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Alla ricerca della vera Vivian Maier a Villa Reale di Monza

Vivian Maier, Self-Portrait, Chicago, IL, 1956, Gelatin silver print, 2014
Vivian Maier, Self-Portrait, Chicago, IL, 1956, Gelatin silver print, 2014

Dal 17 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025 è in corso la mostra UNSEEN. Le foto mai viste di Vivian Maier a Villa Reale di Monza.

Curata da Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma photography, l’esposizione Unseen. Le fotografie inedite di Vivian Maier rappresenta la più significativa mostra mai realizzata in Italia dedicata a questa straordinaria e riservata artista.

Composta da 220 fotografie suddivise in 9 sezioni, l’esposizione indaga i temi e i soggetti distintivi del suo stile: dagli autoritratti alle scene di vita quotidiana, dalle immagini di bambini a quelle di individui ai margini della società, esplorando anche aspetti poco conosciuti di una storia umana ed artistica fuori dal comune.

Vivian Maier, Chicago, IL, n.d., Gelatin silver print, 2014
Vivian Maier, Chicago, IL, n.d., Gelatin silver print, 2014

La mostra

L’esposizione è costituita da un insieme di fotografie, sia in bianco e nero che a colori, estremamente rare e mai esposte al pubblico fino a pochi anni fa. A queste si affiancano filmati in formato Super 8, provini a contatto, registrazioni audio della sua voce e diversi oggetti a lei appartenuti, tra cui le macchine fotografiche Rolleiflex e Leica.

Come tutte le esposizioni curate da Vertigo Syndrome, anche questa mostra è accompagnata da una serie di eventi collaterali, tra cui workshop artistici, conferenze dedicate alla storia della fotografia, laboratori per bambini e altre iniziative diverse, tutte strettamente legate al campo della fotografia e dell’immagine in senso ampio.

 Vivian Maier, New York, NY, 1954, Gelatin silver print, 2012
Vivian Maier, New York, NY, 1954, Gelatin silver print, 2012

Vivian Maier, Armenian woman fighting on East 86th Street, New York, NY, September 1956, Gelatin silver print, 2012
Vivian Maier, Armenian woman fighting on East 86th Street, New York, NY, September 1956, Gelatin silver print, 2012

Chi era Vivian Maier

Vivian Maier nasce a New York l’1 febbraio 1926 con padre austriaco e madre francese. Durante la sua infanzia, trascorre gran parte del tempo in Francia nella fattoria di famiglia e successivamente nella vicina città di St. Bonnet per gli studi. Nel 1932, ritorna per un breve periodo a New York con la madre, per poi separarsi dal padre e dal fratello definitivamente.

Successivamente, con i proventi dalla vendita della tenuta francese di famiglia, acquista la sua prima macchina fotografica, iniziando a familiarizzare con l’arte della fotografia. Nel 1951, si trasferisce a New York, dove lavora come bambinaia, riuscendo così a sostenere se stessa e a finanziare la sua passione per la fotografia.

Estate 1952: Maier acquista una macchina fotografica Rolleiflex scattando un numero di negativi superiore a quello che riesce a sviluppare. Perciò, attratta dal fascino di Hollywood e delle sue celebrità, decide di cercare fortuna a Los Angeles.

Durante la sua vita intraprende numerosi viaggi, trascorre undici anni a Chicago, tra gli anni ’60 e ’80 cambia diversi datori di lavoro e si dedica alla fotografia a colori (utilizzando una Leica) oltre a sperimentare con il cinema, cercando nuove soluzioni artistiche.

Vivian Maier, New York, NY, September 29, 1959, Gelatin silver print, 2020
Vivian Maier, New York, NY, September 29, 1959, Gelatin silver print, 2020

Vivian Maier, Digne, France, August 11, 1959, Gelatin silver print, 2020
Vivian Maier, Digne, France, August 11, 1959, Gelatin silver print, 2020

Un sogno infranto

Nonostante i suoi sforzi per trasformare la sua passione in una carriera, non riuscirà mai a realizzare questo obiettivo.

