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Sergio Perdomi, il fotografo della Venezia Tridentina

“Gigino” Munerati al ponte di Castelvecchio 1932-1933. Foto di Sergio Perdomi

Fino al prossimo 1° ottobre è prevista la mostra monografica “Sergio Perdomi (1887-1935). Il fotografo della Venezia Tridentina” al Castello del Buonconsiglio.

La mostra è curata da Katia Malatesta e Maddalena Ferrari, che hanno studiato l’archivio di Sergio Perdomi per selezionare le fotografie più significative. Il progetto espositivo negli spazi del Castello del Buonconsiglio invece è curato da Roberto Festi. La prima mostra interamente dedicata a Sergio Perdomi, stimato collaboratore dell’Ufficio Belle Arti a partire dal 1919 e successivamente della Regia Soprintendenza di Trento.

La mostra è stata concepita e organizzata dall’Archivio Fotografico Storico Provinciale dell’Unità di Missione Strategica della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione con il Castello del Buonconsiglio, Monumenti e Collezioni Provinciali. È stata poi resa possibile grazie alla generosa collaborazione del Mart (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), della Fondazione Museo Storico del Trentino e della Soprintendenza Provinciale ai Beni Culturali di Bolzano.

Due bambini sul carretto di legno 1920-1934. Foto di Sergio Perdomi
Due bambini sul carretto di legno 1920-1934. Foto di Sergio Perdomi

Chi è Sergio Perdomi?

Sergio Perdomi (1892-1965) è stato un fotografo italiano attivo durante il periodo tra le due guerre mondiali. È noto per il suo lavoro eclettico e variegato, che spaziava dalla fotografia di paesaggio alla documentazione sociale, dal ritratto alla fotografia architettonica.

È ricordato come “il fotografo dei monumenti, delle opere d’arte, delle bellezze naturali, dell’edilizia in genere della regione”.

Perdomi è particolarmente famoso per le sue immagini che documentano le trasformazioni del territorio e le grandi opere promosse durante il regime fascista.
Le sue fotografie rappresentano un prezioso documento storico e culturale dell’epoca, offrendo una testimonianza visiva delle trasformazioni sociali, politiche ed economiche dell’Italia durante il periodo fascista.

La mostra

La mostra presenta una selezione eccezionale di 175 fotografie, di cui oltre 150 sono stampe originali, che riflettono la poliedrica personalità di Sergio Perdomi. Attraverso queste immagini, vengono restituite le atmosfere, ma anche le contraddizioni, di un periodo di quindici anni caratterizzato da interventi e trasformazioni che hanno lasciato un’impronta indelebile sulle città e sul territorio regionale.

Il percorso espositivo offre un’opportunità unica per comprendere l’importanza della fotografia nel contesto della tutela del patrimonio culturale.
Sergio Perdomi, grazie al suo stretto legame con il primo soprintendente trentino, Giuseppe Gerola, ha svolto un ruolo fondamentale nella documentazione di un patrimonio devastato dagli eventi bellici e nella testimonianza della ricostruzione che ne seguì. Un’attenzione particolare è rivolta al Castello del Buonconsiglio, un luogo che Sergio Perdomi ebbe il privilegio di esplorare e documentare in ogni fase della sua trasformazione, da una caserma abbandonata a una magnifica dimora dell’arte e della memoria.

Trattamento medico nell’Ospedale infantile provinciale “Maria di Savoia” a Trento, 1934 circa. Foto di Sergio Perdomi
Trattamento medico nell’Ospedale infantile provinciale “Maria di Savoia” a Trento, 1934 circa. Foto di Sergio Perdomi

Prima sezione della mostra

La prima sezione della mostra presenta una selezione di immagini che rappresentano opere e luoghi che nel corso del tempo sono stati persi o radicalmente trasformati. Queste immagini illustrano anche le nuove imprese architettoniche e decorative che sono state realizzate grazie al sostegno di Gerola e alle grandi opere promosse dal regime fascista.

Tra queste immagini, il reportage dedicato al Palazzo Ducale di Bolzano che si distingue per la sua quantità e qualità. Il Palazzo Ducale è stata una moderna residenza costruita per i duchi di Pistoia, con l’intento di rappresentare adeguatamente la casa regnante nella nuova “Provincia Romana del Brennero”.

I giardini di piazza Dante, stampa su carta alla gelatina sali d’argento, 1930 ca. Foto di Sergio Perdomi
I giardini di piazza Dante, stampa su carta alla gelatina sali d’argento, 1930 ca. Foto di Sergio Perdomi

Seconda sezione della mostra

La seconda sezione della mostra amplia la visione per abbracciare le forme del paesaggio, dalle impressionanti “marmitte dei giganti” alle suggestive grotte trentine. Perdomi si dedicò a pionieristiche spedizioni fotografiche per documentare queste bellezze naturali.

Inoltre, la sua attività di fotografo delle istituzioni è evidenziata dai servizi dedicati alle bonifiche e alle sistemazioni idrogeologiche, alle dighe, ai ponti, alle centrali elettriche, ai cantieri edili e stradali promossi dal Genio Civile. Questi servizi testimoniano l’ampio spettro dell’impegno di Perdomi come fotografo ufficiale, collaborando con le istituzioni per documentare e valorizzare le trasformazioni del territorio.

Panorama dalla Chiesa dei Cappuccini. Foto di Sergio Perdomi
Panorama dalla Chiesa dei Cappuccini. Foto di Sergio Perdomi

Perdomi introduce una nuova forma di fotogiornalismo

Grazie a una tecnologia funzionale, sebbene ancora ingombrante, l’autore ha introdotto in Trentino una nuova forma dinamica di fotogiornalismo. Ha regolarmente documentato la cronaca degli eventi, delle cerimonie e delle visite ufficiali, insieme alle esperienze legate alla vita sociale e alla fascistizzazione del tempo libero.

Oltre a offrire uno sguardo vivace sulla vita sociale e sull’economia del territorio, l’autore si è anche dedicato all’esercizio personale e intimo del ritratto.
Inoltre, ha realizzato ampie campagne fotografiche per l’Opera Nazionale di Assistenza all’Italia Redenta (ONAIR), offrendo importanti finestre sulla condizione femminile e sulle politiche nataliste ed educative promosse dal regime.

In questo modo, le sue fotografie aprono spazi significativi per comprendere l’evoluzione della società e le influenze politiche dell’epoca.

Ferdinando di Savoia, duca di Genova esce dal Castello del Buonconsiglio, 1930. Foto di Sergio Perdomi
Ferdinando di Savoia, duca di Genova esce dal Castello del Buonconsiglio, 1930. Foto di Sergio Perdomi

Catalogo della mostra

Attraverso la scoperta di una ricca quantità di documenti finora inediti, il catalogo della mostra si arricchisce di un importante contributo fornito dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero della Cultura. Questo contributo permette di contestualizzare il lavoro di Sergio Perdomi all’interno della storia nazionale della fotografia di documentazione storico-artistica.

FONTI

Cultura Trentino
Buonconsiglio
Arte.it

di Irene Tassi

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