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Edmondo Bacci alla Collezione Peggy Guggenheim

"Edmondo Bacci. L'energia della luce"
© “Edmondo Bacci. L’energia della luce”, 1 aprile – 18 settembre, 2023. Collezione Peggy Guggenheim. Photo Matteo De Fina

Una mostra retrospettiva dedicata all’artista spazialista veneziano Edmondo Bacci. Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.1 aprile-18 settembre 2023.

La mostra veneziana “Edmondo Bacci. L’energia della luce”, a cura di Chiara Bertola, presenta un percorso tra ottanta opere dell’artista. I dipinti e disegni inediti provengono dall’Archivio Edmondo Bacci, collezioni private e musei internazionali, tra cui il Museum of Modern Art di New York e l’Art Museum di Palm Springs.

La mostra ripercorre la carriera di Bacci dagli anni Trenta agli anni Ottanta, mettendo in evidenza le sue sperimentazioni con il colore, la luce, la materia e il movimento. In particolare l’esposizione intende approfondire la parte più lirica dell’opera di Bacci, gli anni Cinquanta, quando, già affermato negli ambienti legati allo Spazialismo, viene notato dalla collezionista Peggy Guggenheim.

Le opere sono suddivise in sei sezioni tematiche, che ripercorrono le diverse fasi della carriera dell’artista per comprendere l’evoluzione del linguaggio del colore-luce: “Cantieri e Fabbriche”, “Albe e Avvenimenti”, “Spazialismo”, “Gli anni della sperimentazione”, “Disegni e carte bruciate” e “Sala personale alla XXIX Biennale internazionale d’arte”.

Edmondo Bacci: un nuovo uso del colore

"Edmondo Bacci nello studio, Venezia, 1961"
Edmondo Bacci nello studio, Venezia, 1961“. Sul cavalletto, Senza titolo (1957 c.), proseguendo verso destra, Avvenimento #316 (Omaggio a Gagarin) (1958), Avvenimento #328 (1959 c.). Archivio Edmondo Bacci, Venezia

Edmondo Bacci nasce nel 1913 a Venezia e qui compie la sua educazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti. Negli anni di studio si interessa alla teoria dei colori di Johann W. Goethe e sviluppa una sensibilità verso la luce quale “scopritrice delle cose e delle forme”. Bacci sviluppa anche un grande interesse per i grandi maestri veneziani del passato come Giovanni Bellini, Giorgione e Giambattista Tiepolo.

Nel 1945 tiene la prima mostra personale alla Galleria del Cavallino di Venezia ed entra in contatto con la poetica dello Spazialismo, che si sta discutendo a Milano intorno a Lucio Fontana. Lo Spazialismo permetterà all’artista di farsi conoscere tra le personalità contemporanee più innovative nel mondo dell’arte.  Parteciperà più volte alla Biennale di Venezia e comincia ad esporre alle mostre spazialiste in Italia e all’estero.  Verso la metà degli anni cinquanta Peggy Guggenheim rimane affascinata dall’uso intenso e nuovo del colore che contraddistingue i suoi lavori e ne diventa attiva sostenitrice, aiutandolo ad esporre nelle più importanti gallerie d’arte d’Europa e degli Stati Uniti. Bacci muore a Venezia il 16 ottobre 1978.

Cantieri e Fabbriche

 "Fabbrica"
Edmondo Bacci “Fabbrica“, 1950 Carboncino e inchiostro su carta, 25,5 x 17,5 cm
Collezione privata, Venezia

Il percorso espositivo inizia con le tele “Cantieri e Fabbriche” che l’artista realizza tra il 1945 e il 1953, ispirate agli altiforni dell’area industriale di Marghera, e influenzate dal contatto con gli artisti del Fronte Nuovo delle Arti. In queste opere Bacci esclude il colore dipingendo  geometrie di bianchi e neri contrapposti a rappresentare l’alternarsi dinamico delle masse luminose e delle tenebre assolute. Successivamente lo spazio frontale e in bianco e nero delle prime “Fabbriche” subisce un cambiamento aprendosi a nuove cromie: l’artista mette sempre più al centro la funzione spaziale del colore.

Albe e Avvenimenti

 "Avvenimento #7R",
Edmondo Bacci  “Avvenimento #7R”, 1953 Tempera grassa su tela 100 x 142,2 cm 
Collezione privata, Padova

Si prosegue con le “Albe”, tele del 1954, caratterizzate dalla rottura definitiva dei piani cromatici, per poi arrivare al successivo passo, gli “Avvenimenti”. 