A causa di diversi problemi economici nei primi anni 2000, la sua attività fotografica si fa più repentina fino a scomparire del tutto. Questo porta alla mancanza di un luogo adeguato per la conservazione del suo lavoro, abbandonato in archivi pubblici comunali.

All’interno di uno dei magazzini in cui Maier custodiva i suoi negativi, lo studente di Chicago John Maloof, mentre cercava materiale iconografico relativo alla città, scopre la figura enigmatica della fotografa e si dedica ad approfondire la sua opera, dando vita a un archivio che conta oltre 120 mila scatti.

Nel 2009, prima che il suo lavoro possa essere conosciuto dal grande pubblico, Vivian Maier muore a Chicago il 21 aprile all’età di 83 anni.

Vivian Maier, Chicago, IL, 1960, Gelatin silver print, 2014
Vivian Maier, Chicago, IL, 1960, Gelatin silver print, 2014

Percepire le sue opere

La mostra si inaugura con una selezione di opere che rappresentano forse il nucleo più emblematico dell’artista, attraverso il quale esplora la propria identità tramite la fotografia.

Gli autoritratti (realizzati mediante diverse tecniche e approcci visivi) testimoniano la sua abilità creativa e intuitiva: immagini della sua silhouette proiettata, della sua ombra, o dei riflessi in uno specchio o in un vetro. Un linguaggio visivo di situazioni che utilizza per affermare la propria esistenza in un preciso momento e in un luogo specifico.

Questo lavoro risulta particolarmente significativo nell’epoca dei social media.

Il tradimento del Sogno Americano nel dopoguerra

Durante le sue frequenti passeggiate da nanny, lo sguardo di Maier si sofferma su coloro che vivono ai margini del Sogno Americano, una grande utopia da cui sono esclusi. Lontana dai tradizionali ritratti con soggetti rigorosamente impeccabili, l’autrice cattura i suoi soggetti inaspettatamente, anticipando il momento in cui, rendendosi conto della sua presenza, avrebbero perso la loro spontaneità.

Quindi non c’è da stupirsi se molte delle sue fotografie raffigurino la vita dei bambini di cui si è presa cura per circa quarant’anni.

Vivian Maier, Central Park, New York, NY, September 26, 1959, Gelatin silver print, 2020
Vivian Maier, Central Park, New York, NY, September 26, 1959, Gelatin silver print, 2020

Vivian Maier, Central Park, New York, NY, September 26, 1959, Gelatin silver print, 2020
Vivian Maier, Central Park, New York, NY, September 26, 1959, Gelatin silver print, 2020

Dagli 8 mm al colore della vita ordinaria

Se il suo lavoro in bianco e nero si caratterizza per un silenzio profondo, il colore rappresenta per l’autrice il Blues che attraversa le strade di Chicago, in particolare quelle dei quartieri operai, restituendo giochi cromatici di straordinaria bellezza. L’uso di una Leica 35 mm, il cui formato rettangolare si discosta notevolmente da quello quadrato della Rolleiflex, conferisce un dinamismo marcato alla composizione di queste immagini, esposte poche volte in pubblico e tra le più rare della sua produzione.

Informazioni utili

Luogo: Viale Brianza 1, 20900, Monza (MB)

Data: Dal 17 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025

Orari: Mercoledì, giovedì e venerdì 10:00 – 16:00; sabato, domenica e festivi 10:30 – 18:30; lunedì e martedì chiuso.

Biglietto: Intero € 16,50; ridotto €14; ridotto speciale € 6 (bambini dai 7 ai 12 anni); gratis per visitatori disabili, accompagnatori di scolaresche e gruppi, bambini fino ai 6 anni e possessori di abbonamenti a Musei Lombardia.

Acquisto online e informazioni: vivianmaierunseen.com

Telefono: 39 351 6560343

Email: info@vivianmaierunseen.com

Fonti

Anna Defrancesco

vivianmaierunseen.com

di Aurora Coldebella

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