Casa Museo Boschi di Stefano // Milano // Lombardia – Abitazione novecentesca nel centro di Milano, oggi adibita a museo d’arte.
Contesto
Nel cuore di Milano, in Lombardia, si trova la Casa Museo Boschi Di Stefano. Si tratta di una vera e propria dimora novecentesca al secondo piano di un comune edificio milanese, appartenuta ad Antonio Boschi (1896-1987) e a sua moglie, Marieda Di Stefano (1901-1968). I due coniugi furono due importanti collezionisti, profondamente appassionati di arte e capaci di stringere rapporti sinceri e duraturi con gli artisti in questione.
Nella casa sono esposte più di duecento opere d’arte, facenti parte della loro collezione che conta oltre duemila pezzi. Le undici sale svolgono a tutti gli effetti la funzione di pinacoteca, contenente nomi di artisti molto importanti che all’epoca erano in rampa di lancio o già affermati. Il mobilio degli interni non è originale, ma è stato saggiamente scelto dalla Fondazione Boschi Di Stefano, che qui opera, in modo tale da collegarsi al contesto delle opere appese alle rispettive pareti.
Questo spazio espositivo fa parte del Circuito delle Case Museo di Milano, una realtà culturale cittadina che intende valorizzare il patrimonio culturale milanese. Nello specifico fanno parte del Circuito anche la Casa Museo Poldi Pezzoli, la Casa Museo Bagatti Valsecchi e la Villa Necchi Campiglio, che è nata da un progetto dello stesso importante architetto della Boschi Di Stefano, ossia Piero Portaluppi.
Sito Ufficiale
casamuseoboschidistefano.it
Siti correlati
wikipedia.it
Collegamenti esterni
GoogleArts&Culture.com
YesMilano.it
lombardiabeniculturali.it
Indirizzo
Via Giorgio Jan, 15, 20129 Milano (MI)
Storia
La Casa Museo Boschi Di Stefano è situata al secondo piano di un palazzo costruito tra il 1929 e il 1931 nella zona accanto a Corso Buenos Aires. Questa parte di Milano all’epoca aveva ancora molte aree verdi, anche se iniziavano a moltiplicarsi le opere edilizie. La dimora fu edificata sotto la direzione dell’architetto Piero Portaluppi, uno tra i più attivi nella Milano dell’epoca.
L’opera fu eseguita attraverso due interventi distinti ma riconducibili alla stessa committenza, quella dei due coniugi. La sezione della casa che si affaccia su via Aldrovandi è infatti attribuibile alle maestranze della Società Anonima Immobiliare Aldrovandi, amministrata da Gino Radici; quella su via Jan invece è opera della Società Immobiliare Picena, controllata da Francesco Di Stefano, padre di Marieda. Queste due sezioni furono costruite contemporaneamente da quella che fondendosi divenne l’Impresa Di Stefano & Radici. Per questo motivo l’abitazione fu inizialmente conosciuta da tutti come “Casa Radici Di Stefano”.
Nel 1974 l’amplia collezione di dipinti, sculture e disegni fu donata al Comune di Milano, mentre nel 2003 fu aperta al pubblico.
Da quel momento la Casa Museo è diventata un’importante centro culturale, testimonianza dell’arte del XX secolo e nello specifico di un periodo che va dal primo decennio del secolo agli anni Sessanta.
Architettura
Dal punto di vista architettonico il palazzo della Casa Museo Boschi Di Stefano dall’esterno è distinguibile perché, affacciandosi dove si incrociano due vie, presenta la tipica struttura “ad angolo” che vede lo spigolo dell’edificio inserirsi nei volumi delle finestre a bovindo. L’interno invece presenta le particolarità che contraddistinguono l’architetto Portaluppi: le cornici sulle finestre, le vetrate molto ampie, le tenui asimmetrie, le opere in ferro, le ringhiere dalla linea elegante. Nel complesso si possono attribuire gli interni allo stile dell’Art Decò.
I dipinti esposti, selezionati dalla collezione con un criterio qualitativo, riempiono le mura delle undici stanze in modo tale da offrire un percorso espositivo che segue un ordine cronologico. Varcando l’ingresso ci sono i ritratti dei coniugi e alcune ceramiche di Marieda stessa, mentre imbroccando il corridoio si possono ammirare quadri di Boccioni, Severini, Marussig e altri artisti dei primi due decenni del XX secolo. Lo studio limitrofo ospita le realizzazioni del gruppo “Novecento”, tra cui quelle di Carrà, Funi e Casorati. Da qui si succedono la sala dedicata a Mario Sironi, con capolavori come “La venere dei porti” (1919) e alcune sculture di Martini, e la sala con i dipinti degli artisti membri del gruppo “Corrente” come Birolli e con alcune nature morte di De Pisis e Morandi.
Il salone principale ha un pianoforte originale al centro e ospita nomi importanti della Scuola di Parigi. Fra questi spiccano senza dubbio “La scuola dei gladiatori” (1928) e i “Facitori di trofei” (1926-28) di Giorgio De Chirico e l’“Annunciazione” di Alberto Savinio (1932), opera manifesto della Casa Museo stessa. Un altro corridoio con opere di chiaristi come De Rocchi e Semeghini porta alla sala monografica su Lucio Fontana. Qui oltre ad alcune sue sculture vi sono due dei cosiddetti “tagli” (“Concetto spaziale. Attese” del 1959) e altre testimonianze di altri suoi periodi come quelli Buchi, delle Pietre e dei Gessi. Successivamente si trova una stanza con tele di spazialisti, tra cui Crippa, nucleari, come Dangelo e Baj, e postcubisti, tra cui Moreni, Brindisi e Piccoli. L’ultima sala testimonia l’Informale, con due opere di Piero Manzoni, una di Vedova e altri nomi come Chighine e Bionda.
Nell’edificio è presente anche un altro spazio espositivo. Si tratta della ex scuola di ceramica di Marieda, nel piano rialzato, riaperta nel 2017 e sede di continue mostre di approfondimento. Queste ultime sono composte a turno da altri pezzi dell’enorme Collezione della casa Museo Boschi Di Stefano che per motivi di spazio non sono esposti al secondo piano. In questo modo si cerca di dare valore e visibilità a tutti i pezzi di tale prezioso patrimonio, una parte molto importante della storia dell’arte legata a Milano.
Giorni di apertura | Da Martedì a Domenica |
Orari di apertura | Dalle 10.00 alle 17:30 |
Biglietti | Ingresso gratuito |
Prenotazione | no |
Visita guidata | Prezzo variabile |
Fonti
CasaMuseoBoschiDiStefano, Wikipedia, YesMilano, Casemuseo.it.
Fonti fotografiche
Banner e Immagine in evidenza: Cecilia Cottignoli; Federica Piraino, Andrea Cappellini, Federica Scuratti, miriam_l21 (Instagram).