Gli “Avvenimenti”, realizzati tra il 1953-58 e nati anche dalle prime esperienze spazialiste, rappresentano il nucleo poetico della mostra. Sono opere dove lo spazio non è più sorretto da una griglia geometrica ma si genera unicamente dalle relazioni degli eventi di colore: un colore che diventa spazio assoluto e che abolisce ogni limite tra superficie e volume, tra dimensione e traiettoria. Bacci lavora con gli elementi primari della creazione: l’acqua, l’aria, il fuoco e la terra. In alcune opere il colore è mischiato alla sabbia per restituire il peso della materia che diventa “materia-energia”.

Edmondo Bacci e lo Spazialismo

Senza titolo,
Edmondo Bacci “Senza titolo”, 1953 Tempera grassa su carta intelata, 43 x 54,5 cm
Archivio Edmondo Bacci, Venezia

Successivamente il percorso continua con una sezione dedicata allo Spazialismo.  Esso si propone come una corrente artistica innovativa e rivoluzionaria, che vuole superare i confini dell’arte tradizionale e creare nuove esperienze di fruizione dello spazio.

Viene elaborata nel 1946 da un’idea di Lucio Fontana che propone un’arte che esplori le dimensioni del tempo e dello spazio attraverso nuovi mezzi espressivi come la luce, il suono e il vuoto.  Proponendo l’uso di nuovi media e tecniche espressive, come la luce artificiale, il neon, il movimento meccanico, i buchi e i tagli sulla superficie pittorica si vuole creare un’arte integrale che superi la distinzione tra pittura, scultura e architettura, e che si espanda nello spazio reale. I principi teorici dello spazialismo sono espressi nei sei manifesti spazialisti, redatti tra il 1946 e il 1954 da Fontana e altri artisti che come Bacci aderiscono al movimento; tra i nomi più noti abbiamo Alberto Burri, Roberto Crippa, Gianni Dova, Giuseppe Capogrossi.

Lo sperimentalismo e le carte bruciate

 "Senza titolo "
Edmondo Bacci “Senza titolo ” 1975 c., Cartoncino, legno e tempera su tavola, 55 x 69 cm
Archivio Edmondo Bacci, Venezia

La mostra dà spazio anche ad un altro aspetto interessante dell’evoluzione del linguaggio dell’artista: lo sperimentalismo degli anni Sessanta-Settanta a cui Bacci rivolge la sua ricerca negli ultimi anni di lavoro. In questo periodo vengono elaborati i “Gessi”, le “Sagome”, i “Teatrini”, opere che riflettono la ricerca artistica di Bacci che si spinge verso nuove indagini extra pittoriche, verso la materia. I materiali usati, come polistirolo, acciaio, legno e stoffa, appartengono alla vita quotidiana e al mondo del lavoro che trasmettono un senso di immediatezza allo spettatore.

Un’importante sezione è dedicata ad una serie di disegni e “Carte bruciate”, provenienti da diverse collezioni italiane e dall’Archivio Edmondo Bacci, dove l’artista interpreta su carta le potenzialità del segno grafico e del colore. Le macchie cromatiche entrano in contrasto con le forme nere incenerite a sottolineare la fragilità della materia.

 "Senza titolo " 1972
Edmondo Bacci “Senza titolo ” 1972, Tempera e carta bruciata su carta incollata su tavola 26 x 42 cm
Collezione Mario Bassiato, Treviso

Bacci alla Biennale di Venezia e le influenze dal passato

Il percorso espositivo si conclude con un riferimento alla partecipazione di Bacci alla XXIX Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, nel 1958. In questa occasione gli viene dedicata un’intera sala, con i più celebri “Avvenimenti” dell’epoca, in particolare “Avvenimento #299” del 1958.

A chiudere la sala il “Giudizio Universale”  di Giambattista Tiepolo come testimonianza dell’influenza che l’uso del colore nelle grandi tele del passato ha avuto sull’artista. 

“E non ha niente di superfluo, ma, come per ogni opera fortemente estetica  [Bacci] è semplice, vivo e intenso. Per lui il colore è un conflitto di potenze e la materia vive di questa tensione, sensibile e luminosa”

Peggy Guggenheim, in Catalogo della XXIX Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, 1958

Informazioni sulla visita

Orari di apertura: tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 18, chiuso il martedì

Biglietti: Intero € 16; seniors oltre 65 anni € 14; studenti entro i 26 anni € 9; bambini 0-10 anni e soci ingresso gratuito. Il biglietto dà diritto all’ingresso alla
Collezione e alla mostra. Tutti i giorni alle 15 vengono offerte presentazioni gratuite dell’esposizione. Dal 1° aprile al 18 settembre il biglietto d’ingresso al
museo consentirà di accedere alla Fondazione Querini Stampalia, Venezia, con una tariffa ridotta.

Per maggiori informazioni visita il sito Collezione Peggy Guggenheim Venezia

Fonti testuali e fotografiche:

Collezione Peggy Guggenheim di Venezia

di Sara Simonini

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