatura e la torsione del filo metallico. 

Dopo il trasferimento a Parigi nel 1926, Alexander Calder si immerse nell’avanguardia artistica della capitale francese. Durante questo periodo, diede vita al suo innovativo Cirque Calder e ampliò la sua sperimentazione con ritratti in filo metallico, che sfidavano completamente la concezione tradizionale di massa. Verso il 1930, l’artista si spinse verso l’astrattismo in modo deciso. La mostra “Calder. Sculpting Time” sottolinea proprio il punto di svolta cruciale nella sua carriera, presentando le prime sculture non oggettive di Calder, definite da lui stesso come densités, sphériques, arcs e mouvements arrêtés. In particolare, emerge lo stabile Croisière, dove fili sottili delineano una forma curvilinea collegata a due piccole sfere dipinte in bianco e nero. Le linee metalliche di Calder modellano volumi che sembrano privi di peso e di massa, catturando il movimento in un’azione quasi eterea.

A partire dagli anni ’50, Calder si è dedicato sempre più alla realizzazione di imponenti sculture all’aperto, composte da lastre d’acciaio imbullonate, che oggi adornano le piazze pubbliche di città in tutto il mondo, portando con sé la bellezza e l’imponenza delle sue creazioni.

Mobiles

Una delle rivoluzioni più significative di Calder, a cui è legata la sua fama, è stata l’integrazione del movimento nelle sue opere, introducendo così la dimensione temporale. I suoi “mobiles“, termine coniato da Duchamp per descrivere tali creazioni,. sono sculture cinetiche caratterizzate da elementi sospesi e astratti che si muovono e si bilanciano in un’armoniosa danza di forme e le cui composizioni in costante mutamento sono influenzate dalle condizioni ambientali circostanti.

“Calder ha creato organismi metallici che possiedono le qualità della leggerezza e della varietà in forme biomorfiche sottili, che sono allo stesso tempo resistenti e fragili, dinamici ed estetici, solidi e ipersensibili”, spiegano Carmen Giménez e Ana Mingot, curatrici della mostra, riferendosi ai mobiles realizzati da Calder.

Nella mostra sono presenti diversi mobiles, come “Arc of Petals” (1941) e l’imponente “Red Lily Pads” (1956), esposta nell’ultima sala di fronte a una vasta vetrata che regala una suggestiva vista sul lago di Lugano e sul panorama montuoso circostante. Queste opere reagiscono a ogni sottile variazione dell’aria e della luce, vibrando nell’imprevedibilità dei diversi momenti temporali.

Alexander Calder, Arc of Petals, 1941, Lastra di alluminio dipinto e non, filo di ferro, 240x 220x 90 cm
Peggy Guggenheim Collection, Venice (Solomon R. Guggenheim Foundation, New York) 76.2553 PG 137 © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Alexander Calder, Arc of Petals, 1941, Lastra di alluminio dipinto e non, filo di ferro, 240x 220x 90 cm
Peggy Guggenheim Collection, Venice (Solomon R. Guggenheim Foundation, New York) 76.2553 PG 137 © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

Eucalyptus

La mostra “Calder. Sculpting Time” espone uno dei mobiles più significativi realizzati di Calder, “Eucalyptus” (1940). Questa scultura ha fatto il suo debutto alla Pierre Matisse Gallery di New York nel 1940, durante una mostra dedicata a Calder, e successivamente è stata inclusa in quasi tutte le mostre di rilievo allestite durante la sua vita.

Stabiles

Alla mostra sono esposti anche gli stabiles di Calder, termine coniato da Jean Arp per le opere statiche dell’artista in contrasto con le opere cinetiche di Duchamp. Questi stabiles esplorano il movimento implicito. Opere come “Untitled” (circa 1940) e “Funghi Neri” (1957) mettono in luce in modo spettacolare le variazioni di scala, passando dalle dimensioni più ridotte a quelle maggiori.

Alexander Calder, Aluminum Leaves, Red Post, 1941, Lastra di metallo dipinta
154.3 × 103.5 x 108 cm, The Lipman Family Foundation © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Alexander Calder, Aluminum Leaves, Red Post, 1941, Lastra di metallo dipinta
154.3 × 103.5 x 108 cm, The Lipman Family Foundation © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Alexander Calder, Untitled, c. 1941, Lastra di metallo, filo metallico, corda, legno e pittura
97.1 x 83.8 x 29.8 cm, Calder Foundation, New York, Gift of Charles M. Yassky, New York, 2013
Photo courtesy of Calder Foundation, New York / Art Resource, New York © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Alexander Calder, Untitled, c. 1941, Lastra di metallo, filo metallico, corda, legno e pittura
97.1 x 83.8 x 29.8 cm, Calder Foundation, New York, Gift of Charles M. Yassky, New York, 2013
Photo courtesy of Calder Foundation, New York / Art Resource, New York © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

Constellation

Durante la Seconda guerra mondiale, vista la scarsità di lastre di metallo, Calder avviò nel 1943 una nuova serie di sculture astratte. Queste opere, realizzate con fili metallici e legno, venivano appese alle pareti a altezze sorprendenti. Sweeney e Duchamp, curatori della retrospettiva di Calder del 1943 presso il Museum of Modern Art di New York,. introdussero il termine “constellation” per definire queste sculture.

Alexander Calder, Constellation, 1943, Legno, filo metallico e pittura 83.8 × 91.4 × 35.6 cm, Calder Foundation, New York, Photograph by Tom Powel Imaging © Calder Foundation, New York.
Photo courtesy of Calder Foundation, New York / Art Resource, New York © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Alexander Calder, Constellation, 1943, Legno, filo metallico e pittura 83.8 × 91.4 × 35.6 cm, Calder Foundation, New York, Photograph by Tom Powel Imaging © Calder Foundation, New York.
Photo courtesy of Calder Foundation, New York / Art Resource, New York © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

L’eredità di Calder perdura non solo nella presenza fisica delle sue opere, ma anche nel profondo impatto del suo lavoro, che ha cambiato il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura. Il suo contributo alla storia dell’arte si estende ben oltre l’uso innovativo di materiali e l’impiego di nuove tecniche, catturando la sottile essenza di momenti fugaci. Confrontarsi con questa dimensione temporale è l’obiettivo di questa mostra

Carmen Giménez e Ana Mingot Comenge

Informazioni

Data: dal 5 maggio al 6 ottobre 2024

Luogo: Sede LAC, Piazza Bernardino Luini 6, 6900 Lugano

Orari: Martedì / Mercoledì / Venerdì: 11.00 – 18.00
Giovedì: 11.00 – 20.00
Sabato / Domenica / Festivi: 10.00 – 18.00
Chiuso il Lunedì

Biglietti: Intero: 20 CHF
Ridotto: 16 CHF
Ridotto – IoInsegno: 14 CHF

Email: info@masilugano.ch

Telefono: +41 (0)58 866 42 40

Sito web: Calder. Sculpting Time

Fonti

Calder. Sculpting Time – Comunicato stampa

di Martino Riva

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