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Museo Gypsotheca Antonio Canova | Frammenta 01

Figura 1: Locandina del progetto Frammento 01
Figura 1: Locandina del progetto Frammento 01 

Durante i lockdown, il Museo Gypsotheca Antonio Canova ha scelto di affidarsi al digitale per non fermare la sua tradizionale programmazione.

Tra queste emergono una serie di video approfondimenti e laboratori didattici per bambini e famiglie, oltre che visite guidate virtuali e interattive. È senza dubbio degna di nota la proposta Frammenta 01, una rassegna di video che mette in risalto il legame tra il passato e il presente dell’istituzione.

Museo Gypsotheca Antonio Canova – La storia

Il museo sorge nel piccolo comune di Possagno, in provincia di Treviso. La cittadina diede i natali ad Antonio Canova, uno dei più importanti scultori neoclassici di tutti i tempi. Proprio a Possagno il vescovo Giovanni Battista Sartori, fratello dello scultore, volle erigere un edificio che potesse ospitare tutte le opere presenti nello studio romano del fratello, specialmente i modelli in gesso.

Il Museo di Possagno, dunque, ospita le più importanti testimonianze dell’arte e della vita di Antonio Canova. Oltre ai gessi, sono custoditi i dipinti a olio e a tempera, i disegni e gli strumenti di lavoro di cui si servì lo scultore. I modelli in gesso, nello specifico, sono conservati nella Gypsotheca, tra l’altro considerata la più grande Gypsotheca monografica d’Europa.

Figura 2: interni della Gypsoteca Antonio Canova
Figura 2: interni della Gypsoteca Antonio Canova 

Nel 1917 però, durante la Prima Guerra Mondiale, una granata colpì la Gypsotheca. Il danno fu enorme, alcuni gessi furono completamente distrutti, mentre molti altri furono lesionati. In questi anni risultò quindi fondamentale l’azione svolta da Stefano e Siro Serafin, padre e figlio. La grandiosa opera di restauro dei due conservatori consentì di far rinascere la Gypsotheca e di riaprirla ai visitatori già nel 1922.

Figura 3: Najade giacente (Antonio Canova, 1917) è uno dei gessi danneggiati durante i bombardamenti avvenuti nel 1917.
Figura 3: Najade giacente (Antonio Canova, 1917) è uno dei gessi danneggiati durante i bombardamenti avvenuti nel 1917. 

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si decise di intervenire per evitare nuove distruzioni. Le statue vennero temporaneamente rimosse dalla Gypsotheca e trasferite all’interno del Tempio di Possagno, dove rimasero fino al 1946.

Museo Gypsotheca Antonio Canova – L’allestimento attuale

L’attuale allestimento, dunque, deriva dall’intreccio di fattori diversi. Nasce innanzitutto da un rispetto assoluto dello spirito museologico di Giovanni Battista Sartori, che per primo contribuì alla fondazione del museo. Inoltre si configura come il risultato delle variazioni dovute ai danni dei due conflitti mondiali e del contributo aggiuntivo dell’architetto Carlo Scarpa. Egli, infatti, nel 1957 si occupò del progetto di estensione del museo, dando vita ad un’esposizione altamente scenografica. L’obiettivo dell’architetto era quello di valorizzare le opere chiuse nei depositi, e, soprattutto, realizzare una sezione dedicata ai bozzetti in terracotta.

Figura 4: Fotografia dell'Ala Scarpa, in onore dell'omonimo architetto che ne curò l'allestimento.
Figura 4: Fotografia dell’Ala Scarpa, in onore dell’omonimo architetto che ne curò l’allestimento

La mostra Frammenta (2019)

Dal 26 al 29 dicembre 2019 il Museo Gypsotheca Antonio Canova ha organizzato una mostra temporanea con l’intento di ricordare i danni subiti dalle opere della collezione durante la Grande Guerra. Il titolo della mostra nasce dall’unione di due concetti opposti, frammentare e rammentare. Un neologismo per raccontare un’antica vicenda che purtroppo rimane attuale, tra le guerre di ieri e quelle di oggi. “Frammenta” nasce quindi come una rievocazione di quel drammatico evento, riletto in chiave contemporanea. Per l’occasione, infatti, l’artista Giuseppe Vigolo ha riproposta la videoinstallazione “Dark Shades. Ombre di guerra” che entra in dialogo con i frammenti delle opere di Canova, cosparsi sul pavimento. L’artista, attraverso delle proiezioni in movimento di immagini di guerra in silhouette, ha realizzato un’opera di grande impatto emotivo. La mostra, dunque, si presenta come un’occasione per riflettere su temi del passato, purtroppo ancora estremamente attuali.

Figura 5: Immagini della mostra "Frammenta" (2019) in cui le immagini in silhouette della guerra dialogano con le opere di Canova, distrutte per sempre dai bombardamenti del 1917.
Figura 5: Immagini della mostra “Frammenta” (2019) in cui le immagini in silhouette della guerra dialogano con le opere di Canova, distrutte per sempre dai bombardamenti del 1917. 

Il progetto Frammenta 01 

Dopo il successo riscosso dalla mostra Frammenta, il Museo Canova ha scelto di riproporre una mostra che affrontasse argomenti simili. A causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, però, il museo ha dovuto necessariamente affidarsi al digitale. È a partire da questi presupposti che è nato il progetto “Frammenta 01”. Si tratta di quattro appuntamenti tematici, fruibili direttamente online.

Quest’anno la mostra si concentra su due figure fondamentali che hanno rivestito un ruolo determinante all’interno di questa dolorosa cornice. Si tratta di Stefano e Siro Serafin, due curatori e restauratori che hanno fotografato e restaurato i frammenti sopravvissuti, riportandoli alla loro originaria bellezza.

Figura 6: Locandina del progetto “Frammenta 01”. 

Frammenta 01 – Il video

Il primo appuntamento è stato organizzato per il 26 dicembre. Si tratta di un breve video di presentazione che rivive non soltanto il tragico anniversario del bombardamento del 1917, ma anche la mostra organizzata esattamente un anno prima. Per rievocare le distruzioni, i frammenti delle opere erano stati “gettati” sul pavimento, come se l’esplosione fosse appena avvenuta. Il video è altamente suggestivo poiché è accompagnato in sottofondo dal rumore degli elicotteri.

Guarda il video

Frammenta 01 – In Archivio 

Il giorno successivo, il 27 dicembre, si è svolto il secondo appuntamento, intitolato “In Archivio”. In questa occasione la Dott.ssa Bertoli, analizzando le carte d’archivio, ha portato alla luce gli eventi che hanno permesso a Stefano e Siro Serafin di procedere con il restauro delle opere della Gypsotheca.

Figura 7: Secondo incontro dell'iniziativa "Frammenta 01", intitolato In Archivio, tenuto dalla Dott.sa Federica Bertoli.
Figura 7: Secondo incontro dell’iniziativa “Frammenta 01”, intitolato In Archivio, tenuto dalla Dott.sa Federica Bertoli. 

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Frammenta 01 – La fotografia

Il terzo appuntamento, intitolato “La Fotografia” è invece previsto per il 28 dicembre. L’incontro ruota attorno al tema dell’arte violata dalla Grande Guerra, supportato dalle fotografie di Stefano e Siro Serafin, testimonianza indelebile di un periodo estremamente doloroso. Attraverso la memoria fotografica, il visitatore è catapultato indietro nel tempo, in un ricordo estremamente doloroso.

Figura 8: Fotografia scattata dai fratelli Serafin subito dopo i bombardamenti che distrussero le opere di Canova.
Figura 8: Fotografia scattata dai fratelli Serafin subito dopo i bombardamenti che distrussero le opere di Canova. 

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Frammenta 01 – L’arte violata

Il 29 dicembre, come ultimo appuntamento di questo ciclo di incontri, le dott.sse Longo e Bertoli accompagnano gli utenti in una visita guidata online nel Museo. “L’Arte Violata” è il titolo dell’ultimo incontro, che vuole porre l’accento sui danni causati dai bombardamenti all’immenso patrimonio canoviano di Possagno. Mentre i primi tre appuntamenti sono gratuiti e fruibili sui canali social del museo, quest’ultimo è accessibile solo previa registrazione e prevede un costo di €4.

Grazie alla sua apertura al mondo digitale, il Museo Gypsotheca Antonio Canova è riuscito a portare avanti la sua tradizionale programmazione, mantenendo un rapporto diretto con il pubblico. Grazie alle iniziative digitali come “Frammenta 01” emerge chiaramente che, nonostante la chiusura dei musei, la cultura non deve mai arrendersi.

Fonti

Sito ufficiale del Museo Gypsotheca Antonio Canova
Canale Youtube Museo Canova

di Giulia Alberti

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